Un passaggio di consegne “accompagnato“. Dal 1° gennaio 2025, anche la gestione del servizio idrico integrato della città di Aosta passerà dal Comune alla Sev, la Service des Eaux Valdôtaines, la società in house del Bim, il Bacino imbrifero montano della Dora Baltea, nata nel 2022 per controllare gli acquedotti, le fognature e gli impianti di depurazione di tutti i Comuni valdostani.
Non sarà un passaggio netto. Ieri, la seconda commissione Opere pubbliche del Comune ha approvato – con 4 voti favorevoli della maggioranza e 2 voti di astensione dell’opposizione – una convenzione in cui si prevede che per un anno il personale comunale che finora ha lavorato per la gestione del servizio idrico integrato della città continuerà ad occuparsene, affiancando il personale della Sev.
Perché una convenzione?
“La società ci ha manifestato la necessità di avere un aiuto per il primo anno perché ha riscontrato delle difficoltà nel reperire le risorse umane che saranno necessarie per la gestione della nostra rete acquedottistica che sicuramente è la più complessa della regione visto il numero della popolazione – spiega l’assessore comunale ai Lavori pubblici, Corrado Cometto -. Per questo è stata redatta una convenzione per garantire il livello del servizio attuale tramite i nostri dipendenti comunali per un anno, creando un periodo ponte tra la gestione interna e quella privata. Questo passaggio comporta dei costi per il Comune di Aosta che vengono compensati dalla società Sev per un importo di circa 700.000 euro”.
A entrare nel dettaglio dei contenuti della convenzione è Marco Framarin, dirigente dell’area tecnica Ambiente e Servizio idrico del Comune che per più di trent’anni ha coordinato la gestione del servizio idrico integrato della città. “La Sev doveva subentrare nella gestione del servizio già negli ultimi sei mesi del 2024 – dice -. Avendo avuto difficoltà nel reperire il personale così non è stato e la stipula della convenzione si è rivelata un passaggio obbligato“. In questo modo, “la società avrà il modo nel corso del prossimo anno di procedere alle assunzioni necessarie e noi avremo il tempo per trasmettere le nostre conoscenze per fare in modo che la cittadinanza non senta la differenza, anzi riscontri un miglioramento del servizio che sarà gestito da una società industriale che si occupa esclusivamente di servizio idrico integrato”.
La squadra del personale comunale che affiancherà i dipendenti della Sev per un anno sarà composta da 9 operai a tempo pieno, 2 geometri, un funzionario e il dirigente Framarin a tempo parziale. Il personale “manterrà gli stessi orari e lo stesso posto di lavoro”, precisa Framarin. Costituirà il braccio operativo della società e alla scadenza della convenzione, fissata per il 31 dicembre 2025, passerà ad occuparsi della Centrale unica di pronto intervento. Oltre al personale, la convenzione prevede anche l’affitto da parte del Comune alla società dei locali nella palazzina di via Parigi, compresi l’autorimessa e il magazzino.
Cosa cambia per i cittadini?
E per i cittadini cosa cambierà? Dal 1° gennaio 2025, per eventuali segnalazioni o richieste di informazioni, bisognerà rivolgersi alla Sev, la cui sede è a Sarre, in località La Grenade, e non più al Comune. Quest’ultimo “rimarrà competente per gli interventi già avviati, come il rifacimento della rete dell’acquedotto, della fognatura e dell’illuminazione pubblica in regione Bioula, prevista nell’ambito del bando periferie”, dice il dirigente. Sul piano amministrativo, le bollette saranno emesse dalla Sev, che si è resa disponibile a mantenere attivo il numero verde. L’amministrazione comunale si occuperà di fatturare e recuperare le morosità accumulate fino al prossimo 31 dicembre.
Sul fronte degli interventi, a differenza del Comune, la Sev osserverà il limite della proprietà privata. “Noi nella nostra attività ci siamo sempre considerati responsabili di tutta la rete acquedottistica, fino al contatore, in qualunque posto esso si trovasse, anche all’interno della proprietà privata – aggiunge Framarin -. Ora, in base al nuovo regolamento, se il problema dovesse verificarsi all’interno della proprietà privata sarà il singolo cittadino a farsene carico“.
Sul servizio idrico integrato “l’opposizione non ha mai presentato delle iniziative perché è uno degli elementi di qualità di questa amministrazione e di questa città – dice il consigliere della Lega Sergio Togni -. Ora passiamo ad un organo con una visione industriale e in cui il Comune di Aosta dovrà anche dipendere un po’ dagli altri”. Per il consigliere, “il problema di questa convenzione è la durata. Io l’avrei fatta permanente o almeno di cinque anni per non perdere il gioiello di casa“.
Perplessità anche dai banchi della maggioranza. “Premetto che voterò questa delibera ma esprimo la mia preoccupazione per il futuro dell’acquedotto aostano – afferma Diego Foti, consigliere del Progetto civico progressista in quota Area democratica -. Questo è un esempio in cui il pubblico funziona meglio del privato perché, in anni, il privato non è riuscito a reclutare del personale ed evidentemente non è attrattivo. La Sev si sta dimostrando inadeguata e la convenzione l’avrei proprio interrotta”.
2 risposte
L’acqua è un bene fondamentale: come si può privatizzare e cedere la sua gestione a una società “con una visione industriale”??? Tra l’altro, una società talmente in gamba da non riuscire neanche a dotarsi del personale necessario.
Cosa cambia per i cittadini? …Risposta facile ed elementare : rincaro delle bollette!!