Detto fatto. Come annunciato nelle prime ore dopo la sua approvazione, la legge 11 sulle riaperture finisce davanti al Tar della Valle d’Aosta. Il Governo, che nel Consiglio dei Ministri di domani sembra intenzionato a impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge, ha depositato ricorso al Tar di Aosta contro l’ordinanza firmata venerdì scorso dal Presidente della Regione Erik Lavevaz.
L’atto, che prende le mosse dalla legge 11, ha autorizzato la riapertura da ieri, mercoledì 16 dicembre di bar e ristoranti, oltre a consentire ai residenti lo spostamento in altri comuni, diverso da quello di residenza, per praticare la caccia, lo sci di fondo, le ciaspole e lo sci alpinismo, quest’ultima attività solo se accompagnati da una guida alpina. Ad essere stata impugnata è però solo la parte relativa alla riapertura di bar e ristoranti.
L’ordinanza del Presidente Lavevaz impugnata ha validità fino al 20 di dicembre, data in cui dovrebbe essere ufficializzato il passaggio della nostra regione in zona gialla.
Il Governo segue quindi la linea già tenuta con l’ordinanza del Presidente dell’Abruzzo Marsilio che aveva anticipato il passaggio della propria regione in zona arancione. La decisione del Tar dell’Aquila sulla sospensione chiesta da Roma arrivò in quel caso un giorno prima del cambio di zona. Situazione che potrebbe prodursi anche in Valle d’Aosta.
Il commento del Presidente della Regione
“Prendiamo atto dell’azione intrapresa dal Governo – commenta il Presidente della Regione Erik Lavevaz – contro un provvedimento che, come abbiamo già avuto modo di sottolineare in altre occasioni, è stato predisposto sulla base dei dati epidemiologici che, da oltre un mese, pongono la nostra Regione in quella che viene definita ‘’zona gialla’’, in quanto i parametri per la misurazione del rischio di diffusione e di controllo del virus sono in rallentamento sul territorio valdostano”.
Lavevaz ricorda di aver chiesto venerdì scorso 11 dicembre al Ministro della Salute di riclassificare la Regione, sulla base dei dati oggettivi disponibili, così come prevede la normativa vigente.
“La presa di posizione del Governo stupisce in particolar modo per le tempistiche, poiché arriva alla vigilia del riconoscimento ufficiale della Valle d’Aosta nella fascia di rischio medio” – sottolinea ancora Lavevaz – ” “Un contenzioso del quale sfugge quindi la finalità, se non per cercare di mortificare e di sminuire i principi dell’autonomia di cui gode la Valle d’Aosta, sulla base dei quali abbiamo ritenuto opportuno e corretto agire in tutela della realtà socio-economico di tutto il nostro territorio, partendo comunque dal presupposto che debbano essere messe in atto tutte le disposizioni per il contenimento del virus. Non diversamente da quanto già fatto dalla Provincia autonoma di Bolzano”.
Infine Lavevaz annuncia di aver dato mandato all’Avvocatura regionale – che ha già provveduto alla costituzione in giudizio – di sostenere dinanzi al Tar la fondatezza dell’ ordinanza, “che ha inteso dare un piccolo segno di ripresa a degli operatori economici che stanno soffrendo in particolar modo le conseguenze della pandemia, con precise e stringenti regole per la ripresa dell’attività che comunque avverrà domenica prossima”.
