Sotto sequestro dopo che erano state trovate in stato di malnutrizione, per una mandria di 46 bovine è arrivata comunque la possibilità di salire ai pascoli. Un’“inarpa” che ha richiesto il superamento di più di un aspetto tecnico-burocratico, vista la particolare condizione giuridica degli animali, ma che è andata a buon fine.
La vicenda origina nei primi giorni dello scorso luglio, quando in un controllo in una stalla a Torgnon, il Corpo forestale della Valle d’Aosta trova alcune carcasse di bovine morte (meno di dieci) e oltre una quarantina vive, ma evidentemente malnutrite e in condizioni igieniche inadeguate. La stalla e i capi vivi vengono posti sotto sequestro preventivo e gli animali affidati in custodia all’allevatore, il 55enne valdostano Flavio Perrin.
L’uomo viene indagato per l’illecito smaltimento di rifiuti (relativamente alle carcasse dei capi morti) e per il maltrattamento degli animali ancora in vita. Il Gip del Tribunale convalida il sequestro. La stalla, però, va sottoposta a pulizia e sanificazione. Inoltre, gli animali dovrebbero poter salire agli alpeggi, condizione tanto più auspicabile vista la loro necessità di riacquisire una condizione.
Il pm Giovanni Roteglia, titolare del fascicolo, chiede quindi al Gip del Tribunale la sostituzione del custode. L’istanza viene approvata, lasciando al sostituto procuratore l’individuazione di chi dovrà seguire le bovine. Si procede, preventivamente, a un controllo sanitario sui capi, di cui la Procura sostiene le spese, anche rispetto alle malattie classiche del bestiame (brucellosi ed altre).
Superato questo passo, l’Association Régionale Eleveurs Valdôtains e i servizi sanitari-veterinari dell’Unità Sanitaria Locale forniscono all’ufficio di via Ollietti alcuni nominativi di allevatori, potenziali custodi. Dall’interlocuzione, emerge che un conduttore si propone per accogliere tutti e 46 i capi (da altri erano giunte disponibilità che avrebbero richiesto di dividere il gruppo) e viene quindi individuato come nuovo custode.
Il provvedimento decorre dallo scorso 25 luglio. Si tratta dell’azienda agricola “La Piemontesina” di Poirino (Torino), di cui è titolare Oliver Golja, che ha pascoli in val di Rhêmes, ove – a cura della Procura – avviene il trasporto. Le mucche, per questa stagione, non saranno produttive e brucheranno l’erba dei pascoli (quindi, senza ulteriori costi) soprattutto per ritrovare benessere.
Nel frattempo, nella stalla di Torgnon, dissequestrata lo scorso 21 giugno, procedono a cura del Comune le operazioni di sanificazione. Perrin resta sottoposto al procedimento in corso, con le due contestazioni formulategli inizialmente, ma intanto le mucche potranno trascorrere là dove ci si attende che lo facciano la stagione dei pascoli.