Nuovi impianti rifiuti per l’organico e i fanghi, caccia ai fondi del Pnrr

Ad oggi i rifiuti organici e i fanghi da acque reflue vengono portati fuori valle con ripercussioni ambientali ed economiche notevoli. Per i due impianti, uno di trattamento dei rifiuti organici con sezioni anaerobica ed aerobica e l'altro di trattamento e recupero dei fanghi da acque reflue, chiesti 30 mln di euro circa
La discarica di Brissogne vista dall'alto
Ambiente

Per realizzare gli impianti previsti dal Piano rifiuti 2006 – 2020 la Regione tenta la strada dei fondi del Piano nazionale ripresa e resilienza. Nei giorni scorsi la Giunta regionale ha approvato le proposte, da sottoporre al Ministero della transizione ecologica, per due impianti, uno di trattamento dei rifiuti organici con sezioni anaerobica ed aerobica e l’altro di trattamento e recupero dei fanghi da acque reflue.

L’impianto per il trattamento dell’organico sarà ubicato nel centro regionale di Brissogne. Tutto l’organico raccolto in Valle d’Aosta viene inviato oggi fino a Bergamo percorrendo circa 222 km aggiuntivi per ogni tratta. “Le ripercussioni ambientali ed economiche di questo tipo di gestione sono notevoli e non più accettabili” si legge nella delibera approvata. Proprio i costi di trasporto fanno risultare le tariffe di trattamento del rifiuto organico  “ampiamente fuori mercato” attestandosi sui 100€/t.

Problema comune ai fanghi da acque reflue, portati al di fuori della regione causa mancanza di impianti locali percorrendo oltre 200 Km.

Il nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti per il quinquennio 2022 – 2027, che dopo l’esame in III Commissione è tornato in mano ai tecnici, prevede il miglioramento delle performance di raccolta dell’organico ma anche la sua estensione ai comuni, che ancora oggi non la fanno.

“Altro elemento a sostegno del progetto è intrinseco nel processo stesso di compostaggio, ovvero la necessità di utilizzare del materiale strutturante.  – si legge nella scheda del progetto – A questo scopo saranno impiegati gli sfalci verdi raccolti sul territorio regionale che attualmente sono gestiti in maniera analoga al rifiuto organico e quindi trasportati fuori regione”.

L’impianto,  utilizzerà la tecnologia di digestione semi-dry, termofila ed in continuo, “al fine di garantire la degradazione biologica della sostanza organica in condizione di anaerobiosi. Il biogas prodotto dalla digestione anaerobica sarà gestito tramite una linea dedicata che verrà integrata all’interno del sistema impiantistico già esistente a servizio della discarica di Brissogne”.
Il costo stimato per l’opera è di 16 milioni di euro circa. L’impianto avrà una capacità di trattamento annua pari a 10.000 tonnellate di frazione organica del rifiuto solido urbano e altrettante tonnellate di sfalci. Secondo il cronoprogramma allegato alla richiesta di finanziamento l’entrata in funzione è prevista per il 2025.

Per l’impianto di trattamento dei fanghi provenienti dai depuratori delle acque reflue urbane dell’intera regione, la regione punta invece alla tecnologia HTC, che “consiste in un processo in ambiente acquoso nel quale la componente carboniosa dei fanghi di depurazione viene separata dalla miscela di alimento ed estratta per essere avviata ai successivi trattamenti”. L’opera, che verrà realizzata in adiacenza al costruendo depuratore di Donnas, richiede un investimento di circa 16 milioni di euro e avrà una capacità annua di circa 10.000 tonnellate.

Secondo gli ultimi dati forniti in Consiglio Valle dal presidente della Regione, Erik Lavevaz, in qualità di Assessore ad interim all’ambiente, la produzione pro-capite di rifiuti urbani, anziché diminuire, è aumentata di circa 40 kilogrammi per abitante all’anno; mentre la percentuale di raccolta differenziata ha raggiunto il 65% (tre Unités sono rimaste al di sotto all’obiettivo minimo per la raccolta differenziata del 65%, mentre le rimanenti sono vicine al 70%). La percentuale di recupero di materia è del 58%, che non coincide con la percentuale effettivamente recuperata dai consorzi, a causa delle contaminazioni presenti nel rifiuto; la percentuale di recupero e riciclo dell’organico ha raggiunto il 46% della frazione organica ed il 90% del verde biodegradabile.

Una risposta

  1. Leggiamo nei documenti del PRGR (vol.II rifiuti speciali pagg.43-46) che dal 2015 al 2018 in Valle produciamo mediamente 4450t/a di fanghi provenienti dal trattamento dele acque reflue civili. Si prevede che con l’entrata in funzione degli impianti di La Salle, Chambave e Donnas, la produzione annua possa attestarsi a 5500t/a. Leggiamo che attualmente il costo di smaltimento dei fanghi fuori regione è di 180€/t, pari a circa 800.000€/anno che potrebbero salire ad un milione con le nuove stime. Leggiamo ancora a pag. 46 che la sezione di digestione anaerobica dell’impianto di Brissogne potrebbe accogliere “i fanghi prodotti nel territorio regionale, massimizzandone lo sfruttamento energetico con la produzione di biogas e minimizzando i quantitativi ottimizzando il processo di disidratazione meccanica del digestato”. Questa soluzione è già stata accantonata? L’impianto HTC proposto ha un costo di sedici milioni. Se per semplicità trascuriamo, da un lato l’incremento dei costi di nel tempo per lo smaltimento fuori regione dei fanghi e dall’altro lato l’interesse che potrebbe fruttare il capitale necessario alla realizzazione dell’impianto HTC, si può affermare che ci vorrebbero più di sedici anni per ottenere il pareggio fra le due voci. Si fa rilevare che non sono stati considerati i costi di gestione e di ammortamento di un impianto HTC. Non so se sia stata fatta una valutazione costi-benefici da parte della Regione. Penso che, in tutti i casi, sarebbe opportuno affidarla ad un istituto universitario che faccia chiarezza sull’opportunità dell’investimento.

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