La “quasi realtà” di Sarah Ledda in mostra al Castello Gamba

La monografica di Sarah Ledda porta al Castello Gamba la sua personale visione della realtà tra colori brillanti e filtri opachi del cinema. "Almost True" ripercorre la poetica dell’artista valdostana attraverso circa trenta dipinti della sua produzione recente.
La mostra Almost True di Sarah Ledda al castello Gamba
Cultura

Una realtà filtrata, una quasi realtà dai colori sgargianti e dalla tipica opacità della bobina cinematografica. Il tratto distintivo di Sarah Ledda è ormai chiaro e riconoscibile, segno che l’artista valdostana ha raggiunto la maturità giusta per una monografica in una sede importante come il Castello Gamba di Chatillon.

Almost True, curata da Ivan Quaroni e prodotta da Associazione Culturale Arteam, è un’esposizione che ripercorre la poetica dell’artista valdostana attraverso circa trenta dipinti della sua produzione recente. Un viaggio attraverso la crescita personale dell’artista che si serve della tecnologia cinematografica per riprodurre la realtà che il suo occhio percepisce.

L’arte di Ledda non è ricalco della realtà, ma un realismo pittorico che si serve di una lente per riprodurre la realtà a seconda delle immagini che il suo occhio cattura. Non esiste un dipinto preferito, le opere diventano un processo, un percorso di crescita e di comprensione del mondo che circonda la pittrice che, per l’occasione, si regala anche l’inedita esposizione del progetto A/R, una serie di scatti fotografici, realizzati dall’artista in dieci anni di viaggi in treno lungo la tratta Aosta – Torino, montati in una lunga sequenza video. Frame che ritraggono sempre gli stessi luoghi facendoli apparire diversi, come nella ripetizione differente di Deleuze, fanno da cornice ai dipinti che, invece, portano il pubblico nella Ledda più rigorosa e accademica, in grado però di offrire una visione del mondo personale ed eccentrica.

Le dive immense del cinema americano scorrono dipinte dall’artista valdostana, ma diventano un pretesto per raccontare il mondo che circonda chi sta dietro alla tela, uno strumento a loro volta, negando loro il ruolo da protagoniste per diventare veicolo di comunicazione. Attingendo all’immaginario cinematografico e televisivo, la mostra racconta la formazione dell’identità femminile attraverso personaggi che diventano simboli, lemmi di un lessico comune in grado di tradurre una bildung, una formazione collettiva, in immagini universali.

Sarah Ledda, già protagonista delle stagioni culturali del Gamba con “Assalto al Castello“, inizia il suo rapporto con la sede espositiva nel 2000. Da lì arriverà il suo primo lascito al museo di arte moderna e contemporanea (2012), per poi continuare nel 2014. La sua monografica a Châtillon è quindi un passaggio fisiologico, ma non per questo scontato, e sarà visitabile fino al 1° ottobre (da martedì alla domenica dalle 9 alle 19, mentre sarà chiuso i lunedì tranne i festivi ed eccetto i mesi di luglio e agosto).

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