Deflusso minimo vitale, Marzi risponde a Legambiente: “Visione partigiana della realtà”

L'Assessore ribadisce come ad oggi non sia "necessario un provvedimento normativo per attuare il passaggio da deflusso minimo vitale a deflusso ecologico, in quanto le nostre disposizioni sono già allineate alle indicazioni fornite dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po".
Torrente St Barth aprile 2022
Ambiente

Non si è fatta attendere la risposta dell’Assessore Carlo Marzi alla lettera inviatagli da Legambiente Valle d’Aosta sulla questione del Deflusso minimo vitale.

Nel definire “partigiana” la visione dell’Associazione “della situazione reale che ho rappresentato” in Consiglio regionale, l’Assessore ribadisce come ad oggi non sia “necessario un provvedimento normativo per attuare il passaggio da deflusso minimo vitale a deflusso ecologico, in quanto le nostre disposizioni sono già allineate alle indicazioni fornite dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po e sono contenute nel Piano di Tutela delle Acque”.

L’Assessore spiega, quindi, come quello che conta è “come viene calcolata la portata che è computata secondo un sistema congruente con la definizione di deflusso ecologico; inoltre, per le nuove derivazioni idroelettriche (quelle dopo il 2006) sono previsti dei rilasci addirittura superiori a quelli proposti dall’Autorità di bacino. La Regione sta anche adottando delle metodiche molto più raffinate su un numero di casi e una estensione territoriale che non ha eguali a livello nazionale: per questo la Valle d’Aosta è citata dal Ministero della transizione ecologica quale esempio virtuoso”.

Per Marzi, quindi, “gli aspetti ambientali sono tutelati e che non vi è l’intenzione di sottrarre acqua, ma che la contingenza rende necessario rivederne le misure idonee a fronteggiare gli effetti dei cambiamenti climatici nel settore delle risorse idriche”.

Per Legambiente: “Il rispetto in Valle del Deflusso minimo vitale è una chimera”

“Quando i politici raccontano le favole della buonanotte” era il titolo della lettera inviata nei giorni scorsi dal Circolo Legambiente Valle d’Aosta all’Assessore regionale Carlo Marzi, in relazione alle affermazioni fatte in Consiglio Valle nell’interpellanza, presentata da Pcp, sui deflussi minimi vitali e sulla necessità di passare al Deflusso Ecologico.

“Stando alle sue affermazioni pare che il Deflusso Ecologico sia già applicato in VdA fin dal 2006 nonostante le normative europee ne prevedano l’introduzione entro il 31 dicembre 2021: siamo in anticipo sull’Europa di 15 anni!  – evidenziava l’Associazione – Peccato che non ci sia ancora alcuna legge regionale che ne regolamenti l’applicazione”.

Legambiente smentiva poi Marzi sull’estensione dell’obbligo del rilascio del DMV a tutti i concessionari idroelettrici fin dal 2006. “Proprio il Piano tutela acque del 2006 ha esentato dall’obbligo del DMV tutte le centrali della Cva. Esenzione che è a tutt’oggi valida! Salvo che nel frattempo sono state attivate delle sperimentazioni (per 85 impianti stando ai suoi dati)”.

Sperimentazione che, per Legambiente, è “la parola magica che permette di non dover mai rendere conto di quello che si fa”. L’Associazione cita l’esempio del torrente di Saint-Barthélemy.
“Per anni abbiamo fotografato e segnalato in ogni stagione il torrente in secca nel tratto di attraversamento della Statale a Nus. Vede Assessore, nell’esempio del Saint Barthelemy la situazione che si nasconde dietro il termine “sperimentazione” è il fatto che sul torrente, già super utilizzato a scopo irriguo, negli ultimi anni si sono aggiunte ben 4 nuove centrali (oltre a quelle già presenti). Inoltre la cronica carenza di acqua, che ora si cammuffa dietro la parola “sperimentazione”, risale nel tempo ed è dovuta al fatto che le derivazioni irrigue che interessano la collina di Nus soffrono la concorrenza di un’altra derivazione che si situa a monte, alle origini del torrente”.

Per Legambiente, quindi, “nella realtà dei fatti il rispetto del DMV è per la VdA una chimera”. 

L’Associazione ricorda poi le sanzioni emanate dalla Regione e rimaste in sospeso: 163 al 2014.

“In definiva, assessore Marzi, vorremmo sapere come si fa, in questa situazione, a dire che “non vi è la necessità di predisporre un provvedimento normativo” e come si fa a minimizzare e a permettere che un numero sempre maggiore di torrenti sia destinato a fare la fine del Saint Barthelemy. Se poi volesse spiegarci quali sono le prospettive future che Lei intende realizzare attraverso il Piano di Tutela delle Acque ricomparso in questi giorni, magari con parole semplici e comprensibili da tutti gliene saremmo molto grati”.

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