Scuola, la Cisl: “Ragionare sul come riaprire”

"La scuola a distanza non può reggere e funzionare per un lungo periodo" sottolinea in una nota la Cisl Scuola che solleva però alcune criticità.
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Società

“La ripresa delle attività didattiche in presenza sarebbe un grande segnale di ritorno alla normalità, è un desiderio che tutti provano, crediamo che sia proprio il personale della scuola ad avvertire il bisogno di recuperare quanto prima quel rapporto di relazione immediata e diretta che rende tale una comunità scolastica. La scuola a distanza non può reggere e funzionare per un lungo periodo”.E’ quanto sottolinea in una nota la Cisl Scuola.

Il sindacato solleva però le criticità del settore come ad esempio i concorsi riservati ed ordinari di prossima emanazione. “Ormai venuta meno ogni possibilità di svolgere le procedure in tempo utile per l’avvio dell’anno scolastico 2020/2021″ sottolinea la Cisl Scuola che rilancia, quindi, la proposta di ” individuare modalità straordinarie di reclutamento, quali ad esempio i
concorsi per soli titoli, che consentano alle scuole di poter far conto, già dal prossimo settembre, sulla necessaria stabilità delle risorse di organico, valorizzando a tal fine le più consistenti e consolidate esperienze di lavoro”.

Secondo i dati forniti dal sindacato nella scuola sono più di 75 mila precari che negli ultimi 12 anni hanno maturato ben più di 3 anni di servizio.

La Cisl scuola si dice inoltre preoccupata per il mancato aggiornamento delle graduatorie di istituto “che penalizzerà tanti giovani aspiranti supplenti che in questi anni hanno conseguito i titoli per insegnare a pieno titolo nelle nostre scuole”.

Sulla riapertura delle scuole, la Cisl evidenzia come il dibattito dovrebbe vertere non sul quando ma sul come. “Ed è un problema di grande complessità, perché investe un sistema che coinvolge moltissime persone, con un grande impatto in termini di movimento e trasporti, servizi, contatti sociali. Il tema del distanziamento e del rispetto delle regole è ancor più delicato quando parliamo di bambini piccoli e di alunni diversamente abili.”

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