Inizia la settimana che conduce alla Pasqua e, con l’epidemia Covid-19 che ancora non dà tregua, la Presidenza della Regione annuncia, con la collaborazione con le forze dell’ordine, un’intensificazione dei controlli “su tutta la rete viaria regionale”. La misura, a quanto si legge in una nota, si rende necessaria per “evitare che il periodo pasquale possa generare nuovi arrivi da fuori Valle e spostamenti ingiustificati sul territorio”.
Il rafforzamento della verifica della circolazione è “un’ulteriore misura volta al rispetto” dei provvedimenti (prima un’ordinanza del Presidente della Regione del 15 marzo, poi il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 marzo) che vietano “lo spostamento nelle seconde case”, per “arginare la diffusione del virus sul territorio nazionale”.
Al tempo stesso, incrementare la vigilanza – sottolinea la Regione – vuole essere “un segnale di attenzione nei confronti di tutta la popolazione valdostana che può essere tutelata soltanto con il rispetto della regola #iorestoacasa”. I controlli “non sono mai mancati”, aggiunge piazza Deffeyes, e “si sono rivelati efficaci per contenere la circolazione delle persone”.
Guardando ai numeri, da lunedì 30 marzo a ieri, sabato 4 aprile, le persone di cui le forze dell’ordine (oltre ai corpi dello Stato sono impegnati anche il Corpo forestale e le Polizie locali) hanno verificato gli spostamenti, controllando le autodichiarazioni, sono state in tutto 5.348. Per 95 di queste non è stata riconosciuta la fondatezza del motivo per cui erano fuori casa ed è scattata la sanzione amministrativa (da 400 euro a 3mila euro).
Il giorno di maggiore “indisciplina” rispetto alle restrizioni imposte per il contenimento dell’epidemia – a leggerlo attraverso l’attività di verifica – è stato ieri, sabato 4, quando è stato elevato il numero di sanzioni più alto di tutta la settimana, vale a dire 28 (e c’è stato anche un denunciato). Lunedì 30 marzo, invece, è stato occasione di un doppio “record”: la quantità più alta di verifiche svolte nell’arco dei sei giorni (963) e solo 9 “beccati” in giro per motivi non di lavoro, urgenti o di salute (le uniche ragioni per cui è possibile lasciare casa).