Due indagati per un’ipotesi di abuso edilizio su un immobile a La Salle

Si tratta del responsabile dell’ufficio tecnico comunale, Marco Averone, e del legale rappresentante della società che aveva depositato una richiesta di permesso di csostruire in sanatoria, Pierfrancesco Spensatello.
Gli abitati di Morgex e La Salle
Cronaca

Dal contenzioso tra l’impresa che ha eseguito i lavori e la società che le aveva dato l’incarico di procedere – ormai iniziato oltre dieci anni fa (e che, nel tempo, ha visto anche dei “round” al Tribunale Amministrativo Regionale, uno ancora pendente, e un lodo arbitrale) – scaturisce un’indagine della Procura della Repubblica. Riguarda un’ipotesi di abuso edilizio su un immobile in località Prarion a La Salle, oggetto dell’intervento.

In origine era un rudere, dal quale è stato ricavato un condominio con sette alloggi. Secondo gli inquirenti, però, la trasformazione sarebbe avvenuta demolendo lo stabile originario, protetto dalla Soprintendenza ai beni culturali. Chiuse le indagini, la Procura ha notificato il relativo avviso al responsabile dell’ufficio tecnico comunale di La Salle, il 56enne Marco Averone, e al rappresentante legale della società Sogem, il 31enne Pierfrancesco Spensatello.

Le accuse nei loro confronti, formulate a vario titolo, sono la vendita o acquisto di cose con impronte contraffatte di una pubblica autenticazione o certificazione e la falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. Il passaggio della vicenda su cui si concentra l’accusa è un permesso di costruire in sanatoria emesso dal Comune, richiesto dal rappresentante della Sogem nell’aprile 2024 e relativo ad opere effettuate in assenza di titolo abilitativo.

Stando alle indagini, però, la concessione edilizia rilasciata nel 2012 autorizzava semplicemente il restauro e risanamento conservativo dello stabile, che avrebbe subito in realtà un’opera di demolizione e ricostruzione. Nell’impostazione accusatoria, l’intervento sarebbe avvenuto anche in violazione delle prescrizioni contenute in un parere della Soprintendenza del 2023, relativo all’apertura sui fronti del complesso, realizzata in modo differente.

Per la Procura, i sette alloggi – nel frattempo tutti venduti a vari acquirenti – non sarebbero stati sottoposti a collaudo e, quindi, risulterebbero privi di agibilità (il collaudo statico effettuato avrebbe riguardato solo l’autorimessa). Gli accertamenti hanno evidenziato la produzione, da parte di Sogem, di un certificato di idoneità strutturale, che agli occhi degli inquirenti non è sostitutivo del collaudo.

Decorso il termine a disposizione degli indagati per chiedere al Pubblico ministero di essere sentiti, o di compiere ulteriori atti d’indagine, oppure ancora per depositare documentazione o memorie, sta all’ufficio di Procura determinarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio degli indagati.

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