E’ stata attribuita oggi, mercoledì 14 aprile, dal Gip del Tribunale la perizia medico-legale chiesta dalla Procura di Aosta, con istanza di incidente probatorio, sulla morte di Valentina Chapellu, la bimba di 17 mesi deceduta il 17 febbraio 2020 all’ospedale Regina Margherita di Torino. La piccola era stata trasferita d’urgenza al nosocomio torinese dopo essere stata visitata quattro volte al “Beauregard” di Aosta. Sono rimasti tre (dopo una precedente richiesta di archiviazione) i medici dell’Usl Valle d’Aosta nei confronti dei quali il pm Francesco Pizzato, titolare del fascicolo, ipotizza l’omicidio colposo, in relazione alla responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario.
Ad occuparsi della perizia sarà il medico legale di Torino Cinzia Immormino. Le operazioni volte all’espletamento del compito attribuitole inizieranno il prossimo 10 maggio. La professionista ha a sua disposizione tre mesi per completare la relazione conclusiva ed è già stata fissata, per il 23 settembre prossimo, l’udienza in cui verranno illustrati i contenuti della stessa. Le difese dei medici sotto inchiesta (Adriana Bobbio di Sarre, Catherine Bertone di Aosta e Marco Aicardi di Verrayes) hanno nominato dei consulenti di parte, che prenderanno quindi parte alle diverse fasi peritali.
La necessità di un nuovo esame tecnico sull’accaduto è stata motivata dall’esito delle due consulenze svolte sinora dagli inquirenti. Queste, partendo da una morte legata ad una infezione a livello dell’apparato respiratorio della bimba, pur avendo rilevato comportamenti dei sanitari che “non sono stati rispettosi delle linee guida e della buona pratica clinica” (caratterizzandosi “per profili di inadeguatezza e, in alcuni casi, di ‘evidente superficialità’”), hanno però evidenziato che, qualora i medici avessero eseguito gli accertamenti previsti, non sarebbe comunque possibile affermare che questi “avrebbero impedito il decesso” della bambina.
In sostanza, per l’accusa la valutazione compiuta sinora “non pare esaustiva” rispetto alla valutazione di tutti i profili delle condotte dei tre indagati, soprattutto al fine di accertare “la sussistenza di un nesso causale tra le loro condotte attive e omissive e la morte”. E’ questo l’aspetto posto al centro della perizia disposta oggi, volto a dirimere (pure nell’interesse degli indagati) i dubbi infusi negli inquirenti (anche) dalle dichiarazioni di un medico del “Regina Margherita”, secondo il quale la bimba avesse “in origine ‘solo una banale influenza’ e che ‘certamente da qualche parte della catena c’è stato un intoppo’”.