Cosa ci riserva il cielo in questo mese? A raccontarcelo, come sempre, sono i ricercatori della Fondazione Clément Fillietroz-Onlus. Nel mese di aprile, il mese globale dell’astronomia (GAM, Global Astronomy Month, organizzato Astronomers Without Borders (https://my.astronomerswithoutborders.org/programs/global-astronomy-month) proponiamo al pubblico spettacoli al Planetario e visite guidate notturne in Osservatorio Astronomico ogni sabato. In particolare, gli appuntamenti di sabato 15 aprile fanno parte dell’evento speciale Yuri’s Night a Saint-Barthélemy, che ricorda l’anniversario del volo di Yuri Gagarin, che il 12 aprile 1961 divenne il primo essere umano a raggiungere lo spazio e orbitare intorno alla Terra. Per informazioni, consultate il nostro sito web: https://www.oavda.it
Le fasi della Luna
Luna piena il 6 aprile alle ore 6.38, Ultimo quarto il 13 alle 11.12, Luna nuova il 20 alle 6.16, Primo quarto il 27 alle 23.21.
Congiunzioni tra la Luna e pianeti e stelle brillanti
Il 2 aprile, in prima serata, la Luna si trovava al centro della costellazione del Leone, a breve distanza angolare dalla sua stella più brillante, Regolo (vedi immagine qui sotto).
Il 16 sarà in congiunzione con Saturno. Entrambi gli oggetti saranno nella costellazione dell’Acquario e visibili prima dell’alba.
Il 23 la Luna sarà molto vicina a Venere, passando a poco più di un grado di quest’ultimo (vedi immagine qui sopra). Infine, il giorno 25 sarà il turno del Pianeta rosso (Marte) di “incontrare” (prospetticamente) il nostro satellite naturale all’interno della costellazione dei Gemelli.
I pianeti
Mercurio
L’11 aprile si troverà alla massima elongazione est, ossia alla massima separazione angolare “a sinistra” del Sole. Nei due o tre giorni precedenti e seguenti quella data, al tramonto, attorno alle 20.00, il piccolo ed elusivo pianeta sarà nelle migliori condizioni di osservabilità, relativamente alto sull’orizzonte (circa 18°). Il 3 aprile passerà dalla costellazione dei Pesci a quella dell’Ariete, avviandosi alla congiunzione con il Sole che avverrà verso fine mese.
Venere
Il pianeta si presenta come un punto luminosissimo visibile al tramonto del Sole verso ovest. Per godere di una suggestiva visione del pianeta nel cielo del crepuscolo serale consigliamo di osservarlo verso le ore 20.00 a inizio aprile, attorno alle 21.00 a fine mese, in modo che sia a una buona altezza sopra l’orizzonte. Il giorno 7 passa dalla costellazione dell’Ariete a quella del Toro.
Marte
Il pianeta rosso a inizio aprile si trova a 218 milioni di km da noi, distanza che a fine mese raggiunge i 260 milioni di km: è in deciso allontanamento rispetto alla Terra. Inoltre, sera dopo sera, appare sempre più basso sull’orizzonte occidentale e sempre più vicino al Sole. Marte si trova al centro della costellazione dei Gemelli, non lontano dalle due stelle più luminose (Castore e Polluce). Il giorno 25 verrà affiancato dalla Luna per una suggestiva congiunzione.
Giove se ne va… ma torna a fine mese
Il 12 aprile il pianeta gigante del nostro Sistema Solare sarà in congiunzione con il Sole, nella costellazione dei Pesci. A fine mese, uscendo dalla congiunzione, raggiungendo una separazione angolare da quest’ultimo di una dozzina di gradi, teoricamente potrebbe essere osservato appena prima del sorgere del Sole. Per un’osservazione mattutina più proficua consigliamo di cercare Giove ad est prima dell’alba a partire del prossimo mese.
Saturno
Si trova in posizione molto vicina al Sole, a “destra” di quest’ultimo, con cui sorge praticamente in contemporanea al mattino presto, prima dell’alba. Verso metà aprile comincia a separarsi angolarmente dal Sole e quindi può essere cercato a oriente prima del sorgere dell’alba, fino alle 6.00 circa. Si trova nella costellazione dell’Acquario. Il 16 si verifica un avvicinamento prospettico tra il pianeta inanellato e la Luna, vedi sopra la sezione dedicata alla Luna per ulteriori dettagli.
Urano
Nella costellazione dell’Ariete, a inizio aprile sarà ancora molto vicino a Venere che lo “sorpasserà proseguendo il suo cammino lungo l’eclittica. Sarà visibile appena dopo il tramonto per un’oretta e mezza, ma a fine mese sarà già all’orizzonte quando il cielo comincia a scurire.
Nettuno
Sorge assieme al Sole a inizio mese, poi lentamente aumenta la sua distanza angolare da quest’ultimo e comincia a poter essere visto prima dell’alba (entro le 6.00 circa). Pur essendo in una costellazione attigua (quella dei Pesci) ha condizioni di osservabilità simili a quelle di Saturno.
Gli sciami meteorici di aprile
Liridi, le stelle cadenti di aprile
In seconda serata sorge la Lira, costellazione nella quale è situato il punto da cui appaiono diramarsi le “stelle cadenti” (le Liridi) visibili in maggior numero dal 21 al 23 aprile.
La spiegazione di questo fatto risiede nel fatto che la Terra incrocia ogni anno in quei giorni le particelle lasciate dalla cometa C/1861 G1 Thatcher lungo la propria orbita. I granelli di questa polvere cometaria, entrando in atmosfera a grande velocità, producono le scie luminose che chiamiamo “stelle cadenti” (termine popolare) o meteore. Lo sciame delle Liridi raggiungerà il suo massimo il 23 aprile, tre giorni dopo la Luna nuova che quindi non disturberà con il suo chiarore le osservazioni, perciò le meteore di questo sciame saranno perfettamente visibili. Dopo la mezzanotte in media sono teoricamente osservabili fino a circa 20 meteore all’ora.
Stelle e costellazioni visibili nelle serate di aprile
Aprile segna la fine della visibilità di una delle costellazioni più conosciute e apprezzate, Orione, che in prima serata scorgiamo verso ovest, sera dopo sera sempre più in declino verso l’orizzonte. Analogamente alcune altre costellazioni del cielo autunnale e invernale come l’Ariete, il Toro e l’Auriga anticipano sempre più il loro tramonto.
Nelle serate di aprile attorno alle 22.30 si intravede verso sud, leggermente a destra della sagoma del Leone e sotto le stelle del Cancro, la testa dell’Idra femmina. Poco in basso possiamo vedere Alphard, la sua stella più brillante. La sinuosa figura dell’Idra prosegue a zig zag verso sud est passando “sotto” al quadrilatero del Corvo.
Più a est, quasi a contrastare il colore azzurro di Regolo, brilla la gigante arancione Arturo, mentre a nord culmina l’Orsa Maggiore, che contiene al suo interno l’asterismo del Grande Carro. A proposito di costellazioni vicine alla stella polare, questo mese (nella sezione “Le costellazioni che non tramontano mai”) presentiamo una nuova costellazione… dal lungo collo.
La porzione più densa della Via Lattea è visibile solo alla fine della notte; quindi, osservando in prima serata attraverso uno spessore minore del nostro sistema galattico, è possibile individuare le galassie esterne alla nostra: ne parliamo a proposito del Leone, che descriviamo qui di seguito.
La costellazione zodiacale del mese: il Leone
Nel cielo primaverile la nostra attenzione è attratta dall’inconfondibile sagoma del Leone, una fra le poche costellazioni in grado di rappresentare in modo realistico ciò di cui portano il nome. Il “falcetto del Leone” è quel caratteristico asterismo (disegno di stelle) a forma di punto interrogativo alla rovescia che rappresenta la criniera e il petto; il … puntino è la già ricordata stella Regolo (in latino “il piccolo re”), Alfa Leonis, la più brillante di questa costellazione. Ventunesima stella in ordine di luminosità, Regolo si trova alla distanza da noi di 79 anni luce (un anno luce = 9.460 miliardi di km).
Nell’antico Egitto, nel periodo in cui il Sole si trovava prospetticamente in questa costellazione, i leoni andavano a rinfrescarsi presso il Nilo, proprio nei giorni in cui il grande fiume esondava depositando sulle sue rive il fertile limo che permetteva un’agricoltura florida. Per questo motivo il Leone era considerato un animale sacro. Nell’VIII secolo a.C. il “Solleone” si verificava attorno alla metà di agosto, attualmente il periodo più caldo per tutta l’area mediterranea.
Nella mitologia greca il Leone è quello di Nemea, la cui uccisione costituiva una delle fatiche di Ercole. In questo caso la belva, proveniente dalla Luna, in seguito alla sua uccisione da parte dal prode semidio fu “rispedita” in cielo.
Regolo in latino significa “reuccio”. L’origine del nome potrebbe dipendere dal fatto che nell’antica Persia vigeva l’usanza di dividere il cielo in quattro parti rette dalle “Stelle reali”, ognuna delle quali originariamente designava una direzione cardinale. L’astronomo francese Flammarion ricondusse alle stagioni le stelle “reali” Antares per l’estate, Fomalhaut per l’autunno, Aldebaran per l’inverno; Regolo, la stella della primavera, delle quattro è la meno brillante, da qui forse l’appellativo di “Piccolo re”.
In realtà Alfa Leonis è una stella multipla, ovvero è un sistema costituito da più stelle. La principale è una stella di tipo spettrale B7, molto calda (circa 13.000 gradi) e intrinsecamente 360 volte più luminosa del Sole: si tratta della rappresentante della classe B più vicina alla Terra. Probabilmente a causa dell’elevato moto di rotazione presenta una curiosa forma appiattita. Questa caratteristica, non rilevabile con semplici osservazioni visuali o fotografiche, è stata appurata con uno strumento molto particolare: l’interferometro CHARA applicato al telescopio di Mount Wilson negli Stati Uniti.
Regolo ha una piccola compagna, probabilmente una stella nana bianca, che le orbita a breve distanza (meno di un terzo della distanza della Terra dal Sole) con un periodo di circa 40 giorni. Nel tempo sono state scoperte altre due stelle compagne, vicine a Regolo, che formano una stella binaria le cui due componenti orbitano una attorno all’altra con un periodo di circa 800 anni; insieme, a loro volta, alla distanza media da Regolo di almeno 600 miliardi di km, completano un’orbita in non meno di 130.000 anni! Quindi Alfa Leonis è in realtà un sistema costituito da ben quattro stelle.
Gamma Leonis, nota anche come Algieba, è una stella doppia formata da una gigante arancione luminosa 90 volte il Sole e con un diametro 30 volte quello della nostra stella, possiede un pianeta di massa gioviana, e da una gigante gialla 30 volte più luminosa del nostro Sole e con un diametro esteso metà della principale. Il periodo orbitale di queste due stelle potrebbe essere nell’ordine dei 500 anni e la distanza reciproca è almeno il doppio di quella che separa Plutone e il Sole. La distanza della coppia da noi è di almeno 110 anni luce. Vista nei telescopi della Terrazza Didattica del nostro Osservatorio Astronomico è indubbiamente una delle stelle doppie più suggestive.
Il nome Algieba è una deformazione dell’espressione Al Jabbah, “la criniera del leone”.
Un terzetto di galassie
Con i telescopi riflettori del nostro Osservatorio Astronomico si scorgono nella costellazione del Leone le galassie M65 e M66, alla distanza di circa 35 milioni di anni luce. Al telescopio la prima galassia si presenta come un fuso di luminosità uniforme, mentre la seconda è più interessante, in quanto presenta delle polveri lungo i bracci che ne movimentano l’aspetto (si veda l’immagine della copertina, ripresa con una camera digitale più sensibile dell’occhio umano). Assieme a una terza galassia, NGC 3628, costituiscono un gruppo noto come il terzetto del Leone; la distanza media tra una galassia e l’altra è di circa 250.000 anni luce.
Le costellazioni che non tramontano mai: la Giraffa
Attorno alle 22.00, in questa stagione a sinistra della stella Polare (si può usare il Piccolo Carro allineando le stelle del suo timone verso “sinistra”, cioè a ovest), si possono notare alcune deboli stelle, che fanno parte della costellazione della Giraffa, introdotta da Jakob Bartsch, genero di Keplero, nel 1624, a rappresentare l’episodio biblico del cammello che portò Rebecca dal suo futuro sposo Isacco. Formata da stelle di quarta magnitudine, la costellazione del… “cammello leopardato” (in latino Camelopardalis, o Camelopardus) richiede un cielo scuro e limpido per essere osservata, come quello dello Starlight Stellar Park di Saint-Barthélemy, dove sorge il nostro Osservatorio Astronomico. Degna di nota è la sua stella Alfa, che, alla distanza di circa 6.000 anni luce, è una delle stelle più lontane visibili a occhio nudo. La possiamo scorgere perché è quasi 700.000 volte più luminosa del Sole!
A cura Paolo Recaldini, Andrea Bernagozzi e Davide Cenadelli