L’intervista al fondatore di “Libera contro le mafie”. Don Ciotti era nel salone di Palazzo regionale oggi, martedì 4 aprile, dove ha incontrato, in due tornate, gli studenti che non avevano potuto partecipare alla manifestazione nazionale dello scorso 21 marzo a Milano.
La notizia della delusione degli studenti per non aver potuto partecipare – per problemi di trasporto – alla “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie” a Milano era stata cocente. Per questo. il fondatore di Libera incontrerà le scuole martedì 4 aprile nel salone “Maria Ida Viglino” di Aosta.
"È fondamentale prendere coscienza del contesto criminale, premessa indispensabile per il contrasto alle mafie e alla corruzione. Per quanto efficaci, le sole misure repressive non basteranno infatti mai a eliminare il crimine organizzato", ha spiegato la coordinatrice Donatella Corti.
A 37 anni esatti dall'autobomba alla quale il magistrato scampò miracolosamente, la targa che commemorativa sarà scoperta in via Monte Vodice, teatro dell'attentato. Alla cerimonia saranno presenti la moglie ed il figlio di Selis e Paola Caccia, figlia di Bruno Caccia, invitata da Libera.
I giovani partecipanti hanno trascorso una settimana nel comune di Mesagne, in Puglia, dove hanno contributo alla ristrutturazione e al riassetto di alcuni beni confiscati alla mafia.
Selis scampò miracolosamente, proprio nella stessa via, nel 1982, alla prima autobomba in Italia contro un magistrato. Il Consiglio comunale ha approvato all'unanimità la richiesta di Carpinello (Altra VdA), fattasi portavoce delle richieste di Libera.
Il Presidio “Antonio Landieri” dell’Associazione Libera Valle d’Aosta ha portato in scena la testimonianza di Lina D’Aniello, sopravvissuta all’attentato mafioso che il 23 dicembre 1984 fece esplodere la nona carrozza del Rapido 904, partito da Napoli e diretto a Milano. La memoria, in ricordo delle innocenti vittime della criminalità organizzata, diventa collettiva.
In Valle d'Aosta il lungo corteo, formato da 1200 studenti, è partito dalla stazione ferroviaria di Hône per raggiungere il Forte di Bard che è stato così invaso pacificamente dai giovani.
Il “laureato in scienze confuse”, ha invece delle idee molto chiare riguardo la situazione italiana: “La Mafia non è più armi e sangue, altrove si smette con il sangue e si punta sulla corruzione: tutto è cambiato".