La Procura della Repubblica ha chiesto l’archiviazione del fascicolo aperto a carico di Luca Vesan, portavoce del Comitato valdostano per la tutela dei diritti umani e costituzionali. L’uomo era stato indagato per offesa all’onore e al prestigio del Presidente della Repubblica, nonché per vilipendio delle istituzioni costituzionali e delle forze armate, in relazione alle frasi pronunciate dal palco della manifestazione tenutasi lo scorso 24 aprile, in piazza Chanoux, ad Aosta.
Il Ministro nega l’autorizzazione
Per entrambi i reati, il codice penale prevede (all’articolo 313) che “non si può procedere senza l’autorizzazione del Ministro per la giustizia”. Il responso del titolare del dicastero Marta Cartabia, cui via Ollietti aveva posto l’istanza, è arrivato negli scorsi giorni ed è negativo (non contiene, peraltro, l’espressione di una motivazione, solo l’esito). Al pm Francesco Pizzato, titolare del fascicolo, in assenza della necessaria autorizzazione, non è rimasto quindi che inoltrare al Gip del Tribunale la richiesta di archiviazione.
Le frasi dal palco
Durante la manifestazione aostana “Adesso basta! La Dad è la morte della scuola”, promossa per protestare contro le misure introdotte per il contenimento del Covid-19 e per chiedere l’eliminazione della didattica a distanza, Vesan parlando sul palco aveva indicato il presidente Sergio Mattarella come responsabile di “alto tradimento” nei confronti della popolazione. Dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e del suo successore (ancora in carica) Mario Draghi, il portavoce aveva detto di ritenerli “colpevoli di essere al servizio delle banche e della massoneria nera, di abuso di potere, di aver agito illegittimamente, vessando allo stremo il popolo italiano in nome di una presunta sicurezza sanitaria”.
Infine, il ministro Roberto Speranza, era stato additato da Vesan quale “colpevole, con la sua mediocrità e collusione mafiosa con le lobby delle case famaceutiche”, di “aver sistematicamente assassinato decine di migliaia di persone affette” dal nuovo Coronavirus e di essere il “mandante di tali omicidi”, eseguiti “dai medici” attraverso un “protocollo inefficace e dannoso”. Affermazioni sulla cui eventuale rilevanza penale non si pronuncerà un giudice.
Il processo alla deputata Cunial
All’appuntamento in piazza Chanoux avevano preso parte circa 200 persone, molte senza mascherina e scarsamente osservanti del distanziamento. Per fatti accaduti nello stesso giorno, è stata citata a giudizio dalla Procura di Aosta (con udienza fissata nel febbraio 2022) la deputata Sara Cunial, ospite dell’evento, chiamata a rispondere di rifiuto d’indicazioni sulla propria identità personale, oltraggio e minaccia a pubblico ufficiale.