Autista morto sul lavoro, due indagati per omicidio colposo

Si tratta di Jean-Pierre Calliera e Roberto Emilio Calliera, della Vita SpA. La Procura ha conferito oggi una perizia, che dovrà accertare i motivi alla base dell’incidente in cui perse la vita Alberto Negri, 59enne di Verrès.
Bus Verrès
Cronaca

Una perizia tecnica mirata a stabilire i motivi per cui si sia mosso il bus che, lo scorso 3 marzo, ha schiacciato contro un muro l’autista Alberto Negri, 59enne di Verrès, morto nell’incidente. La ha conferita nella mattinata di oggi, venerdì 28 aprile, il pm Francesco Pizzato, titolare del fascicolo per omicidio colposo aperto sui fatti dalla Procura della Repubblica.

Nel conferire l’accertamento, che verrà disposto dagli ingegneri Fabrizio Mario Vinardi e Gabriele Sanna di Torino, sono stati iscritti due nomi nel registro degli indagati. Si tratta del legale rappresentante Jean-Pierre Calliera e del responsabile della sicurezza Roberto Emilio Calliera della Vita SpA, ditta per la quale lavorava la vittima. Sono stati fissati due mesi per il completamento dell’esame.

Un’iscrizione avvenuta, come avviene nei casi di reati colposi, anche in chiave di garanzia per gli indagati, che avranno così la possibilità di partecipare alle operazioni tecniche attraverso consulenti di parte. Un’opzione che i due coinvolti, assistiti dall’avvocato aostano Corrado Bellora, hanno deciso di percorrere, nominando gli ingegneri torinesi Guido Berra e Massimiliano Perino Fontana.

Pure la famiglia della vittima, rappresentata nel procedimento dall’avvocato Davide Sciulli, ha nominato un consulente di parte: è l’ingegner Paolo Demoz di Aosta. Oltre agli aspetti sulle ragioni del movimento del bus, l’articolato quesito posto dal pubblico ministero ai periti riguarda anche aspetti quali i sistemi di allarme di cui era dotato il mezzo e le modalità con cui era stato organizzato l’intervento di manutenzione degli estintori in corso quel giorno.

L’incidente

A quanto ricostruito sinora, Negri, autista cui mancavano pochi mesi alla pensione (che sarebbe scattata il prossimo giugno), è morto dopo essere rimasto incastrato tra il mezzo e un muro lungo la strada ove il mezzo si trovava, in via della Stazione a Verrès, fermo e senza passeggeri. Sul pullman erano in corso, appunto, dei controlli agli estintori di bordo.

Sul corpo della vittima era stata svolta l’autopsia, che aveva evidenziato come la morte fosse legata ad uno shock emorragico, con ulteriori approfondimenti sulle cause del decesso ancora in corso. Tra le ipotesi derivanti dai primi elementi raccolti dai Carabinieri, che erano intervenuti per i rilievi, vi era anche quella per cui, mentre Negri era in procinto di scendere dal mezzo per una pausa, un’altra persona a bordo per la manutenzione ha girato la chiave nel quadro, forse su indicazione dello stesso autista, nell’intento di bloccare le porte del mezzo.

Operazione che non ha però scaturito l’esito auspicato: il pullman, per cause su cui si concentrerà ora la perizia, si sarebbe spostato improvvisamente e l’autista si è trovato schiacciato contro il muro a fianco della strada, che in quel tratto è in lieve pendenza. Sul luogo era intervenuto l’elisoccorso, con il medico rianimatore e il Gruppo taglio dei Vigili del fuoco a bordo.

L’autista, ancora bloccato all’arrivo dei soccorritori, era stato liberato (spostando il bus) e soccorso dal personale 118, ma per lui non c’era purtroppo nulla da fare. Negri – che ha lasciato la moglie Marina Priod e i figli Frédéric, Claire ed Enrico – era conosciuto in paese, sia per il lavoro (oltre ai mezzi di linea, guidava anche quelli che compiono tratte più lunghe come i pellegrinaggi a Lourdes per l’Oftal), sia perché attivo in realtà comunitarie come il gruppo alpini e l’Avis.

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