Dopo aver chiesto il voto segreto ieri, mercoledì 1° dicembre, sull’istanza presentata da Alberto Zucchi, la maggioranza regionale esce allo scoperto. Lo fa con una mozione d’ordine durante i lavori del Consiglio regionale e a seguito “dello sciacallaggio politico seguito alla votazione”.
“Io ho partecipato ieri al voto perché non ho debiti nei confronti della Regione” sbotta il capogruppo Uv Aurelio Marguerettaz, seguito a ruota dai colleghi Renzo Testolin, Pierluigi Marquis e Claudio Restano. I consiglieri chiedono al Presidente della Regione di fare chiarezza, dopo una nota di Adu Vda che li accusa di “conflitto di interesse”.
“Ho sentito l’Avvocatura della Regione e posso confermare che i consiglieri che hanno partecipato alla votazione hanno estinto il proprio debito e sono state interrotte le procedure di esecuzione immobiliare” conferma Erik Lavevaz.
Parole che fanno trasalire Chiara Minelli di Pcp: “Oggi si apprendono in aula elementi nuovi che noi ieri abbiamo chiesto di avere. Tutto è stato gestito in modo oscuro, non c’è stata la trasparenza di cui c’era bisogno”.
Se la prende con il Presidente del Consiglio regionale Alberto Bertin, il capogruppo della Lega Vda Andrea Manfrin: “Il collega Samaritani aveva ragione, c’è stata una carenza di istruttoria, di cui è responsabile Lei, presidente Bertin”.
Confermano invece di non aver preso parte alla votazione i consiglieri Mauro Baccega e Augusto Rollandin. “Io sono ancora un debitore della Regione, – aggiunge Mauro Baccega – perché la mia assicurazione non si è ancora espressa, ma sono sereno per il lavoro svolto dall’avvocatura regionale. Aspetto la sentenza della Cassazione per capire se per aver pigiato un bottone dovrò pagare 2,4 milioni di euro”.
La bocciatura dell’Istanza presentata da Zucchi
Dovendo ancora esprimersi la Corte di Cassazione (Nda un ricorso è stato presentato da alcuni consiglieri) e non essendo quindi passata in giudicato la sentenza, non può essere avviato l’iter per la decadenza dei sei consiglieri regionali in carica, condannati dalla Terza sezione centrale della Corte dei Conti a risarcire la Regione per i finanziamenti al Casinò. La tesi sostenuta dalla Presidenza del Consiglio regionale ha trovato l’appoggio dell’aula, chiamata a deliberare sull’istanza presentata da Alberto Zucchi.
Nei giorni scorsi il Coordinatore di Fratelli d’Italia Vda aveva chiesto con una Pec alla Presidenza del Consiglio l’iscrizione nel prossimo ordine del giorno della questione, sostenendo che la sentenza dei giudici contabili di secondo grado comportasse la sospensione automatica dei consiglieri condannati, che non abbiano provveduto a risarcire il danno (si va da 2,4 milioni di euro a 586mila euro).
A scrutinio segreto, segno che il tema è spinoso e nessuno vuole prendersi la responsabilità di pronunciarsi apertamente, l’istanza è stata respinta con 18 voti contrari e 3 a favore (le due consigliere di Pcp e un franco tiratore).
La Lega Valle d’Aosta non ha partecipato invece alla votazione, contestando la procedura. “Stiamo facendo una cosa sbagliata” scandisce in aula Paolo Sammaritani. “Credo si sia saltato un passaggio, il Presidente doveva avviare il procedimento e i consiglieri dovevano avere la possibilità di presentare delle controdeduzioni, che qui io non vedo”. Scelta condivisa anche da Pour l’Autonomie.
Il Presidente della Regione Erik Lavevaz conferma la correttezza dell’attività avviata dagli uffici: “L’istruttoria di questo tipo di istanza, che non è comune, è stata fatta dagli uffici in modo approfondito e quanto proposto è un percorso con una valenza tecnico giuridica. La maggioranza respingerà pertanto tale istanza”.
A favore il gruppo di Progetto Civico Progressista. Erika Guichardaz ricorda di aver chiesto con la collega Minelli approfondimenti in sede di Commissione. “Si discute della questione solo per perché un cittadino ha presentato un’istanza, altrimenti la questione non sarebbe neppure stata esaminata. Bisognava essere trasparenti rispetto al Consiglio e all’opinione pubblica. A noi pare che istanza sia fondata e debba essere accolta”.
Dopo il voto si scatenano le polemiche
“Il Consiglio Valle ha dato ennesima prova che la realtà può superare non solo la fantasia ma anche la decenza. In occasione del voto sull’istanza di avvio della procedura di decadenza di alcuni consiglieri condannati con sentenza esecutiva dalla Corte dei Conti alcuni tra essi, facilmente individuabili, hanno votato un’istanza che li riguardava direttamente. Nessuno, tantomeno il Presidente del Consiglio Bertin, sempre meno super partes e meno barricadero per l’effetto poltrona, ha sollevato la questione di incompatibilità del voto dei soggetti coinvolti”. Così Alberto Zucchi su Facebook commenta il voto dell’aula.
“Il voto ha confermato – conclude -, se mai ci fossero stati ancora dei dubbi da parte di qualcuno, che una parte cospicua dell’opposizione, ormai solo di facciata, non abbia nessuna intenzione di dare fastidio ai manovratori nemmeno sull’osservanza delle regole”.
Parole mal digerite dalla maggioranza, che ha bocciato l’istanza. “Sull’argomento decenza – scrivono i consiglieri di maggioranza – poniamo le seguenti domande: l’elettore Alberto Zucchi, firmatario dell’istanza, è l’ex coordinatore di Alleanza Nazionale eletto in Consiglio regionale nel 2008 nelle fila del “Popolo delle Libertà” e non più eletto nel 2013? L’elettore Alberto Zucchi è lo stesso che a gennaio 2015 dichiarava di sottoscrivere la tessera della Lega Nord perché si ritrovava in molti principi fondamentali espressi da Matteo Salvini? L’elettore Alberto Zucchi è il coordinatore di Fratelli d’Italia che nel giugno 2020 dichiarava che la Lega Nord in Valle d’Aosta era fuori dai valori del centro destra? In ultimo ci domandiamo se l’elettore Alberto Zucchi è il politico che in quanto Consigliere regionale è stato condannato ad una pena di un anno e quattro mesi di reclusione con sentenza della Corte di Appello di Torino del 7 febbraio 2020. Se l’elettore Alberto Zucchi è la stessa persona di cui sopra, ogni commento diventa superfluo.”
A criticare la partecipazione al voto dei consiglieri di maggioranza coinvolti nella vicenda è anche Adu Vda.
“Può un condannato/debitore su cui pende il dubbio della decadenza decidere sulla sua decadenza? Si chiama conflitto di interesse. E come si affronta? In un paese le cui istituzioni sono rappresentate da persone civili con l’astensione. In Valle d’Aosta, no. In Valle d’Aosta la soluzione è il voto segreto.”.
Una risposta
Strano che come al solito questi personaggi pensino a mantenersi la poltrona e il fondoschiena al sicuro… oltretutto senza neanche avere il coraggio di votare in maniera limpida e doversi nascondere dietro ad una votazione segreta!