Carampana che sorpresa! Gli insulti in aula a Pulz diventano una risoluzione. Che però non c’è

Dopo che Lucianaz (Lega) ha sbottato nei confronti della collega di Adu dandole della “carampana” in Consiglio Valle arriva una risoluzione che chiede comportamenti rispettosi. Ma mancano i numeri per inserirla nell’ordine del giorno.
Immagine di archivio
Politica

Carampana che sorpresa”, verrebbe da dire. Gli stracci volati ieri in Consiglio Valle, in serata, tra il leghista Diego Lucianaz e la collega di Adu Daria Pulz – che ha incassato appunto un “carampana” a microfono aperto, con l’eletto del Carroccio inviperito per le allusioni alla “Lega fascista” della consigliera – tornano in aula.

O meglio, sarebbero dovuti tornare. La risoluzione firmata da tutti i consiglieri tranne Lega, Mouv’, i pentastellati Mossa e Vesan e Restano, astenuto, chiede di “Prendere le distanze e definire inaccettabili il comportamento e il linguaggio utilizzati da un consigliere della Lega Vda nei confronti di una collega durante la riunione del Consiglio Valle del 2 luglio, oltre a invitarlo a chiedere scusa alla collega e all’intera Assemblea”.

Non solo, la bozza di risoluzione aggiunge: “Il Consiglio Valle è la sede della più alta Istituzione rappresentativa della Valle d’Aosta ed è essenziale che gli eletti adottino un comportamento e un linguaggio rispettosi del ruolo che sono chiamati a ricoprire. L’animosità del dibattito e l’antagonismo politico non giustificano l’uso di un linguaggio grossolano, offensivo e volgare. Gli insulti personali e sessisti non devono appartenere alla nostra Assemblea perché rappresentano la peggiore espressione della mancanza di civiltà e testimoniano il ritorno, all’interno di certi partiti politici, di atteggiamenti barbari, violenti e inaccettabili. Infine, l’uso del patois per rivolgere pesanti insulti a una collega danneggia non solo la persona ma anche questa lingua ancestrale”.

Interessante – tolto il fatto che certo cose si debbano persino portare in Consiglio e non siano scontate –, ma probabilmente non abbastanza. La risoluzione, infatti, in aula manco ci arriva.

Dei 34 i presenti in aula, con 21 favorevoli, un astenuto e 12 contrari mancano infatti i 24 voti per iscrivere l’iscrizione all’ordine del giorno.

Nessun problema, difficilmente sarà l’ultima. Coi caldi estivi e i “lunghi coltelli” ormai perennemente sguainati tra consiglieri – gli interventi per “fatto personale” ormai sono un loop dell’Assemblea regionale – i “regolamenti di conti” interni all’aula sono destinati a moltiplicarsi. Per il bene dei valdostani, come si suol dire.

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