Sull’affaire “carampana” la maggioranza in Consiglio Valle – Rete civica esclusa – reagisce. Nel mirino dei 17 Lega e Mouv’, ma anche i due contrari pentastellati alla risoluzione Mossa e Vesan.
“Siamo esterrefatti dal comportamento dei gruppi Lega e Mouv’ e dei Consiglieri Mossa e Vesan – scrivono Av, Uv, Sa, Pnv–Ac–Fv –, che di fatto hanno sdoganato in Consiglio regionale la pratica dell’insulto personale sessista, in barba ai loro continui appelli al regolamento e al rispetto delle Istituzioni, denotando la totale strafottenza e la mancanza di considerazione per l’Aula e per le colleghe”.
E proseguono: “Se ieri siamo rimasti sbalorditi dal becero attacco alla collega Pulz, oggi lo siamo doppiamente dall’atteggiamento omertoso adottato da chi preferisce far passare sotto silenzio un atteggiamento inaccettabile, che offende la persona e l’Istituzione”.
Un’entrata a gamba tesa che poi si sposta verso il leghista Diego Lucianaz, autore dell’ormai noto “carampana” che ieri “aveva l’occasione per scusarsi con la collega e con l’Aula. È il minimo da fare in questi casi e tutto sarebbe finito lì. Non solo le scuse non sono arrivate, ma oggi abbiamo dovuto prendere atto che, oltre ai Consiglieri leghisti allineati per solidarietà di corpo, anche gli eletti del Mouv’ e due Consiglieri Cinque Stelle, tra cui un segretario del Consiglio, ritengono tollerabile che una collega venga insultata pesantemente. Rileviamo positivamente che fanno eccezione le consigliere Russo e Nasso”.
Scricchiolii a cinque stelle?
Tra le due consigliere che “fanno eccezione” è citata anche Manuela Nasso, che affida a Facebook lo sfogo dopo la non iscrizione in ordine del giorno della risoluzione che chiedeva all’aula “un comportamento e un linguaggio rispettosi del ruolo”.
Posto come, scrive ancora Nasso, “la rivalità politica non giustifichi mai e poi mai l’uso di un linguaggio offensivo e volgare” e che “gli insulti personali non dovrebbero appartenere alla nostra e a nessuna assemblea”, l’amarezza di fondo sta nel numero non raggiunto per presentare la risoluzione.
Non sarebbero comunque bastati i voti di Mossa e Vesan – che avrebbero “cubato” a 23 consiglieri favorevoli, quando per iscrivere la risoluzione ne sarebbero serviti 24 – ma il dato politico resta, con il MoVimento che, per la prima volta in un anno di legislatura, si divide.
“Penso che la non-iscrizione di una risoluzione, da alcuni considerata strumentale, su un tema davvero molto delicato visti i tempi che corrono dove odiose frasi sono sdoganate e legittimate mi pare una presa di posizione discutibile – chiude la consigliera 5stelle –. Una soluzione sarebbe potuta essere quella di iscrivere comunque l’iniziativa ed eventualmente in sede di discussione e votazione dire la propria e lì, solo lì, votare contro con adeguata argomentazione. Mi dispiace che ancora una volta venga sottovalutata una deriva grave dei nostri tempi”.