Inchiesta Cheran: interrogati sindaco e segretario di Challand-Saint-Anselme

Grosjacques e Pilatone collaborano. Il pm Luca Ceccanti ha fatto ricorso al tribunale del riesame per le quattro misure di custodia cautelare che aveva richiesto, e che il gip Maurizio D'Abrusco ha negato.
Tribunale di Aosta
Cronaca
Stanno sfilando davanti al pubblico ministero Luca Ceccanti, gli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla turbativa d’asta per sei gare d’appalto indette dal comune di Challand-Saint-Anselme. Lunedì scorso, il primo cittadino del piccolo paese, di 714 anime, Graziano Grosjacques, si è presentato spontaneamente dal magistrato. “Ha risposto a tutte le domande – spiega il suo difensore, Gianni Maria Saracco, del foro di Torino – ha collaborato e ha spiegato come si sono svolte le cose senza indugio”. Martedì, invece, è stata la volta del segretario comunale, agli arresti domiciliari da giovedì 6 marzo, Fabrizio Pilatone, 45 anni di Ivrea. “Anche lui ha risposto a tutte le domande, ha collaborato attivamente con il magistrato”, ha detto il suo difensore. Pilatone è assistito anche lui dall’avvocato Gianni Maria Saracco.
 
Intanto, il pm Luca Ceccanti ha fatto ricorso al tribunale del riesame per le quattro misure di custodia cautelare che aveva richiesto, e che il gip Maurizio D’Abrusco ha negato. Ceccanti, aveva chiesto la misura cautelare anche per Giuseppe Chapellu Benoni, Graziano Grosjacques, Bobo Pernettaz e Alessandro Savio. Dalle indagini svolte dagli uomini delle fiamme gialle, era emerso, che da due anni a vincere tutte le gare d’appalto. Sei gare d’appalto, per un totale di oltre 150 mila euro, truccate, allo scopo di favorire un solo imprenditore. La ditta di Giuseppe Chapellu Benoni di Verrayes. Azienda che produce il verde dorato di Cheran, ovvero un particolare marmo. Per tutti gli indagati le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta aggravata e continuata.

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