Jacky Ickx, ottant’anni di talento e signorilità

Il Campionato Mondiale di Formula Uno sta per iniziare ed è l’occasione per trattare di un grande personaggio, Jacky Ickx, che quel Mondiale sfiora nel 1970, cinquantacinque anni fa.
Jacky Ickx - Foto Instagram
Gioie e Motori

Il Campionato Mondiale di Formula Uno sta per iniziare ed è l’occasione per trattare di un grande personaggio, Jacky Ickx, che quel Mondiale sfiora nel 1970, cinquantacinque anni fa, come vedremo più avanti. Ickx nasce a Bruxelles il primo gennaio 1945, quindi ha appena compiuto in perfetta forma ottant’anni.

Il padre è un giornalista di motori e il piccolo Jacky respira immediatamente il clima di quel mondo. Giovanissimo si dedica al Trial e si aggiudica i titoli belga ed europeo. Le prime esperienze tra le quattro ruote avvengono nelle corse in salita e nelle gare turismo, al volante di macchine come Lotus Cortina e Ford Mustang. Nel 1966, la prima vittoria di prestigio alla 24 Ore di Spa con una BMW 2000 TI e l’anno successivo arriva il titolo in Formula 2.

Le porte della massima Formula gli si aprono prima sporadicamente e interamente nel 1968 quale pilota ufficiale della Ferrari. Vince il Gran Premio di Francia a Rouen, sotto la pioggia, denotando già a ventitré anni un’abilità che sarà il suo must, probabilmente acquisita anche grazie ai pregressi impegni nel Trial. Il 1968, tra l’altro, è l’anno della comparsa degli alettoni.

Nel 1969 Ickx ottiene due vittorie, in Germania al Nürburgring e in Canada a Mosport, che gli valgono il ritorno in Ferrari nel 1970. A Jarama, nel Gran Premio di Spagna, Jackie Oliver con la sua BRM lo sperona sul fianco e le macchine prendono fuoco: lo spavento è enorme ma i piloti si salvano grazie al loro sangue freddo. La stagione registra un crescendo di prestazioni dopo un avvio deludente.

Ickx è secondo in Germania a Hockeneim e vince a Zeltweg in Austria, a Mont Tremblant in Canada, a Magdalena Mixhuca in Messico. Nel frattempo, a Monza, Jochen Rindt, il talentuoso austriaco dominatore dell’annata con la Lotus 72, muore a seguito di un incidente durante le qualifiche. La rimonta di Ickx negli ultimi Gran Premi non riesce e il titolo viene assegnato alla memoria del grande e sfortunato Rindt. Ickx dà prova di squisita signorilità, affermando pubblicamente che l’austriaco l’aveva pienamente meritato e non gli sarebbe piaciuto strapparglielo.

Nel 1971 e nel 1972, solo due successi, rispettivamente a Zandvoort in Olanda e ancora al Nürburgring in Germania. Il 1973 passa alla storia come l’annus horribilis della Ferrari, che abbiamo illustrato tempo fa. Si narra che a Monza gli incolpevoli Ickx e Arturo Merzario dovettero defilarsi dalle porte secondarie per fuggire all’ira dei tifosi.

Ma Ickx non è stato soltanto un pilota di monoposto. Le sue imprese tra le vetture Sport Prototipi gli valgono l’appellativo di “Monsieur Le Mans”. Sei vittorie – oltre a due Mondiali Endurance – con la chicca, sempre in tema di signorilità, del 1969. Allora, la partenza della 24 Ore avveniva con le macchine disposte a spina di pesce e i piloti dal lato opposto che allo start correvano ad installarsi nell’abitacolo per avviarsi. Ickx in segno di protesta per una procedura molto pericolosa, cammina verso l’auto e ovviamente parte per ultimo.

Con una rimonta incredibile vince, con la Ford GT40 e, purtroppo, John Woolfe su Porsche 917 è vittima di un incidente mortale: era senza cinture di sicurezza, le fasi concitate della partenza non consentivano l’immediato allacciamento. Dal 1971, la “Partenza Le Mans” viene abbandonata. Ickx chiude con la vittoria alla “Parigi – Dakar” 1983 su Mercedes 280 GE in coppia con il francese Claude Brasseur.

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