Addio Valle d’Aosta nella nuova cartina d’Italia disegnata dalla Società geografica Italiana

Da una proposta della Società geografica italiana le Regioni e le Province potrebbero essere cancellate definitivamente ed essere sostituite da 36 dipartimenti individuati in base alle relazioni sociali. Lavoro in accordo con il Ministero.
Il riordino delle Regioni secondo la società geografica italiana
Società

Un nuovo puzzle italiano, una nuova cartina d’Italia tutta rivista e che nulla, davvero nulla, ha a che fare con quella attuale. Nella proposta per il riordino territoriale dello Stato arrivata dalla Società geografica italiana, l’associazione di studiosi che promuove la ricerca in questo campo, si disegna un’Italia tutta nuova: in sintesi si propone l’abolizione di tutte le Regioni, anche di quelle a Statuto speciale per dare spazio a 36 nuovi "sistemi urbani". 
Si prevede dunque l’accorpamento delle province, che scendono dalle oltre 100 di adesso a 36 e trasferimento di tutte le competenze delle vecchie regioni alle nuove maxi province, che diventano l’unico gradino intermedio tra il Comune e lo Stato. L’Italia così suddivisa vuole puntare sui centri propulsori della gestione amministrativa e dello sviluppo in un rinnovato “patto di cittadinanza”.

Quella della Società geografica è una proposta, certo, ma è un lavoro portato avanti in accordo con il Ministero per gli Affari Regionali e le Autonomie. All’esame del tavolo di lavoro la riforma del titolo V della Carta Fondamentale che prevede l’abolizione delle 110 Province ed un riordino istituzionale funzionale per migliorare i servizi diminuendo la spesa pubblica.

“Le nuove regioni sarebbero il risultato di un’aggregazione intercomunale – spiega il Presidente della Società Geografica Italiana, Sergio Conti – E non di un accorpamento delle province così come previsto dal ddl costituzionale approvato negli scorsi giorni.”.
La proposta di “Neoregionalismo” della Società Geografica parte da un importante studio del 1999 che già prevedeva un ridisegno dei confini regionali volto a snellire la macchina burocratica e amministrativa delle Province e delle Regioni, oltre che a rivedere il territorio secondo criteri geografici, demografici, culturali, infrastrutturali e sociali.

Competitività, sostenibilità ambientale, innovazione socio-culturale rappresentano i nuovi assets strategici su cui fondare una possibile proposta. L’obiettivo, secondo la Società Geografica, è quello di proporre un’organizzazione dell’Italia articolato in una molteplicità di centralità strategiche secondo l’individuazione di una pluralità di “nuovi fattori di localizzazione” che sostengano un ritaglio amministrativo adeguato al territorio.

E la Valle d’Aosta? Beh la Valle d’Aosta scomparirebbe, ovviamente. Ad esempio il Piemonte, in base alla nuova proposta che si ispira sull’uguaglianza o quanto meno alla condivisione di radici storiche e economiche, verrebbe suddiviso in tre regioni più piccole una comprendente i territori di Asti Cuneo e Alessandria, la seconda costituita dall’attuale provincia di Torino e la terza da Novara, Vercelli e la Valle d’Aosta.
 

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