L’assemblea di Confindustria Valle d’Aosta ha eletto il nuovo Presidente che guiderà l’Associazione per il prossimo quadriennio: Francesco Turcato, classe 1978, Amministratore delegato di Nuova Carpenteria Aosta S.r.l., Meccanique La Vallée S.r.l., Aosta Servizi Generali S.r.l., Elettro Meccanica Aosta Srl, G.M.I. Srl, GE-HL Srl e SIMACH Srl, nonché Direttore Generale di Metal Sabina Srl e membro del Consiglio di Qwikword corp. New York.
Da gennaio 2019 a dicembre 2020 è stato Componente del Consiglio Generale di Federmeccanica Roma e da diversi anni è impegnato nella vita associativa di Confindustria Valle d’Aosta: da gennaio 2019 a dicembre 2020 è stato Presidente della Categoria Metalmeccanici ed ha ricoperto la carica di Vice Presidente da dicembre 2020. Dal 2022 è Presidente di A.V.I. Servizi S.r.l., società di formazione di Confindustria Valle d’Aosta.
Il neo Presidente, nato a Palmanova, in provincia di Udine, ha aperto il suo intervento ringraziando gli associati che lo hanno eletto: “Grazie per l’appoggio nonostante agli occhi di molti apparissi e probabilmente appaio tutt’oggi come “lo straniero”, ma vi garantisco che metterò questa mia peculiarità a servizio del nostro sistema”. Una riflessione poi sulla situazione economica: “la situazione attuale costringe molte aziende a rallentare e nelle situazioni più gravi a fermarsi: la nostra associazione può e deve svolgere un ruolo fondamentale nell’orientare e un nuovo modello di sviluppo per le imprese”.
Turcato ha poi definito gli obiettivi, a breve e medio termine, del quadriennio in cui sarà alla guida degli industriali: “Ci impegneremo nel collaborare con le istituzioni e gli enti locali per attuare misure di contenimento dei costi energetici e dei combustibili; vista la carenza di manodopera specializzata, Confindustria Valle d’Aosta deve mettersi in gioco attraverso una propria scuola professionale, avvicinando così il mondo dell’educazione al contesto lavorativo”. Poi, rivolgendosi alla politica – grande assente però della giornata – , ha affermato: “Confindustria è e deve continuare a essere una realtà apolitica, ma ciò non significa che debba essere estromessa dalle decisioni strategiche. Avvieremo tavoli di confronto con Confindustria nazionale e con gli Organi Politici regionali e nazionali per incentivare i cambiamenti strutturali necessari”. Il neo Presidente ha infine dichiarato di voler cambiare la tradizione attraverso l’innovazione: “troppe volte sento intorno a me la paura di cambiare senza considerare che troppo spesso le ragioni del rallentamento economico di un Paese hanno a che fare con ciò che non abbiamo saputo o voluto cambiare. Quante volte abbiamo detto “perché abbiamo sempre fatto così” senza considerare che ciò che era giusto fino a ieri magari non funziona più oggi”.
All’Assemblea, ospitata per l’occasione dall’azienda Sorgenti Monte Bianco di Morgex, è intervenuto il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che ha esordito esprimendo l’amarezza per quanto sta avvenendo a Roma: “Assistiamo con incredulità ai fatti politici che stanno accadendo in queste ore. Si tratta di una manifestazione di irresponsabilità che ci lascia senza parole”. Bonomi ha poi sottolineato come la crisi economica che stanno attraversando anche le imprese abbia radici ancora precedenti rispetto al conflitto in Ucraina: la carenza delle materie prime e la crescita esponenziale dei costi delle stesse, infatti, era già in atto nel corso del 2021. Il Presidente Bonomi ha poi criticato la “politica dei bonus”, definendola rivolta all’effimero consenso elettorale: “reddito di cittadinanza, bonus, superbonus, tutte misure una tantum che però non sono utili alla crescita. Così come Quota100, che prevedeva l’assunzione di quattro dipendenti a fronte di un pensionamento e che, nella realtà, non ha nemmeno garantito la sostituzione uno a uno”. È infine arrivato un appello alla politica: “E’ necessario intervenire sul costo del lavoro attraverso un intervento shock. Ci sono 38 miliardi di maggiori entrate, noi chiediamo di destinarne un 50% in favore di lavoratori e imprese nella misura rispettiva di due terzi e un terzo. Si tratta di risorse che rappresentano l’1,6% della spesa pubblica: se un’azienda privata non riuscisse a intervenire su una tale percentuale, manderebbe a casa l’Amministratore Delegato”.
Durante l’Assemblea si poi è svolta una tavola rotonda, moderata dalla giornalista de “Il Sole24Ore”, Filomena Greco, dal titolo “La sfida della Valle d’Aosta: studiare il futuro per capire il presente”, alla quale hanno partecipato: Edy Incoletti, Vice Presidente di Confindustria Valle d’Aosta, Federica Dusman, Amministratore Delegato Sorgenti Monte Bianco; Danilo Oscar Lancini Europarlamentare del Gruppo Europa delle Nazioni e della Libertà e Francesco Monti, CEO Podium Advanced Technologies.
Una risposta
“Questa è, secondo me, la grande eredità ideale che la Resistenza, anche quando i suoi eroismi saranno trasfigurati dalla leggenda, avrà lasciato al popolo italiano come viva forza politica del tempo di pace: il senso della democrazia; il senso del governo di popolo: del popolo che vuol governarsi da sé, che vuole assumere su di sé la responsabilità di governarsi, che vuol cacciare via tutti i tiranni, tutti i padroni, tutti i privilegiati, tutti i profittatori, e identificare finalmente, in una Repubblica fondata sul lavoro, popolo e Stato.
Se nel campo morale la Resistenza significò rivendicazione della ugual dignità umana di tutti gli uomini e rifiuto di tutte le tirannie che tendono a trasformare l’uomo in cosa, nel campo politico la Resistenza significò volontà di creare una società retta sulla volontaria collaborazione degli uomini liberi ed uguali, sul senso di autoresponsabilità e di autodisciplina che necessariamente si stabilisce quando tutti gli uomini si sentono ugualmente artefici e partecipi del destino comune, e non divisi tra padroni e servi.“
Fonte: https://le-citazioni.it/autori/piero-calamandrei/