Bando anziani: nel braccio di ferro tra le parti piomba la Regione

Bando congelato in attesa di un parere Anac chiesto Alta tensione in Consiglio comunale, sospeso per oltre un'ora.
Il Consiglio comunale di Aosta
Politica

Il Comune di Aosta è ancora in stallo. Il problema è sempre lo stesso, il bando sul Servizio agli anziani negli ultimi due mesi ha monopolizzato i lavori dell'amministrazione facendo emergere marcatamente le distanze tra le tre forze politiche di maggioranza.

L'antefatto
Da una parte l'Union Valdôtaine (riunitasi prima in solitaria con il Presidente della Regione Augusto Rollandin, anch'egli deciso al ritiro del bando), che continua a chiedere la revoca della gara d'appalto, dall'altra il muro formato da Pd e Stella Alpina che fanno resistenza. Ieri sera, in una riunione di maggioranza tirata fino a tarda ora, e nella quale pare siano volati gli stracci, l'ennesimo impasse nel quale non è stata trovata nessuna mediazione.

Nel frattempo la dirigente comunale ai Servizi sociali Anna Maria Careri ha richiesto un parere all'Anac – l'Autorità nazionale anticorruzione – per definire le conseguenze del ritiro del bando. Parere che non perverrà in piazza Chanoux prima di trenta giorni e che potrebbe essere influenzato direttamente da una decisione che piove dall'alto di piazza Deffeyes.

Attraverso una richiesta di accesso agli atti fatta dal consigliere del Gruppo Misto di Minoranza Étienne Andrione spunta fuori un atto, una proposta di delibera redatta dagli assessori unionisti, che parte dalla segreteria del Presidente della Regione per arrivare in Municipio e che chiede: “Di dare mandato al dirigente competente di revocare la determina e ogni altro atto inerente la procedure di gara” e di provvedere sin da subito all'approvazione di una nova determina che garantisca “adeguati livelli qualitativi dei servizi”. Anche perché, prosegue la proposta di atto, “da una più attenta valutazione dei documenti di gara le criticità espresse risultano in effetti fondate” perché prevedono criteri di valutazione dell'offerta tecnica che privilegerebbero “la valorizzazione di elementi quantitativi rispetto ai miglioramenti qualitativi” che porterebbe al rischio di omologare e standardizzare le offerte. In soldoni, la critica sul sistema a punteggio del Comune è pesante e potrebbe portare verso una valutazione dell'offerta fatta da una Commissione giudicante e non più sul tanto criticato sistema 'a crocette' attuale, e che potrebbe spostare gli equilibri tra le cooperative interessate.

Il Consiglio
È una mozione della minoranza riunita, nuovamente incentrata sul ritiro dell'atto, ad aprire la lunga parentesi sul bando: “Il parere dell'avvocato Saracco – spiega Andrea Manfrin, Lega Nord – dice chiaramente che il bando si può ritirare, che serve un nuovo motivo di interesse pubblico che è dato dal volere un servizio di qualità, e che il risarcimento alle aziende che hanno partecipato può essere previsto nella nuova gara. Questa poi è la sede opportuna per discutere, non le riunioni 'carbonare' a Palazzo regionale”.

La discussione viene fermata sul nascere da Vincenzo Caminiti, UV, che chiede una sospensione dei lavori consiliari – dieci minuti che diventano quasi un'ora – per proporre un emendamento alla mozione chiedendo che si aspetti il parere Anac che congela del tutto il bando, impedendone anche la revoca immediata che in una fase di voto – nei numeri della minoranza compatta più gli unionisti – sarebbe inevitabile. Il finale è teso: il Consiglio si sospende per due ore per dare a tutti la possibilità di leggere la richiesta inviata all'Anticorruzione dalla dirigente Careri. La battaglia si sposta quindi al pomeriggio ma resta inequivocabile, ad ora, un fatto. Forcing della Regione o meno, ritiro del bando o meno, piazza Deffeyes non sembra intenzionata a mettere fondi freschi nelle casse comunali. Fattore che farebbe venire meno la salvaguardia dei livelli occupazionali, al centro delle polemiche di questi mesi.

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