Due anni e due mesi di reclusione sono la pena inflitta dal Gup al 35enne aostano Domenico Mammoliti, chiamato a rispondere di atti persecutori, lesioni e danneggiamento. L’udienza si è tenuta nella mattinata di oggi, mercoledì 19 luglio, al Tribunale di Aosta. L’accusa era rappresentata dal pm Manlio D’Ambrosi, che ha chiesto al giudice una condanna a 3 anni di reclusione.
Per i fatti, nello scorso aprile, l’imputato era stato arrestato e condotto in carcere. Nella ricostruzione degli inquirenti, tutto aveva avuto inizio quando Mammoliti – operaio edile pregiudicato – avrebbe tentato di avvicinare un uomo in strada ad Aosta, prendendo prima a calci l’auto di cui era al volante, poi spaccandone il finestrino e colpendolo al volto (cinque giorni la prognosi riscontrata). Da qui le accuse di lesioni e danneggiamento.
Dalle indagini è emerso che, dopo quell’episodio, Mammoliti aveva poi continuato a cercare l’uomo, telefonandogli più volte al giorno e inviandogli diversi messaggi (anche su messaggerie dei profili social), nonché appostandosi sotto la casa in cui viveva con la compagna e recandosi, in almeno una circostanza, sul suo luogo di lavoro. Condotte che hanno fatto scattare l’imputazione per stalking.
Inizialmente, l’origine dei comportamenti dell’imputato non era chiara agli investigatori, ma nello sviluppo dell’inchiesta Mammoliti ha sostenuto di aver cercato l’uomo per un “chiarimento” con lui, giacché avrebbe manifestato interesse, nel dicembre 2022, per colei che l’imputato ha riferito essere la sua partner all’epoca. La donna, sentita stamane in aula assieme ad altri due testimoni, ha negato la relazione. La Procura aveva chiesto il giudizio immediato, con l’imputato a propendere per il rito abbreviato.