“La via maestra che deve essere percorsa è quella di dare nuova dignità alla contrattazione collettiva” privilegiando quella territoriale. Così il Savt inserendosi nel dibattito scaturito a livello nazionale sul salario minimo. Misura che secondo il sindacato valdostano “non sarebbe sufficiente a ridurre questa preoccupante differenza con i salari delle altre nazioni”. Anzi con l’introduzione del salario minimo si “potrebbe addirittura correre il rischio di andare a penalizzare tutti quei lavoratori per i quali i contratti collettivi prevedono già oggi retribuzioni che vanno oltre l’eventuale salario minimo, con la conseguenza che le associazioni datoriali nelle future contrattazioni possano utilizzarlo come alibi per non voler incrementare i minimi tabellari”.
La richiesta del Savt è di andare invece a rivedere “il taglio del “Cuneo-Fiscale“, vale a dire la differenza tra il costo complessivo lordo sostenuto dalle aziende ed il netto della retribuzioni che percepiscono in busta paga i lavoratori, l’Italia in merito a questa tematica, si attesta su livelli medio – alti rispetto agli altri paesi europei”.