Rapina in farmacia ad Aosta, condanna annullata dalla Cassazione

Processo da rifare per il 25enne di Aosta David Mex, che ha visto accogliere dalla Suprema Corte il ricorso contro la sentenza d’appello con cui gli erano stati inflitti cinque anni di carcere e 1.000 euro di multa.
Cronaca

Processo d’appello da rifare, per la rapina commessa l’8 giugno 2019 alla farmacia comunale di corso Ivrea, ad Aosta. La Cassazione ha infatti accolto il ricorso del 25enne aostano, Devid Mex, condannato dai giudici torinesi di secondo grado nell’ottobre 2022. Viene così annullata la condanna a 5 anni di carcere e 1.000 euro di multa inflitta al giovane, che dovrà sostenere un nuovo giudizio sui fatti, dinanzi a una diversa sezione della Corte d’Appello.

In primo grado, il Tribunale di Aosta si era pronunciato per l’assoluzione di Mex. Se a quel proscioglimento iniziale avevano condotto soprattutto le dichiarazioni di tre testimoni, i giudici di appello avevano stabilito che quelle testimonianze “non sono decisive sul piano probatorio” e avevano valorizzato altri elementi, alcuni dei quali frutto delle indagini compiute all’epoca dalla Squadra Mobile della Questura.

Nei ricorsi (Mex è assistito dall’avvocato Giovanni Borney di Aosta), l’imputato ha obiettato anzitutto che, in appello, non sono stati sentiti nuovamente i testimoni “il cui contributo dichiarativo aveva portato alla pronuncia di assoluzione”. Inoltre, ha sollevato come l’affermazione di responsabilità si ponga in aperto contrasto con altre tre deposizioni.

Due testimoni non avevano riconosciuto l’imputato quale autore della rapina e il terzo aveva escluso che l’arma usata per la rapina ad un supermercato, per cui Mex era stato condannato, fosse la stessa usata nella rapina alla farmacia. Infine, per i legali dell’imputato, la condanna sarebbe stata pronunciata “valorizzando una serie di elementi indizianti di per sé affatto gravi, precisi e concordanti”.

Per i giudici della Suprema Corte, “il giudice di appello non può riformare la sentenza impugnata nel senso della responsabilità penale dell’imputato, senza avere proceduto” a “rinnovare l’istruzione dibattimentale attraverso l’esame dei soggetti che abbiano reso dichiarazioni sui fatti del processo, ritenute decisive ai fini del giudizio assolutorio di primo grado”.

Nella sentenza della Cassazione di alcuni giorni fa si legge che le dichiarazioni del testimone non più sentito nel giudizio d’ appello “costituiscono prova decisiva, atteso che hanno contribuito a determinare l’assoluzione in primo grado dell’imputato”. Per questo, la sentenza è stata annullata con rinvio ad altra sezione della Corte d’appello.

Il “colpo” era stato commesso verso sera. Il rapinatore, volto travisato con cappellino, cappuccio, occhiali scuri e sciarpa alzata fin sopra il naso, era entrato nel negozio e, minacciando i dipendenti con una pistola, aveva chiesto di consegnargli l’incasso. Si era quindi allontanato in bici, con circa 5mila euro. Gli inquirenti erano risaliti a Mex, che era pure stato arrestato, ma nel luglio 2020 era arrivata l’assoluzione ribaltata in appello. Ora quell’episodio è nuovamente senza un colpevole.

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