In Valle d’Aosta il pericolo valanghe resta marcato

Condizioni di instabilità diffuse soprattutto oltre i 2200 metri di quota, nelle zone di Cervinia e Alta Valpelline, Val Veny, Valgrisenche, La Salle Morgex, Testata Gressoney ed Ayas, Val Ferret, Val di La Thuile, Gran San Bernardo Ollomont, Bassa e Media Valpelline.
Pericolo valanghe
Montagna

Il pericolo valanghe in Valle d’Aosta resta marcato (grado 3 su 5) sulle zone nord-ovest del territorio regionale. È quanto emerge dal bollettino emesso da Aineva per la giornata di oggi, domenica 16 febbraio 2025, che evidenzia condizioni di instabilità diffuse soprattutto oltre i 2200 metri di quota, nelle zone di Cervinia e Alta Valpelline, Val Veny, Valgrisenche, La Salle Morgex, Testata Gressoney ed Ayas, Val Ferret, Val di La Thuile, Gran San Bernardo Ollomont, Bassa e Media Valpelline.

Attenzione alla neve ventata: le escursioni e le discese fuori pista richiedono prudenza.

Secondo il bollettino diffuso oggi, “gli svariati accumuli di neve ventata di venerdì possono subire un distacco già in seguito al passaggio di un singolo appassionato di sport invernali. Essi sono in parte ancora instabili. Nelle zone in prossimità delle creste così come nelle conche, nei canaloni e dietro ai cambi di pendenza i punti pericolosi si trovano al di sopra dei 2100 m circa. I nuovi accumuli di neve ventata dovrebbero se possibile essere aggirati. Questi ultimi devono essere valutati con attenzione. Con il rialzo termico e l’irradiazione solare diurni, nel corso della giornata il pericolo di valanghe asciutte e umide aumenterà senza passare di grado. Sono possibili valanghe spontanee di piccole e medie dimensioni, soprattutto ai piedi di pareti rocciose e dietro ai cambi di pendenza e sui pendii molto ripidi, principalmente sui pendii soleggiati in seguito all’irradiazione solare. Isolate valanghe possono coinvolgere gli strati più profondi del manto nevoso e raggiungere dimensioni piuttosto grandi”.

La situazione del manto nevoso

Da martedì sono caduti da 25 a 50 cm di neve al di sopra dei 2200 m circa, localmente anche di più. Venerdì, sui pendii molto ripidi sono state osservate alcune valanghe di medie e, a livello isolato, di grandi dimensioni. In molte regioni, il vento è stato da forte a tempestoso. “I nuovi accumuli di neve ventata – spiega il bollettino – sono ben individuabili dall’escursionista esperto. Essi sono per lo più spessi, specialmente al di sopra dei 2200 m circa. La parte superiore del manto nevoso è soffice, con una superficie a debole coesione, specialmente sui pendii ombreggiati. Con il raffreddamento, durante la notte si è formata una crosta superficiale, specialmente sui pendii soleggiati al di sotto dei 2300 m circa.

A tutte le esposizioni l’innevamento è estremamente variabile a seconda dell’azione del vento al di sopra dei 2400 m circa. Nelle zone in prossimità delle creste e dei passi e ad alta quota è presente poca neve.  Nei prossimi giorni le condizioni meteo consentiranno un consolidamento degli accumuli di neve ventata con un progressivo calo del pericolo di valanghe

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