“Occhio pigro”, dall’Usl tornano gli screening per i bambini

Dopo l'attività dello scorso anno, per individuare per tempo l'ambliopia, tornano le attività di screening dell'Azienda, una collaborazione tra gli Assessorati alla Sanità e all'Istruzione. Le visite saranno effettuate al Beauregard, a Morgex, a Châtillon e Donnas.
La conferenza stampa sull'attività di screening per l'ambliopia
Società

L’anno scorso l’iniziativa ebbe esito assolutamente positivo. Quest’anno cambia il metodo ma si spera in un nuovo successo, anche perché il tema è di importanza capitale: la prevenzione.

Ripartiranno, il calendario e gli orari sono ancora in via di definizione e verranno resi noti già la settimana prossima, le attività di screening dell’ambliopia, patologia conosciuta anche come “occhio pigro”, in collaborazione con le Istituzioni scolastiche e che incrocia i passi degli Assessorati alla Sanità e all’Istruzione in un solo percorso.

Una condizione che interessa circa il 4% della popolazione mondiale e che può essere trattata con successo se intercettata nei primi anni di vita del bambino.

Da qui la collaborazione con le scuole: “I dati presentati lo scorso anno sono importanti – ha spiegato Chantal Certan, Assessora all’Istruzione e che lo scorso anno era alla guida della Sanità -, e solo quando i bambini sono piccoli si può intervenire per curare l’ambliopia in maniera efficace. È importante quindi fare uno screening a tappeto sui bambini di quel periodo, un intervento che può servire anche per l’autostima dei bambini. È un’azione di prevenzione per eccellenza, obiettivo fondamentale da mantenere”.

“L’‘occhio pigro’, volgarmente detto – le fa eco l’attuale Assessore alla Sanità Mauro Baccega – sembra all’apparenza normale nei bambini ed è difficile capire se intervenire o meno perché i piccoli vedono comunque correttamente. Ma l’intervento di correzione va fatto in fascia d’età molto giovane, tra i 5 e i 6 anni, per evitare una condizione di irreversibilità”.

Se lo scorso anno lo screening ha visto “battere a tappeto” tutte le scuole materne della Valle, da quest’anno lo scopo è un altro: dare un riferimento – e degli orari – fissi alle famiglie.

“Questo è un progetto che si inserisce nella prevenzione della cronicità – spiega invece il dottor Roberto Orsi, Direttore della Struttura complessa di Oculistica -, per intercettare problemi non più gestibili in seguito. L’anno scorso abbiamo applicato un sistema ‘porta a porta’ andando in ognuna delle 95 scuole materne della regione. Un approccio molto dispendioso per tempo e risorse umane, con il vantaggio che l’adesione è stata molto alta. Quest’anno per motivi di difficoltà legate all’organico sono state cambiate le modalità e diamo la possibilità ai genitori di portare i bambini negli ambulatori del Beauregard, ma anche in quelli distrettuali di Morgex, Châtillon e Donnas”.

Qui, di nuovo, sarà “chiave” il ruolo della scuola: “Probabilmente perderemo un po’ di adesione – chiude Orsi -, ma che cercheremo di compensare con dei richiami successivi. Questo progetto coinvolge anche pediatri di base e le scuole che avranno il compito di sensibilizzare ripetutamente i genitori nel corso dell’anno”.

Coinvolgimento fondamentale, al di là dell’’occhio pigro’ in sé: “È un’azione importante – dice invece il dottor Maurizio Castelli, Direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl – perché il progetto è nato per i bambini dell’anno 2015 e non solo nelle scuole, ma anche per chi non le frequenta ancora. In quest’ultimo trimestre è prevista una chiamata via lettera ai genitori che non hanno aderito allo screening e per chi non è mai stato iscritto a scuola o era assente il giorno della visita. Questo screening sull’ambliopia è fondamentale perché riesce a individuare anche altre patologie che possono essere curate da uno specialista”.

Alcuni numeri

Sui dati emersi dall’inziativa “gemella” dello corso anno si sofferma Certan: “Degli 817 bambini nati nel 2015, 627 sono stati visitati. In 190 risultavano assenti o non autorizzati dai genitori, ma bisogna capire che questo non è uno screening invasivo. Dei visitati il 10% con problematiche è stato intercettato. Forse a livello nazionale le medie sono maggiori, ma 63 bambini con problematiche visive sono stati individuati, 12 con l’ambliopia, e potranno seguire un loro percorso”.

O, per dirla con il Direttore sanitario dell’Usl Pier Eugenio Nebiolo: “La prevenzione è una delle ‘mission’ dell’Azienda sanitaria, ma anche il mettere assieme varie professionalità come in questo caso con la Prevenzione e l’Oculistica. Ambliopia significa che il bambino non si accorge di non vedere bene, e con il passare del tempo il cervello usa l’occhio più favorevole e quello ‘pigro’ lo diventa sempre più. È importante fare sapere a tutte famiglie che ci sono questi controlli”.

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