Non c’è rivalità a casa del Leone rampante. Ieri, Cristina Machet, unica candidata alla presidenza dell’Union Valdôtaine, è stata eletta all’unanimità. Le elezioni, per alzata di mano, si sono svolte alle 18.30 presso l’Auditorium di Pont-Saint-Martin. La sala ha ospitato circa 200 unionisti tra membri del consiglio federale e presidenti di sezione.
Il saluto di David Follien, presidente uscente, in un intervento: “In questi anni ho dato molto al Mouvement. Ho avuto grandi gioie e profonde ferite, ma sono stato, resto e resterò unionista. Essere unionista è uno stato d’animo”.
La fiducia che i valdostani hanno nei confronti del partito è confermata, secondo Follien, dai risultati ottenuti durante le elezioni regionali e comunali del 2020. Per l’ex presidente è necessario saper dare valore a ciò che di buono è stato fatto pur mantenendo anche un po’ di autocritica. “Se le cose non sono state fatte bene la colpa è dell’Union Valdôtaine, ma permettetemi, le cose ben fatte sono merito soprattutto dell’Union Valdôtaine”.
Sono mille, oggi, i tesserati unionisti. “È un risultato straordinario” ripete Follien. “Credo che sommando gli iscritti delle altre forze politiche non si ottiene il numero dell’UV. Dobbiamo esserne fieri. Voglio evidenziare che siamo ancora, e sempre di più, al centro della politica valdostana. Questo implica impegno, coerenza e soprattutto responsabilità. Dobbiamo ancora una volta, come in passato, garantire la governabilità senza accettare ricatti, ma riconoscendo l’importanza del dialogo”. “Pas des chantages, oui au dialogue” (no ai ricatti, sì al dialogo) è lo slogan di Follien.
La parola passa alla candidata alla presidenza Cristina Machet, “dinamica, competente ed entusiasta” così la presenta il suo predecessore, per il discorso “L’esprit de l’Union”.
“L’Union Valdôtaine è in piena salute. Abbiamo reagito alle difficoltà del 2018. A dimostrarlo gli esiti delle elezioni regionali. I valdostani sono tornati ad avere fiducia nel nostro lavoro. Da lunedì mattina, voglio incontrare le sezioni”. I punti forti del suo programma saranno il dialogo, condivisione e gestione federalista, già sperimentata nella passata esperienza come Sindaca di Torgnon tra il 2010 e il 2015.
Sulla riunificazione delle forze autonomiste le opinioni degli iscritti non sono univoche. Machet comunica la necessità di “un dialogo che passerà dal Congrès national, strumento più democratico possibile, per capire come parlare con chi ha gli stessi ideali. I movimenti politici, i partiti e le associazioni sono insieme di idee e di ideologie. Se condivise vale la pena lavorare insieme. Bisogna ragionare non di pancia, ma in modo strategico. Non si può parlare di ‘cugini cattivi’ se alcuni se ne sono andati negli anni. La frammentazione degli unionisti ha aperto le porte ai partiti politici nazionali e ciò non ha giovato ai valdostani”, dichiara Machet. Poco prima, sulla stessa linea d’onda, il presidente uscente aveva espresso la necessità di “fare una politica che unisce e non una politica che ricerca divisioni”.
“Lavorerò con entusiasmo” conclude Cristina Machet. Al suo fianco ci saranno il vice-presidente Piero Prola di Verrès e il tesoriere Federico Perrin di Courmayeur.