Aprire agli spostamenti fra regioni e ristori mirati: le richieste delle associazioni di categoria

Chambre e associazioni di categoria chiedono al Governo regionale un'azione comune per far comprendere a Roma le "peculiarità e le reali necessità della Valle d’Aosta che per le sue piccole dimensioni non ha un mercato interno in grado di sostenerne l’economia".
Nicola Rosset, Presidente della Chambre Valdôtaine
Economia

“In questo momento di particolare difficoltà è necessario lavorare tutti insieme superando logiche settoriali o partitiche per supportare tutti insieme una economia che altrimenti rischia il tracollo”. E’ la richiesta che arriva dalla Chambre Valdôtaine e dalle associazioni di categoria a Piazza Deffeyes. Al Governo e al Consiglio regionale la Chambre, ADAVA, AVIF, CNA Valle d’Aosta, Coldiretti Valle d’Aosta, Confartigianato Valle d’Aosta, Confcommercio Imprese per l’Italia Valle d’Aosta, Conferenza Valdostana della Professioni, Confindustria Valle d’Aosta e Fédération des Coopératives Valdôtaines chiedono un’azione comune e coordinata a tutela del sistema economico valdostano.

L’obiettivo è far comprendere a Roma le “peculiarità e le reali necessità della Valle d’Aosta”, “unica regione italiana in cui il territorio si sviluppa interamente in area montana e che per le sue piccole dimensioni non ha un mercato interno in grado di sostenerne l’economia”.

Da qui la richiesta, sulla quale non sembrano però esserci aperture dal Governo Conte, di una apertura agli spostamenti tra regioni “che possa interessare almeno i proprietari delle seconde case e coloro che sono in possesso di una prenotazione alberghiera di almeno una notte, tenendo in considerazione non solamente l’offerta legata al mercato dello sci, ma anche le peculiarità storiche, paesaggistiche, culturali ed enogastronomiche che la nostra regione è in grado di offrire”.

L’appello congiunto di Chambre e delle Associazioni si concentra poi sui ristori per le imprese. La richiesta è di non limitarsi a “contributi a pioggia che, in molti casi, rischiano di non apportare un reale supporto al tessuto economico, puntando piuttosto su interventi che, basandosi su criteri oggettivi quali ad esempio fatturato, utili, livelli occupazionali e liquidità, oltre ad altri aspetti che possono risultare significativi per i singoli comparti economici e per la cui individuazione appare prioritario un coinvolgimento dei rappresentanti delle imprese, possano permettere di aiutare quelle realtà economiche che sono realmente in difficoltà”.

I rappresentanti del settore imprenditoriale evidenziano infine l’esigenza delle imprese “di poter guardare al futuro con informazioni chiare e precise in merito a quelle che saranno i possibili scenari all’interno dei quali saranno chiamate a muoversi”.

Da qui la richiesta di un “confronto costante, di una capacità di analisi e di una pianificazione, sia in ambito sanitario sia economico, che permettano, a breve come a medio termine, al sistema imprenditoriale di essere chiaramente aggiornato e di lavorare in un contesto meno incerto di quello attuale”.

“E’ fondamentale – proseguono – mettere le nostre imprese nella condizione di essere operative in piena sicurezza, anche per non vanificare i numerosi interventi che le stesse hanno portato avanti nei mesi appena trascorsi al fine di adeguare le proprie strutture alle misure richieste dal sistema nazionale”.

 

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