Piano regionale contro il gioco d’azzardo, Caminiti: “Sbagliato non mettere i limiti orari”
A poco più di un mese dall'approvazione in Giunta regionale, il 12 giugno scorso, la 'bocciatura' del Piano regionale per il gioco d'azzardo patologico – già approvato anche dal Ministero della Salute – arriva dal consigliere unionista del Comune di Aosta Vincenzo Caminiti, Presidente della IV^ Commissione autrice del Regolamento del Capoluogo per contrastare l'azzardopatia.
Una bocciatura sonora da parte di Caminiti, dovuta soprattutto alla mancanza, nel Piano, dell'elemento cardine del regolamento comunale: i limiti orari di accensione delle macchinette nei locali pubblici definita dal Comune di Aosta in 11 ore di accensione massime dalle ore 9.00 alle 12.00, dalle 15.00 alle 19.00 e dalle 21.00 alle 1.00 di tutti i giorni, festivi inclusi . Un lavoro che ha tenuto occupata la Commissione per circa 8 mesi, con un codazzo di polemiche che ancora non si è estinto del tutto.
Per Caminiti, di fatto, il Piano renderebbe del tutto inefficace la lotta del Comune contro la dipendenza dal gioco d'azzardo: “Il fatto che la Regione nel suo Piano non parli degli orari, anche solo dando una indicazione o un consiglio – ha spiegato –, ci ha lasciati perplessi anche perché era un elemento ben chiaro uscito dalle commissioni. Il grosso del problema resta quello di limitare l'esposizione al gioco e quando abbiamo visto che nel Piano di contrasto alla ludopatia non viene neanche citata parte degli orari”.
Problema che si riversa sui comuni limitrofi: “Se limiti gli orari all'interno del confine di Aosta e appena fuori puoi giocare diventa solo uno spostamento di clienti. Quanto prima voglio convocare un'altra Commissione su questa faccenda, perché mi auguro che il Comune riesca a coinvolgere almeno gli altri comuni della Plaine”.
Due le possibilità, secondo Caminiti: “O coinvolgiamo gli altri comuni, anche per non discriminare i commercianti, o dobbiamo adeguarci al Piano regionale perché si sia tutti uniformi”. La domanda, quasi retorica, è se l'adeguarsi alle maglie più larghe del Piano assessorile sia un 'passo indietro' per il Comune. Caminiti non ha dubbi: “Sarebbe sicuramente un passo indietro – chiude – perché credo che una battaglia come questa vada fatta seriamente. Noi l'abbiamo fatta ma dobbiamo vedere se sia nelle volontà di tutti gli altri”.