I sindacati hanno inviato una proposta di contratto integrativo aziendale alla Gros Cidac

Il documento – spiegano Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Savt Commerce –, tocca diversi punti: dalle relazioni ai diritti, passando per la sicurezza sul lavoro, la terziarizzazione e gli appalti, l’organizzazione ed il welfare. Ora si attende un incontro tra le parti.
Il supermercato Gros Cidac di Aosta
Lavoro

Ha avuto esito positivo l’elaborazione della piattaforma rivendicativa per la proposta del contratto integrativo aziendale della Gros Cidac tra le segreterie regionali della Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Savt Commerce.

A spiegarlo, gli stessi sindacati che hanno inviato il documento all’azienda in attesa, ora, di un incontro tra le parti per dare il via alla trattativa.

Documento che, in sintesi – spiega una nota –, “è articolato in diversi punti, partendo da una premessa sulle motivazioni delle richieste sindacali, le relazioni e i diritti, l’ambiente, la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro, la terziarizzazione e gli appalti, l’organizzazione del lavoro e la distribuzione dell’orario di lavoro, la verifica sul part-time, l’inquadramento professionale, le pause di lavoro, i buoni pasto, il premio di produttività, il welfare, le pari opportunità, la previdenza complementare”.

Il tutto, partendo da un quadro più ampio: “La situazione economica in cui versano le lavoratrici e i lavoratori italiani necessiterebbe di politiche del lavoro in grado di riformare effettivamente la struttura salariale, il fisco, le politiche del lavoro in generale – dicono i sindacati –. La proposta del contratto integrativo aziendale certamente fornisce un aiuto ai lavoratori ma lascia immutato il quadro generale”.

Quadro che non brilla: “Registriamo nel Paese, da trent’anni, alla stagnazione salariale – si legge ancora nella nota delle parti sociali –. L’anomalia italiana, secondo l’Ocse, dice che dal 1991 al 2023 i redditi da lavoro a parità di potere d’acquisto sono scesi del 3,4 per cento, contro un aumento del 30 per cento in altri Paesi. Un divario enorme. A ciò inseriamo il crollo del 10 per cento del Pil, il ritorno dell’inflazione, l’aumento dei prezzi ed il carico fiscale, il più alto dei paesi europei. In tale situazione, il 10 per cento dei lavoratori che hanno un impiego si trovano in condizioni di povertà”.

Ma, tornando “ai problemi prettamente locali, secondo l’indagine annuale di Altroconsumo la Valle d’Aosta è collocata al vertice in termini di costo della spesa”. E, aggiungono i sindacati, “in questo quadro viene collocata la nostra richiesta di Contratto”.

Problemi nella grande distribuzione, i sindacati chiedono un confronto

16 settembre 2025

Lo sciopero dei sindacati alla Lidl di Saint-Christophe
Lo sciopero dei sindacati alla Lidl di Saint-Christophe

Problemi nazionali noti, ma anche questioni tutte valdostane da mettere sul tavolo. Questioni per cui i sindacati locali chiedono ora un confronto “per ricercarne le soluzioni”. Soprattutto per quello che riguarda la grande distribuzione organizzata.

A partire dalla Lidl di Saint-Christophe – dove i dipendenti hanno già scioperato in primavera e in estate –, per cui è previsto un incontro il prossimo 19 settembre. Incontro tra le parti – si legge in una nota della UilTucs – “per definire alcune questioni trattate di recente, ma ancora irrisolte, relative all’organizzazione del lavoro, agli organici insufficienti, alle turnazioni, ma soprattutto alla sicurezza sul lavoro”.

Confronto che avverrà, comunque, “mentre vi è in corso da diversi mesi la trattativa per il contratto Integrativo, supportato da diversi scioperi dei lavoratori che, a Saint-Christophe, hanno costretto l’azienda a chiudere la filiale”. Insomma, “si attendono gli sviluppi dopo la pausa estiva per la ripresa del confronto”.

Gros Cidac

Nella sua nota, Uil spiega: “L’iniziativa assunta dalla dirigenza di impostare una nuova formula di organizzazione del lavoro – si legge – ha creato inquietudine tra le lavoratrici e i lavoratori dimostratasi con una massiccia partecipazione degli stessi all’assemblea organizzata dal sindacato per spiegare la propria posizione sull’argomento e confrontarsi sulle iniziative da intraprendere”.

Insomma, “a prescindere dal malessere provocato con un orario imposto in modo unilaterale, è stato contestato all’azienda la mancata sospensione del nuovo orario di lavoro in presenza di una trattativa in corso”. Anche se, allo stesso tempo, “è stato recapitato alla Gros Cidac un documento unitario con la sintesi degli argomenti in discussione e le osservazioni sostenute dal sindacato”.

“Inoltre – dice la Uil –, è stato chiesto di affrontare il vaglio di un contratto integrativo aziendale per il quale le organizzazioni sindacali si impegnano a breve di presentare all’azienda, dopo l’approvazione della piattaforma rivendicativa da parte delle lavoratrici e dei lavoratori”.

Vigilanza privata e Carrefour

La vigilanza privata e servizi fiduciari ed il Carrefour “sono due settori che coinvolgono, per motivi diversi, l sindacati nazionali”. Questione ancora calda.

Nel comparto vigilanza “è stata sospesa la trattativa per il contratto integrativo del Piemonte e della Valle d’Aosta, fissando due nuovi incontri, il 17 ed il 24 settembre per discutere l’adeguamento salariale del Contratto collettivo nazionale di lavoro, considerato ancora inadeguato e incostituzionale”. Però, “la promozione di due incontri lascia supporre una conclusione soddisfacente del negoziato in corso”.

Lato Carrefour, “come è noto il Gruppo è stato acquistato da NewPrinces Group, di Reggio Emilia, ma nonostante le sollecitazioni delle organizzazioni sindacali per ricevere le informazioni del caso, ad oggi la nuova azienda è reticente in quanto risponde che, al momento, non è possibile aderire alla richiesta d’incontro perché l’operazione di acquisizione di Carrefour Italia da parte di NewPrinces Spa è sottoposta alle verifiche delle Autorità competenti”.

Se l’incontro resta da fissare, scrive ancora UilTucs, il sindacato “evidenzia le segnalazioni di diversi territori (esclusa Aosta) delle difficoltà di alcuni imprenditori in franchsing a pagare regolarmente le retribuzioni”.

Una risposta

  1. Se in Valle c’è una azienda che va bene è la CIDAC, e forse va bene anche perché i sindacati se ne sono sempre stati tenuti fuori, speriamo che la gestione sappia resistere al desiderio di onnipresenza dei segretari.

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