Scontro su Cva, maggioranza e opposizioni divise: passa la risoluzione per gli approfondimenti

Tre risoluzioni in Consiglio Valle sulla vicenda Cva-Finaosta. La maggioranza approva la richiesta di relazioni e approfondimenti in IV Commissione. Critiche dalla minoranza. Marguerettaz: "Cva in salute, utile da 200 milioni".
La sede di Cva
Politica

Non è bastata una lunga pausa pranzo e un pomeriggio di confronti per trovare una mediazione tra maggioranza e opposizione sulla vicenda che coinvolge la Compagnia Valdostana delle Acque (Cva) e Finaosta. Solo dopo le 18 di giovedì 3 aprile, il Consiglio Valle è tornato in Aula con tre risoluzioni: una della Lega Vallée d’Aoste con il gruppo misto, una seconda proposta da Rassemblement Valdôtain, Pcp e ancora il gruppo misto, e una terza sottoscritta dai gruppi di maggioranza.

Alla fine, sono proprio i 19 consiglieri della maggioranza a ricompattarsi nel voto, affidando alla quarta Commissione consiliare l’approfondimento su una serie di aspetti legati alla gestione e all’organizzazione del gruppo Cva. Tra i temi da esaminare: piano industriale e finanziario, indebitamento, andamento del prezzo medio dell’energia, impianti acquisiti o ancora da completare, emolumenti, incarichi, consulenze, affitti, acquisti e possibili conflitti di interesse. La Commissione dovrà acquisire la documentazione entro il 30 aprile 2025 e procedere con le audizioni dell’ex presidente e dell’attuale consiglio di amministrazione di Finaosta.

A chiarire il senso della risoluzione, è stato il capogruppo di Union Valdôtaine, Aurelio Marguerettaz: La Cva gode di ottima salute. Anche quest’anno produrrà 200 milioni di utile. Questa risoluzione serve per capire l’andamento degli investimenti nelle rinnovabili, realizzati anche con una leva finanziaria molto importante. Quando avremo questi dati, saremo tutti più tranquilli.” Un approfondimento che arriva in prossimità dell’approvazione del terzo bilancio dell’ultimo esercizio del CdA, in vista di un suo possibile rinnovo. Per il presidente della Regione, Renzo Testolin: “Il Cda di Finaosta potrà fornire in Commissione elementi importanti sul lavoro svolto per arrivare a un bando che sia determinante per il prossimo mandato, sia in merito alla nomina degli amministratori delle società del gruppo, sia alla definizione degli emolumenti. Un’attività complessa, non completabile prima, perché non era possibile modificare le regole in corso di mandato.”

Soddisfatto del dibattito e della risoluzione Marco Carrel, assessore all’Agricoltura e rappresentante di Pour l’Autonomie, che ieri aveva chiesto una commissione d’inchiesta: “Il Consiglio regionale deve essere il centro della politica valdostana e la sede in cui affrontare con trasparenza questa problematica, attraverso una serie di dati approfonditi”.

A intervenire sul contenuto della lettera dell’ex presidente di Finaosta, Nicola Rosset, anche l’allora presidente della Regione Erik Lavevaz e l’assessore Luciano Caveri, che all’epoca aveva la delega alle partecipate. Entrambi hanno espresso rammarico per il clima di polemica:I tentativi di mediazione non sono stati pressioni, ma doveri istituzionali per evitare che una crisi travolgesse una società strategica come Cva.”

Sono state invece respinte le altre due risoluzioni.
La prima, presentata dalla Lega Vallée d’Aoste con il gruppo misto, prevedeva l’attivazione di una Commissione speciale e una indagine conoscitiva con termine entro 30 giorni, da condurre con audizioni e acquisizioni di documenti. La proposta è stata illustrata in Aula dal consigliere Simone Perron. “Già nel mese di dicembre avevamo portato il tema all’attenzione del Consiglio. Dopo l’audizione dei vertici di Cva in quarta Commissione, i componenti del gruppo avevano chiesto l’audizione anche dell’ex Presidente di Finaosta a cui però il Presidente di Commissione non aveva dato seguito con la motivazione che la quella non era la sede giusta per portare avanti questo tipo di iniziative.”

La seconda, firmata da Rassemblement Valdôtain, Pcp e gruppo misto, chiedeva alla Commissione competente di distribuire entro 7 giorni la documentazione citata nella nota di Rosset e di procedere, entro 30 giorni, con audizioni dell’ex presidente di Finaosta, del CdA, del presidente della Regione e dei membri della Giunta. Prevista anche una relazione conclusiva entro 45 giorni.
Stefano Aggravi, capogruppo di Rassemblement, ha parlato di un “problema di governance tra Regione, Finaosta e Cva. Finaosta è una società in house che dovrebbe esercitare controllo. In questo ginepraio, invece, si sono creati problemi evidenti.” Critica anche Chiara Minelli (Pcp): “La missiva di Rosset ha aperto uno squarcio nel buio sull’operato di Cva. Ora si chiedono documenti e dati che indicano un cambio di approccio. È una svolta? Un cambio di indirizzo? Finora si è sempre sostenuto che la Regione non dovesse intervenire direttamente.”

Sulla stessa linea anche Pierluigi Marquis, capogruppo di Forza Italia VdA: “Sono anni che poniamo le stesse domande in Consiglio. Ci è stato detto che l’urgenza deriva dall’approvazione del bilancio, ma ne sono già stati approvati due. In questi anni sono stati spesi oltre un miliardo di euro. Solo ora, a quattro mesi dal voto, si parla di trasparenza. È la decretazione del fallimento di una maggioranza regionale.”

Consiglio Valle sospeso dopo la lettera di Rosset: si valuta una risoluzione sul caso Cva

ore 13

Consiglio regionale febbraio
Consiglio regionale febbraio

Prima una riunione di minoranza, poi una capigruppo, poi ancora una riunione di maggioranza e poi di nuovo capigruppo. La lettera dell’ex presidente, Nicola Rosset, o meglio la sua pubblicazione sui giornali, stravolge i lavori del Consiglio Valle. Una parte della minoranza rilancia la proposta di Pour l’Autonomie, bocciata ieri dalla sua stessa maggioranza, di aprire una commissione d’inchiesta. Alla fine dopo una mattina di sospensione, la decisione è di provare a trovare delle convergenze per affrontare la questione nel pomeriggio e portarla alla discussione dell’Aula con una o più risoluzioni.

Il gruppo Pour l’Autonomie non ha preso parte ai lavori iniziali del Consiglio, in attesa di un confronto istituzionale sul contenuto della lettera. “Ieri pomeriggio in maggioranza abbiamo affrontato il tema – spiega l’assessore Marco Carrel (Pla) –. Abbiamo chiesto di valutare un iter per affrontare politicamente questa situazione, che ci è nota da venerdì scorso. La commissione d’inchiesta poteva essere una delle soluzioni, ma ci sembrava opportuno riflettere su un percorso che coinvolga la commissione competente, la maggioranza o un consiglio dedicato”.

Sulla vicenda interviene anche il presidente della Regione Renzo Testolin: “L’attenzione massima è alla salvaguardia del gruppo. C’è un confronto ampio e costruttivo per individuare i dovuti approfondimenti rispetto alle notizie emerse sulla stampa. L’obiettivo è garantire la massima trasparenza”.

Chiede chiarezza “per i membri del consiglio e per chi sta fuori” anche Stefano Aggravi di Rassemblement Valdôtain, che ieri mattina aveva lamentato la mancata ricezione della lettera dell’ex presidente Rosset. “C’è la necessità di appurare se alcuni passaggi di quelle 16 pagine siano vere o no”.  Aggravi non esclude, inoltre, di esercitare il suo ruolo di pubblico ufficiale.

Nel corso della mattinata, ha preso posizione anche Forza Italia Valle d’Aosta. “Quanto sta emergendo sui rapporti tra la governance della Compagnia Valdostana delle Acque e i vertici della finanziaria regionale Finaosta, e sulle presunte pressioni da parte di membri della giunta, sono elementi che non possono passare sotto silenzio – scrive Emily Rini –. Come segreteria regionale chiediamo alla giunta chiarezza immediata, anche alla luce delle iniziative ispettive già presentate dal nostro gruppo consiliare. Siamo favorevoli alla commissione d’inchiesta proposta da Pour l’Autonomie, e ci aspettiamo l’adesione anche dell’assessore Carlo Marzi, considerando il progetto politico comune in via di definizione”.

Scontro Finaosta–Cva, l’ex presidente Rosset: “Pressioni per aumentare gli emolumenti dei vertici”

ore 8.30

Il presidente di Finaosta Nicola Rosset
Il presidente di Finaosta Nicola Rosset

È scontro a distanza tra l’ex presidente di Finaosta, Nicola Rosset, e gli attuali vertici di Cva. A riaccendere la miccia è una lettera di sedici pagine inviata da Rosset al presidente del Consiglio Valle Alberto Bertin, al presidente della IV Commissione consiliare Roberto Rosaire e, per conoscenza, all’attuale presidente di Finaosta Marco Linty. Una replica alle dichiarazioni rese dai vertici Cva nel corso di un’audizione della IV Commissione dello scorso novembre.

“Venuto a conoscenza di essere stato citato e attaccato nel corso dell’audizione in quarta Commissione”, Rosset spiega di aver richiesto l’accesso agli atti e di aver deciso di prendere parola per “ristabilire un quadro informativo fondato su criteri di trasparenza e completezza”.

Al centro dello scontro, l’aumento dei compensi dell’ad di Cva, fissati a 50mila euro annui dal 2019. “Ci furono pressioni esercitate da alcuni componenti della giunta regionale affinché si procedesse a un aumento degli emolumenti del management Cva” accusa Rosset.

Il parere legale e l’uscita dal perimetro Madia

Nel 2022 Cva aveva richiesto a Finaosta una revisione degli emolumenti sulla base di un parere del costituzionalista Francesco Saverio Marini – allora consulente, oggi giudice della Consulta – che sosteneva che, a seguito del decreto Aiuti, Cva potesse essere considerata una “società quotata” e quindi esclusa dal campo di applicazione del decreto Madia.

Secondo Rosset, i vertici della partecipata “ritenevano che l’uscita dall’ambito di applicazione del decreto legislativo Madia consenta all’azionista Finaosta di rivedere in aumento i suddetti emolumenti, attraverso un significativo aumento degli stessi per tutti i componenti del cda di Cva”.

Il 31 agosto 2022, una riunione alla Presidenza della Regione affronta la questione: “Da parte dell’assessore competente viene posto il tema della revisione dei compensi, aderendo alla richiesta dei vertici di Cva e rinviando tale operazione alla competenza del socio Finaosta”.

Il rischio danno erariale e la proposta di nuove selezioni

Finaosta, però, secondo Rosset, “fa presente l’inopportunità di modificare compensi oggetto di una selezione pubblica e approvati solo alcune settimane prima in assemblea” e propone – come “mera ipotesi tecnica” – le dimissioni del cda per consentire una nuova selezione. “La proposta viene scartata a priori dai presenti”.

Un parere legale acquisito dalla finanziaria evidenziava infatti “un potenziale danno erariale” in caso di aumento post-nomina. Gli avvocati proponevano quindi “come unica soluzione sostenibile l’avvio di una nuova procedura di selezione preceduta dalle dimissioni del Consiglio di amministrazione”. Una soluzione, osserva Rosset, che “avrebbe potuto consentire la partecipazione di altri candidati, aprendo un confronto concorrenziale che avrebbe premiato le competenze più qualificate”.

Un’altra ipotesi, anch’essa respinta, era “in sede di Cda di definire nuovi compensi, anche molto più consistenti, a seguito del ricevimento di una lettera dell’amministrazione regionale che autorizzi Finaosta a muoversi in tal senso. Anche questa proposta viene fortemente osteggiata”.

Rosset sottolinea che “la manifestazione di interesse che ha portato all’individuazione dell’attuale amministratore delegato stabiliva in modo chiaro l’entità del compenso. E che tale compenso fosse omnicomprensivo“. E aggiunge: “Se il compenso previsto era considerato non adeguato, non sarebbe stato più opportuno valutare attentamente la propria candidatura prima di partecipare alla selezione, piuttosto che proporre insistentemente una revisione successiva delle condizioni contrattuali?”.

Il contrattacco di Rosset

Dopo ulteriori passaggi, discussioni e pareri, la questione sembrava essersi arenata. Rosset torna sul tema solo nel maggio 2024, venendo a conoscenza del compenso aggiuntivo riconosciuto ad Argirò in qualità di amministratore di Cva Eos, grazie a un’interrogazione della consigliera Chiara Minelli di Pcp.

Replica così alle accuse: “Non sono stato io, in qualità di presidente di Finaosta, a esercitare pressioni per ottenere le dimissioni dei vertici di Cva. Al contrario, sono stato io a subirne, quanto alla necessità di alzare i compensi. Una richiesta che, non a caso, è stata accompagnata dalla minaccia di dimissioni, con il conseguente monito che, in caso di diniego, il sottoscritto e l’intero cda di Finaosta avrebbero dovuto renderne conto – non si capisce a quale titolo – a tutta la Valle d’Aosta”.

Rosset nega infine qualsiasi coinvolgimento in nomine pilotate: “Contrariamente a certe voci, non ho mai nemmeno lontanamente immaginato di suggerire nomi ‘amici’ per le nomine in Cva. E, laddove necessario, farò valere questa innegabile verità”.

E conclude con una riflessione sull’operato di Finaosta: “Vale la pena ancora ricordare che tutte le decisioni assunte in seno al consiglio di amministrazione di Finaosta sono state approvate all’unanimità e che, ancora oggi, i quattro quinti del cda e i due terzi del collegio sindacale restano invariati. Un dato che, se fosse analizzato con maggiore attenzione, dovrebbe far riflettere su chi, davvero, abbia spinto per un cambio di rotta e con quali reali intenzioni”.

Nessun vero piano da Cva

Nella parte finale della missiva, Rosset riserva anche una stoccata alla governance della partecipata: “Ancora in termini di trasparenza e collaborazione istituzionale, appare in ultimo opportuno evidenziare come, durante la presidenza in Finaosta del sottoscritto non siamo mai stati presentati da parte di Cva piani strategici degni di tale nome, ma ci si sia limitati, da parte dei vertici della medesima Compagnia valdostana delle acque, a illustrare delle generiche volontà di crescita di produzione senza però fornire numeri preventivi, ma soprattutto senza rendicontare gli investimenti fatti”.

Cva: “Nessuna dichiarazione. Aspettiamo atti.”

A seguito delle notizie diffuse, Cva dichiara di “non possedere il documento presentato dall’ex Presidente di Finaosta agli organi consiliari. La richiesta di accesso agli atti in tal senso è stata presentata ieri. Solo qualora tale accesso venisse accordato, CVA potrà valutarne i contenuti. Nel frattempo non verranno rilasciate dichiarazioni.”

Aggravi: “Certi passaggi sono piuttosto preoccupanti e vanno necessariamente chiariti”

A chiedere ieri copia della missiva inviata da Rosset è stato il capogruppo di Rassemblement Valdôtain Stefano Aggravi, in apertura dei lavori del Consiglio regionale.

“Queste osservazioni lasciano trasparire un clima tutt’altro che funzionale al buon rapporto che deve esserci tra Azionista, controllante in house e controllata. Da parte mia ho già avanzato la richiesta di accesso agli atti dei vari pareri citati. Credo che la IV Commissione, così come tutto il Consiglio debbano valutare attentamente cosa fare ora. Certi passaggi sono piuttosto preoccupanti e vanno necessariamente chiariti”.

7 risposte

  1. Le consulenze legali, a cominciare da quella di Marini, a quanto ammontano? Perché bisognerebbe che l’innominato con la delega alle Partecipate restituisse l’ammontare della 1a, quella a Marini e di quelle che ne sono seguite. E un emendamento per una pensione anticipata per tutti quelli coinvolti, alla Del Deo. In cambio di togliere il disturbo, credo che molti valdostani sarebbero disposti a sopportarlo.

  2. Fuori dalla legge Madia?
    Con degli artifizi dove se la cantano e suonano … la società è pubblica a tutti gli effetti e invece opera come privata ….
    La Corte dei Conti dovrebbe indagare e troverebbe che questo modo di operare è fuori legge “Madia” ..

  3. Se quanto afferma Nicola Rosset fosse vero e confermato, l’intera giunta regionale dovrebbe dimettersi. E ovviamente nemmeno avere il coraggio di ripresentarsi candidati alle prossime elezioni regionali. A proposito: la Procura di Aosta non ha nulla da dire in merito?

    1. Ti dico già perché la Procura non interverrà: archiviazione immediata. Se l’unica prova di questa cosa è la lettera di Rosset, e non ci sarà nessun testimone o documento a confermare i fatti, il caso si chiude a livello penale per mancanza di prove e una querela contro Rosset. Unica cosa da fare è un’inchiesta politica con relative sentenze senza alcuna valenza legale se non gli eletttori infuriati. Unica cosa certa, che questo caso ha ridotto di molto le probabilita che l’Union Valdotaine vinca le prossime elezioni regionali: auguro solo che chi vincerà elezioni non debba mettersi in maggioranza l’UV quando questa busserà alla loro porta per cercare di avere un posto di minoranza al governo.

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