Nominati i membri della Consulta per la legalità di Aosta

A farne parte sono Francesco Canio, Maria Carrozzino, Gianpaolo Fedi, Alessandro Fusaro, Paolo Meneghini, Patrizia Neri, Daniela Tognonato, Gianni Nuti, Luca Tonino, Eleonora Baccini, Diego Foti, Paolo Laurencet, Giuliana Rosset, Sylvie Spirli, e Pietro Varisella.
Il Consiglio comunale di Aosta Foto Twitter Comune di Aosta
Comuni

Aosta si è dotata di una Consulta per la legalità. Il progetto era stato varato dal Consiglio comunale, con una delibera dello scorso 15 dicembre, ed è ora stata votata la delibera che ne individua i componenti.

A comporre la Consulta per la legalità sono Francesco Canio, rappresentante dell’Associazione Quartiere Cogne; Maria Carrozzino, rappresentante dell’ACLI Valle d’Aosta; Gianpaolo Fedi, rappresentante di Legambiente Valle d’Aosta; Alessandro Fusaro, rappresentante della Lega Italiana contro il dolore – Valle d’Aosta; Paolo Meneghini, rappresentante dell’Associazione Valle Virtuosa; Patrizia Neri, rappresentante dell’ARCI Valle d’Aosta; Daniela Tognonato, rappresentante dell’Associazione Miripiglio sos gioco d’azzardo”; Gianni Nuti, Sindaco di Aosta; Luca Tonino, Presidente del Consiglio comunale; Eleonora Baccini, Consigliera del gruppo Rinascimento Valle d’Aosta; Diego Foti, Consigliere del gruppo Progetto Civico Progressista; Paolo Laurencet, Consigliere del gruppo Misto di minoranza / Forza Italia; Giuliana Rosset, Consigliera del gruppo Union Valdôtaine; Sylvie Spirli, Consigliera del gruppo Lega Vallée d’Aoste – Autonomia e Libertà; Pietro Varisella, Consigliere del gruppo Alliance Valdôtaine.

Presidente e vicepresidente verranno nominati nei prossimi giorni.

“Prestare attenzione ai fenomeni legati alla malavita organizzata è importante – aveva detto il presidente dell’assemblea cittadina, Luca Tonino, intervenendo il 14 gennaio ai microfoni di Radio Proposta inBlu – e, facendo seguito alle note vicende giudiziarie della scorsa legislatura, è bene continuare a farlo”.

Il progetto segna il cambio di passo nello strumento individuato dall’amministrazione. L’atto votato dal Consiglio abolisce infatti l’Osservatorio che il Municipio aveva creato nel precedente mandato. Un passo che segue all’interlocuzione con la Presidenza del Consiglio Valle, in procinto (la proposta di legge sta proseguendo il suo iter) di dare i natali ad un Osservatorio regionale permanente sulle mafie, che includerà anche una figura istituzionale del Comune.

Sulla città, in quanto capoluogo di regione, osserva Tonino, “gravitano molti interessi economici”. “Dotarsi di uno strumento snello, che possa consentire poi di prendere il lavoro che fa e portarlo nell’Osservatorio regionale – aveva aggiunto il Presidente, intervenendo nel contenitore di attualità mattutino ‘Valle d’Aosta Minuto per Minuto’ – è sembrato, a tutto il Consiglio comunale con voto unanime, uno passo interessante da provare in questa legislatura”.

Hanno potuto presentare domanda i rappresentanti delle associazioni di volontariato e di promozione sociale attive sul territorio comunale, che siano iscritte al Registro regionale del volontariato e dell’associazionismo di promozione sociale, presso l’assessorato regionale alla Sanità e che perseguano la promozione di una cultura della legalità democratica. Sono state presentate 7 candidature.

In questo senso, Tonino aveva voluto “fare un appello, perché più occhi ci sono che guardano la città, meglio è per tutti”. Il Presidente del Consiglio evidenzia quindi “il passo indietro” della politica rispetto all’organo. “A fronte del massimo di 30 unità, – spiega – la politica, che non si deve assolutamente impossessare di questo strumento, metterà a disposizione il Sindaco, il Presidente del Consiglio comunale e un rappresentante per ogni Gruppo consiliare”. Presidente e Vicepresidente della Consulta sono state di emanazione delle associazioni.

Sul recente passato, con l’indagine “Geenna” della Dda di Torino e il conseguente accesso antimafia a riguardare anche il Comune di Aosta (senza che venisse accertata l’infiltrazione dell’ente dalla ‘ndrangheta), Tonino ritiene che “per certi aspetti, ci sia stata anche un’arretratezza culturale, dico in assoluta buona fede, perché intercettare quei fenomeni è oggettivamente complesso”. Però, “credo che la cronaca giudiziaria degli ultimi anni ci consegni di tenere alta l’attenzione”.

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