Finite le vacanze la Valle si svuota. Gérard: “Rischia di esser peggio dell’anno scorso”

"Ci aspettano 3 settimane con cali del 70% del fatturato" spiega il Presidente Adava Filippo Gérard. L'assenza di turisti stranieri e l'inflazione la grandi incognite del proseguo della stagione invernale.
Saint Barthélemy
Turismo

Archiviate le festività natalizie, la Valle d’Aosta si svuota mentre sale la preoccupazione degli operatori turistici.
“”Le prospettive sono difficili, basta farsi un giro nei comprensori sciistici e vedere quante macchine ci sono nei parcheggi” dice Filippo Gérard, Presidente dell’Associazione degli albergatori valdostani.

Gli italiani, come tradizione, sono stati i protagonisti delle vacanze di Natale sulla neve. “Natale è stato al di sotto delle aspettative del mese di ottobre. Abbiamo avuto un ricambio delle prenotazioni del 50- 60% con un calo del prezzo di vendita delle camere. Senza contare che con casi di positività fra il personale alcuni alberghi e ristoranti, cosa mai successa prima in questo periodo, sono stati costretti a chiudere”.

Pochi gli stranieri arrivati, pochissimi quelli che arriveranno nelle prossime settimane.  “Ci aspettano tre settimane con cali del 70% delle presenze. L’Inghilterra ha tolto l’obbligo del tampone, ma le incertezze sono ancora tante e a queste condizioni c’è poca voglia di viaggiare. ” racconta Gérard. “Chi è riuscito a tenere aperto in questo periodo, facendo i salti mortali e lavorando a ritmi impensabili, per compensare l’assenza del personale malato, sta chiudendo per una o più settimane le proprie strutture o alcuni reparti delle stesse, come ristoranti o aree benessere, viste le pochissime prenotazioni. Si tratta di circa il 10% degli nostri associati”.

Nei giorni scorsi a comunicare la chiusura per qualche giorno dal 10 di gennaio era stato il Grand Hotel Royal e Golf di Courmayeur. 
Il direttore Massimo Chiappo Buratti spiegava in una nota: “In questa fase così acuta della pandemia, scegliamo di fermarci qualche giorno per rinforzare ancora le certezze che ci caratterizzano da sempre: igiene assoluta, sanificazione profonda sistematica, gestione dei flussi ottimizzata, analisi continua della situazione interna”.

A preoccupare gli albergatori è anche l’inflazione e l’aumento di costi di gas e energia. “Per alcuni rischia di essere una stagione peggiore di quella dello scorso anno. Nel 2020 le strutture erano state chiuse, poi sono arrivati i ristori. Oggi le grandi aziende sono aperte con 40/50 collaboratori, costi più alti da sostenere e magari nessuna prenotazione per le prossime tre settimane. E’ un disastro.”

Qualche barlume di speranza arriva per il mese di febbraio. “Le prenotazioni stanno andando bene per gli italiani, ma soprattutto sui weekend. Certo non si può pensare che questo basti a tenere in piedi una stagione”.

Per questo l’Adava è pronta a tornare dalla Regione a chiedere ristori o sostegni al settore. “Bisogna mettere in campo una strategia di fine della Pandemia, perché come ci dimostra anche l’annullamento della Fiera di Sant’Orso siamo molto lontani ancora dal ritorno ad un periodo di normalità”.

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