Assistenza informatica, per il Consiglio di Stato il comune di Saint-Vincent ha penalizzato In.Va.

I giudici amministrativi di secondo grado hanno rovesciato, con una sentenza degli scorsi giorni, il verdetto del Tar della Valle d’Aosta che, il 20 febbraio 2017, aveva dato ragione all’amministrazione nella querelle sull’aggiudicazione del servizio.
La Torre delle Comunicazioni, sede di INVA
Cronaca

Con una sentenza pubblicata negli scorsi giorni, il Consiglio di Stato ha dato ragione ad In.Va., partecipata regionale specializzata in “information and communication technology”, nella querelle che la opponeva al comune di Saint-Vincent. Oggetto del contenzioso era l’aggiudicazione del servizio di assistenza alla rete informatica del municipio per il 2017. L’amministrazione aveva scelto, con affido diretto, una ditta privata di Aosta e la società aveva impugnato gli atti dinanzi al Tar della Valle d’Aosta. Quest’ultimo, il 20 febbraio dell’anno scorso si era però pronunciato a favore dell’ente pubblico, respingendo il ricorso di In.Va..

Ora, con l’accoglimento, da parte dei giudici amministrativi di secondo grado, dell’appello della partecipata, quel verdetto viene rovesciato, stabilendo l’illegittimità dell’aggiudicazione operata dal comune ed annullando tutti i provvedimenti ad essa legati. Secondo la recente sentenza, In.Va., “precedente gestore del servizio, è stata invitata, nel novembre 2016, a formulare un preventivo ai fini del rinnovo del contratto”, senza tuttavia “essere edotta della pendenza di una procedura di gara informale nella quale erano state invitate, già a settembre, due società operanti nel settore”.

Non solo, si legge ancora, le altre due ditte “sono state nel prosieguo anche invitate a rimodulare l’offerta mediante redazione di un modulo precompilato con la descrizione puntuale di tutti i servizi richiesti”. Da tutto ciò è conseguito che la partecipata regionale abbia formulato un’offerta, divenuta oggetto di una valutazione comparativa concorrenziale, informata peraltro al criterio residuale del prezzo più basso, totalmente ‘al buio’”, senza conoscere “i criteri della selezione, e dunque neppure gli elementi ritenuti qualificanti dell’offerta”.

Per il Consiglio di Stato, si è trattato di una “palese violazione dei principi di imparzialità, parità di trattamento e trasparenza, espressamente sanciti, per le procedure di gara anche per contratti sotto soglia”. L’offerta formulata da In.Va. era risultata di 600 euro più elevata di quella società cui il comune aveva affidato il servizio, del valore di 20mila 105 euro annui.

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