Nel mese di ottobre proponiamo spettacoli al Planetario e visite guidate notturne in Osservatorio Astronomico, in programma al sabato con prenotazione online obbligatoria. In particolare, la visita guidata notturna di sabato 12 ottobre è inserita nel calendario dei geoeventi per la dodicesima edizione della Settimana del Pianeta Terra, festival nazionale delle Geoscienze. Inoltre giovedì 31 ottobre, alla sera, concludiamo insieme il mese con un evento speciale dedicato ad Halloween. Per informazioni, consultate il nostro sito web.
Vediamo, ora, cosa ci riserva il cielo di ottobre.
La Luna
Le fasi della Luna
Luna nuova mercoledì 2 ottobre 2024, Primo quarto giovedì 10, Luna piena (anzi, Superluna o Super Luna) giovedì 17, Ultimo quarto giovedì 24.
La terza “Superluna” dell’anno
Ricordiamo che la Superluna è la Luna piena che avviene quando il nostro satellite naturale si trova nei pressi del perigeo, il punto sulla sua orbita più vicino alla Terra. Secondo i calcoli dell’astronomo statunitense Fred Espenak la Superluna di mercoledì 17 ottobre avverrà con il nostro satellite a 357.364 km dalla Terra, rispetto alla distanza media che è di 384.400 km. Si tratta della Superluna con il massimo avvicinamento del 2024.
Riguardo alla presunta eccezionalità della Superluna, la terza di quest’anno, valgono le considerazioni che abbiamo già fatto nei mesi scorsi: anche se oggettivamente il disco della Luna è maggiore di come non sia di solito, è una variazione che a occhio nudo risulta praticamente impercettibile.
Congiunzioni della Luna con pianeti e stelle brillanti
Il 5 ottobre la Luna crescente, dall’aspetto di una di una sottilissima falce, si troverà a circa 3,5° a sud di Venere, che a sua volta è a meno di un grado a sud ovest della stella Zubenelgenubi, il “piatto” settentrionale nella costellazione della Bilancia. Due giorni dopo, il 7, sarà molto vicina ad Antares, la stella supergigante rossa al centro della costellazione dello Scorpione. Il 14 ottobre la Luna si avvicinerà a Saturno a meno di un grado: l’incontro avverrà nella costellazione dell’Acquario.
Il 19 ottobre la Luna passerà tra le Pleiadi, l’ammasso aperto la cui sigla nel catalogo Messier è M45.
Dal 21 al 24 ottobre la Luna sarà inoltre protagonista di una serie di “avvicinamenti” con i pianeti Marte e Giove, rispettivamente nella costellazione del Toro e quella dei Gemelli. In particolare il giorno 24 il nostro satellite naturale sarà vicino a Marte, passando a 4° da quest’ultimo. La seconda parte della notte, man mano che gli astri sorgono, sarà più favorevole per apprezzare queste configurazioni. Siamo in una zona del cielo caratterizzata da costellazioni cospicue e da stelle assai brillanti: Orione, con Betelgeuse, la sua stella alfa; il Cane Maggiore, con la stella Sirio, la più brillante dell’intera sfera celeste; il Cane Minore, con la stella Procione.
La cometa Tsuchishan-ATLAS (C/2023 A3)
Come abbiamo ricordato nella rubrica il mese scorso, questa cometa è stata scoperta il 9 gennaio 2023 al Purple Mountain Observatory in Cina e individuata qualche notte dopo dal sistema automatico ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System), un telescopio ubicato in Sud Africa.
Il 27 settembre scorso la Tsuchishan-ATLAS ha raggiunto il perielio (ossia la posizione orbitale più vicina al Sole) a 0,39 Unità Astronomiche (circa 58,5 milioni di km) dal nostro pianeta, una distanza che agli esperti pare sufficientemente ampia da non comportare eccessiva sublimazione dei ghiacci tale da compromettere la stabilità del nucleo cometario. Vi sono buoni motivi quindi per sperare che la cometa possa sopravvivere al passaggio ravvicinato con il Sole.
Il 12 ottobre si trova alla minima distanza dalla Terra (perigeo).
Ai primi di ottobre la cometa inverte la direzione del suo moto apparente sulla volta celeste e “torna indietro”, ossia si avvicina angolarmente sempre di più al Sole, giungendo alla congiunzione con quest’ultimo il giorno 9. Nei giorni successivi l’astro chiomato passa quindi alla visibilità serale: la si vede dopo il tramonto a occidente.
Ai primi del mese, secondo alcune stime, la dimensione della chioma potrebbe raggiungere i 10 primi d’arco (circa un terzo di grado, con un’estensione nello spazio di circa 300.000 km), mentre la lunghezza della coda, nell’ordine dei 5 milioni di km, potrebbe avere una dimensione angolare di 2-3° circa.
Come detto più sopra, il 12 ottobre la cometa è alla minima distanza dalla Terra di 0,47 U.A., ovvero circa 70 milioni di km dal nostro pianeta; l’elongazione (la distanza angolare dal Sole), a partire dai 15° circa durante il passaggio al perigeo, aumenta gradualmente a mano a mano che l’astro chiomato si allontana sempre più velocemente da noi.
Dal punto di vista della posizione, nei giorni seguenti la C/2023 A3 risulta osservabile più facilmente, dato che la sua altezza sull’orizzonte incrementa sera dopo sera, raggiungendo e superando i 26° attorno al 20 ottobre. A fine ottobre la cometa ci concede fino a tre ore di osservabilità, tramontando attorno alle 21.00 di ora solare civile (il tempo segnato dai nostri orologi). Occorre però ricordare che, allontanandosi progressivamente da noi e dal Sole, ogni giorno la Tsuchinshan-ATLAS diviene sempre più debole; fino al 26 dovrebbe essere ancora visibile a occhio nudo.
Pubblichiamo qui sotto una seconda immagine per mostrare la posizione della cometa nel cielo serale alcuni giorni dopo il passaggio al perigeo.
Consigli per l’osservazione della cometa
Se si vuole vedere al meglio la Tsuchinshan-ATLAS è fondamentale cercare di osservarla dal 12-13 ottobre in poi da una località in cui il cielo abbia queste caratteristiche:
- un cielo il più possibile buio e limpido;
- l’orizzonte sgombro da ostacoli (verso est ai primi di ottobre, a ovest dopo la congiunzione con il Sole).
Chi osserva dal nord Italia è favorito se opera dalla media-alta montagna dai versanti rivolti verso est, nei primi giorni di ottobre, da quelli verso ovest dal 12-13 ottobre in poi dato che la cometa, come detto, passa in visibilità serale.
Il sud Italia appare avvantaggiato, specialmente nelle date prima e dopo la congiunzione con il Sole (il 9 ottobre), in quanto può vedere la cometa a una maggiore altezza sull’orizzonte: ad esempio a coloro che osservano il 1° ottobre attorno alle 6.30 da una località alla latitudine di Catania la cometa appare circa 3° più alta che dalla latitudine di Roma.
In ogni caso è consigliato l’utilizzo di un buon binocolo per individuare la cometa con sicurezza, prestando attenzione a non puntarlo sul Sole se ci si pone in osservazione prima del tramonto di quest’ultimo.
I pianeti
Ricordiamo che la visibilità dei pianeti può variare in base a diversi fattori, come la presenza di ostacoli lungo l’orizzonte, le condizioni atmosferiche e la propria ubicazione geografica. Le posizioni e la visibilità dei pianeti sono indicate per un cielo visibile dal centro Italia.
In ogni caso è consigliabile osservare da un luogo con cielo il più possibile scuro, lontano dalle luci della città.
Mercurio
A ottobre il piccolo ed elusivo pianeta si allontana angolarmente dal Sole muovendosi verso est, divenendo quindi visibile prima di cena, anche se nei giorni la sua altezza al momento del tramonto di quest’ultimo non cresce significativamente, nemmeno a fine del mese. Agli appassionati con un buon telescopio dotato di puntamento automatico suggeriamo di osservarlo in orario diurno, alto sull’orizzonte (intorno alle 13.00 culmina verso sud). Il giorno 19 passa dalla costellazione della Vergine a quella della Bilancia.
Venere
Comincia il periodo di visibilità serale del luminoso pianeta. Lo si può già notare a inizio ottobre in direzione sud ovest a un’altezza di 8° circa, attorno alle 19.00 o poco prima. Ai primi del mese si trova nella costellazione della Bilancia, da cui passa il giorno 17 nello Scorpione per poi sconfinare il 24 in quella dell’Ofiuco.
Marte
Nei primi giorni di ottobre il pianeta rosso spunta dall’orizzonte orientale attorno a partire dalla mezzanotte. Avendo ormai lasciato la zona di cielo compresa tra le “corna” del Toro, nei primi giorni del mese è all’interno del rettangolo che compone la parte centrale della costellazione dei Gemelli, da cui il giorno 29 passa in quella del Cancro. Il 24 viene “avvicinato” dalla Luna per una bella congiunzione.
Giove
Sorge attorno alle 23.30 nella costellazione del Toro in cui rimane per tutto il mese. Il giorno 20 viene avvicinato dalla Luna, formando un angolo quasi retto con quest’ultima e la stella Aldebaran, la principale della costellazione che rappresenta il bovino celeste.
Saturno
Anche questo mese Saturno è nelle migliori condizioni per l’osservazione: avendo raggiunto l’opposizione il mese scorso, all’imbrunire è già a un’altezza di più di 25° in direzione sud est. Al telescopio si vedono gli anelli che appaiono molto sottili, essendo visibili quasi di taglio, con un’inclinazione di poco più di 5°, il che permette l’osservazione dei satelliti più piccoli (e dunque meno luminosi) di Saturno. Per tutto ottobre il pianeta inanellato rimane entro i confini della costellazione dell’Acquario.
Urano
Agli inizi del mese è visibile già attorno alle 19.00 verso est all’interno della costellazione del Toro. Il gigante ghiacciato è visibile con un binocolo o un telescopio.
Nettuno
Sorgendo verso la fine del crepuscolo, il lontano gigante ghiacciato può essere puntato con il telescopio a partire dalle 19.30 nella costellazione dei Pesci, ove resta per tutto ottobre.
Gli sciami meteorici di ottobre
A ottobre abbiamo ben due sciami di meteore: le Draconidi e le Orionidi. Secondo le previsioni dell’IMO (International Meteor Organization), nella mattinata dell’8 ottobre dovrebbe verificarsi il picco di attività delle Draconidi, una famiglia di meteore che produce solo circa 10 meteore all’ora. Queste stelle cadenti sono generate dai granelli di polvere lasciati dalla cometa 21P/Giacobini-Zinner, che ha un periodo di 6,5 anni ed è stata scoperta nell’anno 1900. Le componenti di questo sciame prendono il nome dalla posizione del radiante (il punto del cielo da cui, per un fatto prospettico, appaiono provenire). Una delle particolarità delle Draconidi consiste nel fatto che la fascia oraria più favorevole per la loro osservazione cade in prima serata, e non, come nel caso della maggior parte degli sciami meteorici, nelle ore dopo la mezzanotte o prima dell’alba. Quest’anno le condizioni di osservabilità saranno abbastanza favorevoli, dato che la visibilità delle meteore non sarà disturbata dal chiarore della Luna che, trovandosi due giorni prima della fase di Ultimo quarto, tramonterà abbastanza presto.
Intorno al 21 ottobre abbiamo il massimo del secondo sciame di ottobre, le Orionidi, le cui meteore sono associate alla famosa cometa di Halley, con un periodo di 76 anni (è passata l’ultima volta vicina al Sole nel 1986).
Quest’anno il nostro satellite naturale, in una fase tra la Luna piena e l’Ultimo quarto, darà un po’ di fastidio con il suo chiarore, ma solo nelle ultime ore della notte. Dalla mezzanotte in poi il radiante salirà alto nel cielo: la costellazione di Orione, che ospita il radiante, culmina infatti verso sud attorno alle 5.00 del mattino (vedi la figura qui sopra).
Lo sciame è attivo ogni anno dal 26 settembre al 22 novembre e mediamente sono visibili circa 20 meteore all’ora. Si tratta di meteore velocissime in quanto l’incontro con la nube di particelle cometarie avviene quasi frontalmente!
Stelle e costellazioni visibili nelle serate di ottobre
Nelle fresche notti d’ottobre, a inizio mese attorno alle 20.00 di ora legale estiva (a fine mese alle 18.30 dell’ora solare) il cielo è già sufficientemente scuro per vedere stelle e costellazioni.
Guardando tra sud ovest e nord ovest sono ancora ben visibili gran parte delle costellazioni che hanno caratterizzato il cielo della stagione estiva: il Sagittario, lo Scudo e Ofiuco, attraversati dalla splendida Via Lattea, con il Capricorno alla loro sinistra e Ercole con la Corona Boreale alla loro destra.
L’asterismo (disegno di stelle) del Triangolo estivo, formato dalle tre brillanti stelle Deneb, Vega e Altair, è ancora alto sopra il nostro capo.
Seguendo il percorso della Via Lattea oltre il Triangolo estivo notiamo che appare ancora assai brillante nella costellazione di Cassiopea, nella quale si concentrano alcune nubi stellari. All’interno di una di queste troviamo una coppia di nebulose a emissione, conosciute come IC59 e IC63, situate a circa mezzo grado in direzione nord-est della brillante stella γ Cassiopeiae, in antico arabo conosciuta anche come Tsih (che significa frusta), la stella al centro dell’asterismo (disegno di stelle) a forma di W che compone la caratteristica forma di questa costellazione.
IC63, soprannominata “Il fantasmino di Cassiopea”, fotografata dal bravissimo astrofotografo Damiano Cesaro, l’abbiamo scelta per la nostra Astrocopertina del mese perché… è in tema con Halloween!
IC63 è una nebulosa composta principalmente di idrogeno in forma ionizzata (di qui la predominante rossa che si nota nell’immagine). Sembra che il suo destino sia quello di essere spazzata via dal violento vento stellare di Tsih, come dire… la luce (non del giorno, ma di una stella) spazza via il fantasma!
Illustreremo questa nebulosa e altri oggetti celesti “da paura” durante l’evento speciale che si terrà giovedì 31 ottobre in Planetario e Osservatorio Astronomico, per festeggiare insieme Halloween.
A est osserviamo la levata del Grande quadrato al centro della costellazione di Pegaso, utile per identificare molte altre stelle e costellazioni. Se mi è concessa una piccola nota personale, mi sono sempre chiesto perché si chiami “quadrato”, dato che è piuttosto un… rettangolo!
Sotto possiamo scorgere uno dei due Pesci, quello orientale, dalla forma di un pentagono irregolare, il secondo si trova a sinistra del Grande quadrato.
Attorno alle 23.00 a inizio ottobre, alle 20.00 – complice il ritorno dell’ora solare – alla fine del mese, osserviamo verso sud l’occhio brillante della costellazione del Pesce Australe, ovvero la bellissima stella Fomalhaut. La possiamo individuare prolungando verso il basso il lato occidentale del Grande quadrato di Pegaso.
Prolungando sempre verso il basso l’altro lato di quest’ultimo troviamo invece Deneb Kaitos, la coda della Balena (Cetus in latino) di cui vediamo più a est la testa, proprio sotto alla costellazione dell’Ariete.
Pochi gradi sopra quest’ultima costellazione si potrà scorgere la costellazione del Triangolo e ancora più in alto M31, o la grande galassia di Andromeda, l’oggetto più distante osservabile a occhio nudo, a ben 2,5 milioni di anni luce da noi. Per notarlo senza l’ausilio di telescopi, però, abbiamo bisogno di notti senza Luna e di un cielo buio come quello dello Starlight Stellar Park a Saint-Barthélemy. Al telescopio mostra il suo brillante nucleo composto da miliardi di stelle, visualmente non distinguibili tra loro per via della grande distanza.
Infine, basse sull’orizzonte nord est, scorgiamo il pallido baluginio di uno dei più celebri ammassi aperti di stelle, le Pleiadi, il cui nome in greco significa “le piovose”, che con questa nota “meteorologica” sembrano voler confermare l’ormai pieno manifestarsi della stagione autunnale. Ricordiamo che la Luna farà un passaggio tra queste stelle il giorno 19.
La costellazione zodiacale del mese: l’Acquario
La costellazione, la cui forma dovrebbe ricordare quella di una grande brocca di acqua versata da un essere umano, nella mitologia greca rappresenta Ganimede, il Coppiere degli dei. Presso l’antica India era invece associata all’arrivo dei monsoni.
All’interno di questa costellazione segnaliamo la stella multipla Zeta Aquarii, formata da due componenti (A e B) di massa molto simile a quella del Sole, ma che rispetto a quest’ultimo si trovano a uno stadio evolutivo più avanzato e sono molto più brillanti. A e B orbitano una attorno all’altra in circa 540 anni; la componente A è a sua volta una stella doppia.
In questa costellazione ci sono due interessanti oggetti del cielo profondo: una nebulosa planetaria e un ammasso globulare, che presentiamo qui di seguito.
La nebulosa “Saturno” (NGC 7009). È una delle nebulose planetarie più luminose, il cui nome deriva dal fatto che, osservandola visualmente al telescopio, la sua forma allungata ricorda quella del pianeta Saturno. La sua distanza non è conosciuta con precisione, ma è stimata attorno ai 2-3.000 anni luce. La forma completa di NGC 7009, con due grandi lobi laterali, è percepibile visualmente solo con grandi telescopi, oppure utilizzando la tecnica fotografica per accumulare e rendere visibile la debole luce delle propaggini laterali.
L’ammasso globulare M2. È uno degli ammassi globulari più cospicui visibili nell’emisfero nord, distante da noi circa 38.000 anni luce. Al telescopio è sempre uno spettacolo emozionante vedere un’enorme quantità di stelle racchiuse nello spazio (relativamente) compatto di 180 anni luce: M2 ne contiene almeno 150.000!
Le costellazioni che non tramontano mai: la Giraffa
Attorno alle 22.00, a destra della stella Polare e più o meno comprese tra questa e la molto più brillante Capella, si possono notare alcune deboli stelle, che fanno parte della costellazione della Giraffa. Venne introdotta da Jakob Bartsch, genero di Keplero, nel 1624, a rappresentare l’episodio biblico del cammello che portò Rebecca dal suo futuro sposo Isacco. Formata da stelle di quarta magnitudine, la costellazione del “cammello leopardato” (in latino Camelopardalis, o Camelopardus) richiede un cielo scuro e limpido per essere osservata. In particolare cerchiamo la stella Alfa: a ben 6.200 anni luce da noi, è una delle più intrinsecamente brillanti tra le stelle visibili a occhio nudo, quasi 700.000 volte il Sole!
A cura di Paolo Recaldini e Andrea Bernagozzi
La rubrica “Il cielo del mese” della Fondazione Clément Fillietroz-ONLUS è realizzata con il contributo della Fondazione CRT.