Obbligo di rendicontazione della Regione alla Corte dei Conti? Per piazza Deffeyes, in assenza di una specifica norma di attuazione, la risposta è “no, grazie”. La Giunta presieduta da Renzo Testolin ha deciso ieri, lunedì 28 ottobre, di sollevare il conflitto di attribuzione, dinanzi alla Corte costituzionale, dopo che la sezione giurisdizionale della magistratura contabile ha notificato all’amministrazione regionale, lo scorso 4 ottobre, quattro decreti per la presentazione dei conti del Tesoriere regionale (dal 2018 al 2023) e dell’economo regionale (dal 2019 al 2022).
Si tratta di provvedimenti assunti dal giudice monocratico della Corte, su ricorso della Procura regionale, nell’ambito di giudizi per la “resa del conto”, avviati ai sensi del Codice di Giustizia contabile. In sostanza, con i decreti, viene fissato il 31 marzo 2025 quale termine per il deposito dei conti richiesti, da parte della Regione, alla segreteria della Sezione giurisdizionale della Corte dei conti.
I decreti erano stati preceduti da una richiesta di elementi trasmessa dal Procuratore regionale, lo scorso 23 aprile, con cui si invitava il Presidente della Regione a trasmettere, entro 60 giorni, una relazione che indicasse tra l’altro: gli intestatari delle gestioni non prefettizie di maneggio di beni e valori dell’Ente, i conti giudiziali presentati dagli agenti contabili alla Regione, gli utilizzatori delle carte di credito regionali e i consegnatari delle partecipazioni azionarie regionali.
Un confronto nell’ambito dell’amministrazione, al riguardo, si è concluso – come si legge nella delibera della Giunta – con il “non ritenere direttamente e immediatamente applicabili le norme del” Codice di giustizia contabile “nei confronti della Regione, necessitando, analogamente ad altre Regioni ad autonomia speciale, nonché alla stessa Regione autonoma Valle d’Aosta per quanto riguarda le funzioni di controllo della Corte dei Conti” e “l’istituzione del Collegio dei revisori dei Conti, di una specifica norma di attuazione” ai sensi dello Statuto speciale.
Pertanto, il Presidente ha riscontrato la richiesta di elementi della Procura contabile limitandosi a dare atto della “rispondenza delle gestioni contabili della Regione a criteri di correttezza e legalità”, sottolineando tuttavia che la materia dei conti giudiziali “interseca materie di competenza regionali quali” quelle “relative all’ordinamento degli uffici e alla finanza regionale, connotanti l’autonomia speciale, organizzativa e finanziaria, della Regione” ed impegnandosi pertanto “a sottporre con urgenza la questione alla componente regionale della Commissione paritetica.
Cosa che è avvenuta lo scorso 28 giugno, comunicando ai membri di nomina regionale della Commissione l’esigenza relativa alla formulazione di una norma di attuazione dello Statuto speciale in materia di conti giudiziali e trasmettendo, nel successivo settembre, anche una proposta di schema di norma di attuazione.
Inoltre, in seguito alla notifica dei decreti nel frattempo, la Giunta ha stabilito – con la deliberazione adottata ieri – di tutelare le prerogative costituzionali attribuite alla Regione “mediante lo strumento del ricorso per conflitto di attribuzione”, previsto dalla Costituzione. L’obiettivo è che venga dichiarato “che non spetta allo Stato, e per esso alla Corte dei Conti, l’esercizio della funzione giurisdizionale in materia di resa del conto giudiziale in assenza di apposita norma di attuazione”.
Infine, visto che il ricorso non sospende l’efficacia dei decreti emessi dalla Corte, piazza Deffeyes ha anche deliberato di proporre opposizione agli stessi, chiedendone la sospensione, tenuto oltretutto conto che “lo spirare del termine contenuto nei” provvedimenti “comporta l’applicazione di sanzioni pecuniarie”. Per entrambe le azioni giudiziarie, la Giunta ha designato a rappresentare la Regione l’avvocato Angelo Lalli del foro di Roma.
Una risposta
Vogliono fare quello che gli pare