Geenna, la Regione non sarà parte civile: “Il Presidente doveva essere in aula”

Il Gup Danieli non ha ammesso, per vizi formali, la richiesta di piazza Deffeyes di costituirsi nel procedimento sulle presunte infiltrazioni di ‘ndrangheta in Valle d’Aosta. Accolti, invece, i comuni di Aosta e Saint-Pierre e l’associazione Libera VdA.
Operazione GEENNA - Udienza preliminare
Cronaca

Alla ripresa dell’udienza preliminare per i diciotto imputati del procedimento nato dall’operazione Geenna, sulle infiltrazioni di ‘ndrangheta in Valle d’Aosta, è giunta la decisione del Gup Alessandra Danieli in merito alle richieste di costituzione di parte civile. La Regione Autonoma Valle d’Aosta non è stata ammessa, mentre sono state accolte le istanze dei comuni di Aosta e Saint-Pierre e dell’associazione Libera Valle d’Aosta.

Sulla bocciatura della richiesta avanzata da piazza Deffeyes, che non potrà quindi pretendere danni dalle persone a giudizio (in caso di loro condanna), hanno pesato vizi formali: più di un difensore degli imputati, nell’udienza della scorsa settimana, aveva eccepito sulla procura presentata dall’ente. Secondo il giudice, la richiesta di costituzione, per essere corretta in termini formali, avrebbe dovuto vedere, al precedente appuntamento, la presenza in aula del Presidente della Regione.

La deliberazione di costituirsi parte civile era stata adottata dalla Giunta regionale il 6 dicembre. A presiedere l’ente, lo scorso 12 dicembre, data dell’ultima udienza, era Antonio Fosson, dimessosi il giorno dopo a seguito dell’emergere dei contenuti dell’annotazione sull’inchiesta Egomnia, depositata dal pm Valerio Longi della Dda di Torino in vista di tale scadenza processuale, nell’ottica di rafforzare le accuse contestate agli imputati di associazione a delinquere di stampo mafioso.

Più di un avvocato, nel chiedere un termine per approfondire le nuove carte, aveva segnalato la presenza del Presidente della Regione nelle intercettazioni contenute nei resoconti investigativi, ventilando la potenziale inopportunità – a tale luce – della costituzione di piazza Deffeyes nel procedimento. Al riguardo, l’avvocato cui la Regione aveva affidato l’incarico di assisterla, Renzo Cocchi del foro di Torino, aveva detto di restare in attesa di leggere i nuovi atti, precisando inoltre quali profili riteneva lesi dalle vicende su cui verterà il processo.

Saint-Pierre è assistita dall’avvocato Giulio Calosso, che in occasione della prima seduta era accompagnato dal sindaco Paolo Lavy, mentre Aosta ha individuato quale legale di parte civile Gianni Maria Saracco. Quanto a Libera, la costituzione in giudizio è patrocinata dall’avvocato Vincenza Rando (il legale che ha collaborato alla stesura della prima legge in Italia contro le infiltrazioni mafiose nell’economia).

L’udienza sta ora proseguendo con le dichiarazioni spontanee di uno degli imputati, l’avvocato torinese Carlo Maria Romeo (destinatario di contestazioni nel filone dell’inchiesta legato ad un traffico di stupefacenti). Quindi il Gup chiederà agli imputati se alcuni di loro intendono effettuare scelte di riti alternativi (come patteggiamenti, o abbreviati).

Sulla decisione del Gup, la Regione è intervenuta con una nota verso sera, precisando che “assumerà le opportune determinazioni in ordine alla costituzione di parte civile per la fase dibattimentale” (legata, cioè, ai cinque imputati che non hanno aderito a riti alternativi e potrebbero essere rinviati a giudizio). La possibilità di costituirsi, per la Regione, è ancora salva anche rispetto a Bruno Nirta (per il quale il procedimento deve ricominciare, per un problema nella notifica degli atti).

0 risposte

  1. Fosson prima nasconde al popolo valdostano che aveva ricevuto da questa estate avviso di garanzia, non si presenta ad interrogatorio, si costituisce parte civile come rappresentante (indegno) della Regione e fa decadere tale costituzione per vizio di forma dopo che da notizie di stampa è palesata la sua iscrizione nel registro indagati.

    Questi son i nostri “rappresentanti”.

  2. Ennesima figuraccia della Regione e del suo ex presidente-Prefetto, che si è costituito parte civile pur sapendo da mesi (e si è ben guadato dal comunicarlo) che aveva ricevuto avviso di garanzia per scambio politico-mafioso e non si è neppure presentato all’interrogatorio. Ha fatto atto plateale e propagandistico e poi appena è venuto di dominio pubblico la sua implucazione ha messo la testa sotto la sabbia, le bugie hanno le gambe corte.

    Questi straparlano di atonomia e la minano nei fatti coi loro comportamenti.

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