“Parametri in miglioramento ma serve più attenzione alle misure di prevenzione”

A spiegarlo è il Dottor Luca Peano nella consueta analisi settimanale. "In Italia la pandemia rallenta lentamente, la Valle d’Aosta segue questo trend nazionale in ritardo di un paio di settimane".
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Un epidemiologo per amico

La Valle d’Aosta è di nuovo in zona rossa, anche se in realtà, come si evince dall’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità aggiornato al 28 aprile, la stima di Rt e l’incidenza di nuovi casi sono entrambi in riduzione: 0,85 e 249,5 nuovi casi per 100.000 abitanti rispetto a 0,98 e 263 della settimana scorsa (calcolati sulla settimana precedente, quindi dal 19 al 25 aprile). La scelta governativa di inasprire le restrizioni sembra pertanto eccessivamente prudente.

Anche i dati aggiornati a ieri non sono francamente negativi: è vero che vi è stato un aumento dei nuovi casi positivi (38 casi giornalieri come media settimanale rispetto ai 34 della settimana scorsa, ma due settimane fa erano 41, per non parlare delle settimane precedenti), tuttavia il carico sull’ospedale è in riduzione, sia per quanto riguarda i ricoveri ordinari sia quelli in Terapia Intensiva, che sono pressoché sovrapponibili alle medie nazionali e di Piemonte e Lombardia. La curva dei decessi è invece in apparente rialzo, ma è come sempre di difficile valutazione data l’esiguità del numero degli eventi. Di tutto ciò ci si può facilmente rendere conto osservando i grafici che ho riportato.

Vale poi la considerazione che non è certamente una settimana in zona arancione che può far peggiorare sensibilmente le cose: se ciò avverrà, e questo non è un timore ingiustificato, bisognerà aspettare almeno due settimane per poter valutare correttamente l’effetto delle riaperture, che peraltro in Valle subiranno un ritardo rispetto alle regioni vicine.

 

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La campagna vaccinale procede regolarmente: a ieri era stato somministrato l’89,8% delle 50.730 dosi consegnate. Vi riporto le stesse statistiche della settimana scorsa, in lento e progressivo aumento e con percentuali simili a quelle nazionali: alla data del 30 aprile in Valle d’Aosta siamo all’8,9% della popolazione generale vaccinata con 2 dosi (in Italia al 9,6%) ed al 10,0% con 1 dose (in Italia 7,3%); al 40,3% degli over 80 con 2 dosi (in Italia 47,8%) e 31,3% con 1 dose (in Italia 29,0%); ed infine, nella fascia 70-79 anni, al 7,1% con 2 dosi (in Italia 10,8%) e 26,8% con 1 dose (in Italia 20,7%).

 

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In Italia la pandemia rallenta lentamente come mostrato dai dati dell’Istituto Superiore di Sanità nell’ultimo report aggiornato al 21 aprile: Rt a 0,81 ed incidenza settimanale dei casi a 157 casi per 100.000 abitanti. Anche i ricoveri ospedalieri diminuiscono, così come il numero dei decessi settimanali.

La Valle d’Aosta segue questo trend nazionale in ritardo di un paio di settimane. Così la stima di Rt ha finalmente varcato la soglia dell’unità (0,98), mentre dai dati quotidiani della Protezione Civile nella settimana dal 18 al 24 aprile l’incidenza dei nuovi casi è sotto la soglia dei 40 casi giornalieri, i ricoveri ordinari sono circa 50 e quelli in rianimazione 10. La curva dei decessi è l’unica in apparente aumento, ma si tratta di numeri piccoli con ampie variazioni quotidiane, come si vede dalla curva in rosso molto frammentata.

Possiamo dunque immaginare, almeno nelle prossime due settimane, un andamento favorevole con riduzione di tutti i parametri sotto controllo, decessi inclusi: poi si potrà valutare qual è l’effetto delle riaperture, che a mio parere per la Valle d’Aosta significa sostanzialmente aperture scolastiche e regioni vicine in fascia gialla, combinato con gli effetti della campagna vaccinale.

Speriamo soprattutto che il nostro passaggio a zona arancione, ed a zona gialla di quasi tutta l’Italia, non venga vissuto come un “liberi tutti” ed una conseguente riduzione delle misure di prevenzione individuale, che a mio personale parere sono molto più importanti delle norme generali: continuiamo ad indossare correttamente la mascherina, magari buttando via quelle in tessuto e fidandoci solamente di quelle chirurgiche, che proteggono gli altri da noi, e delle FP2, che in più rispetto alle precedenti proteggono noi dagli altri; non smettiamo di lavarci frequentemente le mani; aeriamo gli ambienti chiusi, specialmente adesso che il tempo è favorevole; ma soprattutto nei contatti manteniamo una distanza di sicurezza dagli altri ed evitiamo assembramenti inutili.

 

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La campagna vaccinale procede regolarmente, anche se sulle fasce d’età superiore siamo un po’ in ritardo rispetto alle medie nazionali. Questa settimana vi riporto anche le percentuali di vaccinati nella fascia di età 70-79 anni.

Per chi ama i numeri, alla data del 24 aprile in Valle d’Aosta siamo all’8,1% della popolazione generale vaccinata con 2 dosi (in Italia all’8,4%) ed al 10,8% con 1 dose (in Italia 8,4%); al 39,5% degli over 80 con 2 dosi (in Italia 47,2%) e 32,2% con 1 dose (in Italia 29,7%); ed infine, nella fascia 70-79, al 4,9% con 2 dosi (in Italia 7,7%) e 29,0% con 1 dose (in Italia 23,8%).

Come si vede siamo ben lontani da una immunità di gregge, che probabilmente non verrà mai raggiunta, sia per la maggior contagiosità delle varianti attualmente presenti (per non parlare di quelle future che probabilmente ci aspettano sfruttando i nostri ritardi vaccinali su scala planetaria), sia dei margini di inefficacia, anche se modesti, dei vaccini oggi in uso: ma il vero obiettivo è ridurre, se non azzerare, l’insopportabile numero dei morti che le cronache quotidiane riportano e che sono a carico soprattutto degli anziani e delle persone fragili.

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