Si chiamano Neet, acronimo inglese per neither in employment nor in education or training o not engaged in education, employment or training, e definiscono soprattutto quei giovani che non studiano, non lavorano e non sono coinvolti in percorsi formativi.
Un fenomeno complesso che questa mattina, in Consiglio comunale ad Aosta, è stato tirato fuori da Luca Lotto, MoVimento 5 Stelle, che ha spiegato: “Dall’aggiornamento Eurostat nel 2018 l’Italia si conferma al primo posto in Europa per numero di ‘Neet’, che rappresentano più di un giovane su quattro tra i 20 e i 34 anni, cioè il 28,9% del totale. Il numero totale in Italia supera i 3 milioni di ragazzi, in questa allarmante situazione del mondo giovanile”.
E aggiunge, chiedendo quali siano i dati di Aosta e cosa intenda fare l’Amministrazione per arginare il fenomeno: “C’è un ulteriore dato preoccupante secondo cui, sempre nella fascia 20-34 anni, la percentuale rispetto al genere parla di 34,2% di ragazze rispetto al 23,8% di ragazzi. Sono giovani che si autoescludono dal mondo sociale, chiusi in casa davanti ad un computer o allo smartphone”.
“Non è stato semplice recuperare dei dati – spiega in risposta il Sindaco Fulvio Centoz -, e ad oggi non ne abbiamo specifici su Aosta. Secondo i dati dell’Osservatorio economico e sociale della Regione nel 2018 in Valle d’Aosta il 16,3% dei giovani tra i 15 e i 34 anni non studia e non lavora. Una percentuale molto alta, anche se non raggiunge quella nazionale. In Valle i maschi sono il 20% e le femmine il 28%, anche qui c’è una tendenza maggiore per il genere femminile. Sono dati allarmanti, concordo”.
Che fare? Centoz prova a dare una risposta: “Allo stato attuale il Comune non ha azioni specifiche per fronteggiare un fenomeno che andrebbe studiato più nel dettaglio, sia nel nostro territorio sia nella Plaine, per mettere in campo azioni concrete e dare risposte. Potremmo però agganciarci alla mozione condivisa all’unanimità il mese scorso sul Bando di Innovazione sociale”.
Soddisfatto Lotto: “Anche la Cittadella dei Giovani può essere un osservatorio – chiude il consigliere pentastellato -, la politica deve prendere delle iniziative, che sono necessarie. Sono felice per la partecipazione al Bando perché nei fatti nasce per fare delle iniziative per i giovani e potrebbe dare delle risposte. Se non investiamo sui giovani facciamo la scelta peggiore in assoluto”.