L’incendio divampato all’ex maneggio di Aosta lo scorso 2 giugno? “Non si può sempre dare la colpa al sindaco”. La questione è approdata ieri – mercoledì 28 giugno – nel Consiglio comunale del capoluogo. A puntare il dito su quanto definito una “tragedia annunciata” è stato Renato Favre, di Forza Italia.
“Un anno fa avevamo chiesto alla Giunta di effettuare le manutenzioni e la messa in sicurezza dell’area. E dai sopralluoghi e dalle segnalazioni erano già emerse delle intrusioni di alcuni sbandati nella zona”, ha detto Favre presentando il suo ordine del giorno con cui chiedeva di “stigmatizzare le omissioni e l’atteggiamento di superficialità che ha caratterizzato l’agire della giunta comunale, e in particolare del sindaco e dell’assessore competente” per un’area definita “ormai una terra di nessuno”.
Con una rivelazione: “Manchevolezze – ha detto ancora il vicepresidente del Consiglio – che hanno comportato una totale assenza di cura e di attenzione per terreni e strutture tuttora di proprietà comunale, tanto da avere indotto il comandante del Corpo Valdostano dei Vigili del Fuoco a inviare una nota di richiamo al sindaco anche e soprattutto a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica”.
Accuse rispedite al mittente dalla maggioranza, ma non solo. Dai banchi dell’opposizione Bruno Giordano – Lega – si dice contrario: “Un incendio distrugge un rudere? Non possiamo dare sempre dare colpa al politico. Non è accettabile che ogni cosa sia colpa del sindaco. Non si può presidiare 24 ore su 24 un’area come quella”. Sebbene, l’invito dell’ex primo cittadino sia anche quello di mettere in campo “un intervento per un nuovo maneggio”, inserendolo a bilancio.
La vicesindaca Josette Borre ha aggiunto: “Sono stati effettuati diversi interventi negli ultimi tempi, a partire dal taglio degli olmi secchi. È vero, le manutenzioni non sono state costanti, ma abbiamo cercato di garantire sia la messa in sicurezza dell’area sia il suo recupero tentando di ottenere i fondi Pnrr”. Ricordando che l’ex maneggio “a lungo sotto il vincolo di un accordo di programma con la Regione” che prevedeva lì la costruzione prima di una “Scuola polmone”, poi di un nuovo Polo scolastico. Entrambi naufragati.
L’ordine del giorno viene respinto in aula. Gli unici tre “sì” arrivano dai proponenti – gli azzurri Favre e Laurencet – e dalla consigliera Cristina Dattola (Renaissance, che ha votato in difformità), le astensioni (sette) da Lega, Renaissance e dal sindaco Nuti. Quindici, invece, i voti contrari dai banchi della maggioranza.
A chiudere il cerchio è stato il sindaco Gianni Nuti, che entra anche nel merito della questione della “nota di richiamo” citata da Favre: “Io sono sempre pronto a farmi ‘tirare le orecchie’ – ha detto –, ma questa volta non ne ho ricevute. I Vigili del fuoco hanno riscontrato l’appicco di piccoli focolai e avvisato la Polizia locale. Noi abbiamo immediatamente predisposto un’ordinanza che per la messa in sicurezza dell’area”.