Coronavirus, Adu scrive al Prefetto: “Consenta ai bambini delle brevi passeggiate”

L'altra richiesta del movimento riguarda la possibilità di svolgere attività fisica nei dintorni di casa o accompagnamento del cane, con le stesse limitazioni di cui sopra: 30 minuti, per una distanza massima da casa di 1 km.
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Politica

Mentre sul web sono migliaia le firme a sostegno della petizione lanciata su Change.org, in Valle d’Aosta è Adu Vda a farsi portavoce di una richiesta simile al Prefetto-Presidente della Regione.

“Le misure di restrizione della libertà personale, in particolare quella di movimento, per quanto coerenti con l’obiettivo di limitare al massimo le occasioni di contagio, stanno creando altre problematiche.  – sottolinea il movimento – In particolare, rischi per la salute psicologica, soprattutto di soggetti deboli come i bambini, ed eccessiva riduzione dell’attività fisica con conseguente aumento del rischio di patologie cardio circolatorie”.

Le richieste di Adu Vda, che potrebbero entrare a far parte di un’apposita circolare, “da condividere con il Questore e che tenga anche conto delle nostre specificità territoriali”, sono di dare la possibilità per i bambini di effettuare brevi uscite (a piedi): trenta minuti, con un maggiorenne del nucleo familiare e per una distanza massima da casa di 1 km. Ma anche di poter svolgere attività fisica nei dintorni di casa o accompagnamento del cane, con le stesse limitazioni di cui sopra: 30 minuti, per una distanza massima da casa di 1 km.

“Quanto sopra per garantire l’effettivo rispetto della norma non solo attraverso lo strumento del controllo e della repressione, ma in maniera più efficace, con quello dell’adesione ad una disposizione riconosciuta razionale e congrua. – spiega Adu Vda –
Si tratta, inoltre, di riconoscere e limitare le disuguaglianze tra chi è costretto a vivere le attuali restrizioni in pochi metri quadri e chi ha, invece, la fortuna di poter disporre di ampi terrazzi o giardini”.

Altri suggerimenti che arrivano da Adu Vda sono:  l’attivazione, da parte dei comuni, di un registro delle persone non residenti, presenti sul territorio (nome e cognome; mail/ cellulare; data di arrivo), al fine di garantire il rispetto dei diversi decreti e ordinanze prefettizie e di avere chiara la situazione da gestire, anche nel medio termine; la predisposizione di luoghi di accoglienza (seguendo l’esempio di altre regioni, si potrebbero mettere a disposizione alcuni alberghi) per i “senza casa” e chi, prima dei provvedimenti che hanno limitato la mobilità tra comuni, si trovava in Valle d’Aosta e risulta essere privo di un’abitazione adeguata (in particolare stagionali, richiedenti asilo e migranti).

 

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