Era tra gli indagati dell’inchiesta sull’incendio di Aymavilles, ma la Procura ha ora chiesto al Giudice per le Indagini Preliminari l’archiviazione della posizione del capo della Protezione civile regionale, Valerio Segor. Nel rogo, scoppiato il 19 luglio 2023, andarono bruciati 115 ettari di terreno tra Aymavilles e Villenevuve e distrutte due case (con una terza danneggiata), in località La Comagne.
Nell’ipotesi accusatoria iniziale, a Segor – che al momento dell’incendio era in carica da 14 giorni (nominato dalla Giunta Testolin) – veniva addebitato di aver contribuito, colposamente, ad aggravare le consulenze del rogo, perché non avrebbe operato per superare le presunte inefficienze della compagnia elicotteristica chiamata ad intervenire per i lanci d’acqua, non ricorrendo alla convenzione che avrebbe consentito di attivare un elicottero dei Vigili del fuoco di Torino.
A seguito della chiusura delle indagini, Segor – assistito dall’avvocato Andrea Balducci – ha chiesto di essere sottoposto ad interrogatorio del pubblico ministero. “In quella sede, – spiega il legale – abbiamo fornito esaustivamente, per circa quattro ore, spiegazioni sulla dinamica dei fatti ed è emersa la totale assenza di responsabilità del mio assistito, con il pm che si è determinato per la richiesta di archiviazione”.

Nove richieste di rinvio a giudizio
Nella stessa inchiesta, la Procura (il fascicolo è affidato al pm Giovanni Roteglia) ha chiesto il rinvio a giudizio di nove persone e di due società. Nella ricostruzione investigativa, l’innesco delle fiamme va ricondotto ad un corto circuito verificatosi per la caduta (favorita verosimilmente dalla ventosità della giornata del rogo) del rametto di uno dei pioppi sovrastanti il traliccio della linea di media tensione Deval in località La Poya.
Per gli inquirenti, ne sarebbe derivata una violenta scarica con fenomeno di arco voltaico, arrivata sulla vegetazione sottostante, originando l’incendio. Per questo, è stato chiesto il rinvio a giudizio di Giorgio Pession, presidente ed amministratore delegato di Deval, nonché dei funzionari della stessa azienda Domenico Mileto, Luigi Traverso, Valerio Zinetti e Walter Musso. A vario titolo, sono accusati di incendio colposo e di inquinamento ambientale colposo.
La ricostruzione della Procura è corroborata dalle immagini del sistema di videosorveglianza del comune di Saint-Pierre, in cui è finito lo “scintillio” iniziale e, a seguire, le altre fasi del rogo. Per i consulenti nominati da via Ollietti, la vegetazione intrusiva nell’area era già emersa dal 2018 e l’omessa risoluzione del problema (con la mancata attuazione del piano di indirizzo operativo previsto da Deval) configura la negligenza, che ha condotto alle contestazioni. Deval, quale persona giuridica, è chiamata in giudizio per i corrispettivi illeciti amministrativi derivanti dai fatti che, secondo gli inquirenti, sono stati causati dai suoi rappresentanti.

Le accuse per il ritardo dell’elicottero
Un altro filone delle indagini ha riguardato Sky Aviation, la società elicotteristica aggiudicataria dell’appalto regionale per il servizio antincendio boschivo. Dalle indagini era emerso un ritardo di circa due ore dalla chiamata di attivazione (quando il capitolato prevede un termine di 20 minuti per le urgenze e di 40 minuti per le attività ordinarie). Nella tesi accusatoria, l’elicottero intervenuto aveva dei problemi di funzionamento della “benna antincendio”, ma l’inconveniente – ha ricostruito l’inchiesta – si era già verificato in un incendio a Sarre alcuni giorni prima, quindi la ditta aggiudicataria ne era cosciente.
Su questo fronte, è stato chiesto il rinvio a giudizio dei rappresentanti legali Cesare Sappino e Alessandro Penco, del pilota Christian Gagliardo e del tecnico Luca Laurent, con accuse – mosse a vario titolo – di incendio boschivo, inquinamento ambientale e inadempimento di pubbliche forniture. Anche in questo caso, la citazione in giudizio è anche per la società Sky Aviation, per la responsabilità derivanti dalle condotte dei suoi esponenti. L’udienza preliminare, per tutti e nove, è in calendario per il prossimo 17 settembre.

Chiuso un altro filone dell’inchiesta
E’ poi chiuso da poco un altro filone della medesima inchiesta, nel quale sono indagate persone legate a Sky Aviation, per falso e truffa ai danni della Regione Valle d’Aosta. L’ipotesi, formulata in ordine ad un periodo del 2023 (che non include solo il rogo di Aymavilles), è che l’azienda abbia fatturato all’ente pubblico ore di volo non effettuate, per un corrispettivo di circa 7mila euro. Nelle indagini sull’incendio era maturata anche l’imputazione, per rivelazione di segreti d’ufficio, del comandante del Corpo forestale della Valle d’Aosta, Luca Dovigo. Per lui, il processo inizierà il prossimo 13 maggio, con rito abbreviato.