Aosta aderisce alla Rete Sai per l’accoglienza dei profughi afghani

Il Capoluogo si unisce al Sistema di accoglienza e integrazione composto da Saint-Vincent (capofila), Saint-Rhémy-en-Bosses e Champorcher che ospitano in tutto 25 richiedenti asilo, in attesa del decreto della Ministra dell’Interno Lamorgese sulle coperture finanziarie statali.
Piazza Chanoux, Aosta
Politica

Dopo Saint-Vincent, Saint-Rhémy-en-Bosses e Champorcher, il Comune di Aosta aderirà alla Rete Sai, il Sistema di accoglienza e integrazione, per i profughi afghani.

La decisone – nell’aria sin dal ritorno dei talebani al potere, mentre il tema è in discussione anche a livello regionale – è stata ufficializzata oggi, duranti i lavori della III Commissione consiliare Servizi alla persona”, e approvata all’unanimità.

L’Assessora alle Politiche sociali Clotilde Forcellati ha spiegato: “Vediamo quotidianamente le gravi difficoltà che stanno vivendo famiglie intere, e quelle di donne e bambine che in poco tempo hanno perso i diritti che faticosamente hanno acquisito. Ci siamo chiesti, credo tutti, come potessimo intervenire in maniera consapevole, stabile e integrata a livello di accoglienza. La possibilità è arrivata dalla Rete Sai, che sta facendo un ottimo lavoro in questi anni e qui ha come comune capofila il Comune di Saint-Vincent”.

Una decisione diversa rispetto a quella di adottare il sistema Cas, i Centri di accoglienza straordinaria: “Sono strutture che accolgono uomini o donne, mentre qui parliamo di intere famiglie che arrivano qui anche fino al secondo grado di parentela” aggiunge l’Assessora.

Non solo, la Rete Sai permette – anche se manca ancora il via libera, che dovrebbe arrivare con un decreto ad hoc della Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese sulle coperture finanziarie statali – “Non solo quindi un tetto sotto il quale stare – spiega ancora Forcellati –, ma di dare le possibilità di avviare un corso di italiano, l’inserimento scolastico, avere a disposizione dei mediatori di lingua, con programmi e progetti di socializzazione e perché no, come avvenuto con soddisfazione nei tre comuni che hanno già aderito, anche di inserimento lavorativo”.

Ad oggi in Valle d’Aosta – è sempre Forcellati a snocciolare i dati –, sono presenti 25 richiedenti asilo, 15 a Saint-Vincent, 6 a Saint-Rhémy-en-Bosses e 4 a Champorcher, che ha optato per l’accoglienza di una famiglia e non sui singoli, tutti uomini.

Una scelta, quella del Capoluogo, che convince anche i commissari di opposizione Paolo Laurencet (Forza Italia) e Cristina Dattola (Rinascimento) che, esprimendo il suo voto a favore, spiega: “Sarebbe gravissimo e inaccettabile restare indifferenti alle sofferenze di un intero popolo”.

La III Commissione consiliare “Servizi alla persona” di Aosta
La III Commissione consiliare “Servizi alla persona” di Aosta

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