Rivolta nella notte al carcere di Brissogne, alle porte di Aosta. Cinque agenti della polizia penitenziaria sono rimasti intossicati, uno in modo grave, a seguito di un incendio scoppiato all’interno dell’istituto. I disordini erano iniziati già dalle 19 di ieri, venerdì 16 maggio, subito dopo la chiusura delle celle nelle sezioni A1 e C1 del primo piano, dove si trovano detenuti comuni a regime ordinario.
Secondo quanto riferisce il sindacato Osapp, durante la rivolta i detenuti hanno incendiato lenzuola e materassi, lanciando oggetti in fiamme nei corridoi e costringendo il personale ad aprire le sezioni e far evacuare i reclusi sulle scale interne per salvaguardare la loro incolumità.
Inoltre “approfittando del momento di confusione, un gruppo di detenuti ha forzato i cancelli interni e si è riversato nella rotonda – il posto di servizio del personale – iniziando a devastare l’area. Hanno tagliato fili elettrici, sfasciato neon, danneggiato vetri, porte e computer, creando una situazione di grave pericolo. Inoltre, i detenuti hanno incendiato e lanciato bombolette di gas, facendole esplodere nei corridoi, mettendo in serio rischio l’incolumità di tutto il personale e della popolazione detenuta”. Oltre al 118, sono intervenuti i vigili del fuoco. Il sindacato segnala che un agente svenuto “all’interno della sezione, presumibilmente a causa del fumo, e – secondo quanto si apprende – sarebbe stato soccorso inizialmente da alcuni detenuti presenti sul posto”.
Molto personale libero dal servizio “è stato urgentemente richiamato e sono intervenute forze interne in tenuta antisommossa per riprendere il controllo della situazione. Solo quando i detenuti si sono trovati di fronte a una risposta compatta e determinata, sono rientrati nelle rispettive celle”. Prima della rivolta violenta, si sono verificati dei disordini già dalle 19 di ieri, “subito dopo la chiusura delle celle nelle sezioni A1 e C1 del primo piano, dove sono ristretti detenuti comuni a regime ordinario”.
In una nota, l’Osapp definisce la situazione “sconvolgente” e chiede la rimozione dei vertici dell’istituto. “Solo pochi giorni fa un giovane agente ha rassegnato le dimissioni dal Corpo di polizia penitenziaria, denunciando un ambiente lavorativo tossico e particolarmente difficile. – dichiara il segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria, Leo Beneduci – Oggi comprendiamo ancor più chiaramente le ragioni di quel gesto, che riflette il clima insostenibile da tempo presente nel carcere valdostano. Non possono tardare ulteriormente interventi concreti e urgenti. Lo stesso istituto è privo di comandante da oltre otto anni: una situazione che denunciamo da anni restando sistematicamente inascoltati”.
Beneduci denuncia la mancanza di un comandante da oltre otto anni e l’assenza delle unità speciali Gir e Gio. “È indegno – afferma – che una struttura così complessa venga lasciata in condizioni di precarietà organizzativa. A pagare sono sempre gli agenti”.
Sappe, Cnpp, Cgil, Cisl e Uil: “Personale sotto organico ma clima di solidarietà e impegno”
Di tono differente, la nota congiunta firmata da Sappe, Uil, Cisl, Cgil e Cnpp. I sindacati, pur riconoscendo le difficoltà legate alla carenza di personale di polizia penitenziaria, evidenziano il clima di solidarietà e collaborazione che continua a contraddistinguere l’istituto.
A partire da dicembre 2023, l’istituto ha visto alcuni cambiamenti significativi: è stato assegnato stabilmente un direttore, la dottoressa Velia Nobile Mattei, e due nuovi educatori. La direzione del corpo di polizia penitenziaria, da oltre quattro anni, è affidata al sostituto commissario Agrippino Renda, il cui impegno quotidiano viene lodato dai sindacati.
“È evidente – prosegue il comunicato – l’impegno profuso dall’attuale Direttore, sempre disponibile all’ascolto e al dialogo, e i risultati positivi ottenuti per favorire il reinserimento dei detenuti e il benessere del personale. Questo operato è stato pubblicamente riconosciuto anche durante la recente visita del sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari”.
La nota sindacale affronta anche il tema della gestione quotidiana e delle difficoltà operative: la diminuzione del numero di detenuti ha permesso un ritorno alla custodia chiusa, ma ciò ha comportato un cambiamento che potrebbe aver generato insoddisfazione tra i ristretti. A questo si aggiunge la riduzione del personale in servizio, dovuta a pensionamenti, assenze giustificate e distacchi.
“La mancanza non programmata di unità – evidenziano i sindacati – comporta spesso il richiamo in servizio di agenti che dovrebbero essere a riposo, incidendo sui diritti soggettivi del personale”.
Le sigle firmatarie ribadiscono la necessità che l’amministrazione penitenziaria assegni quanto prima un numero adeguato di agenti alla sede di Brissogne, sottolineando però anche la professionalità e la disponibilità di chi, ogni giorno, affronta le criticità con spirito di servizio.
“Il nostro giuramento e la deontologia professionale – concludono i rappresentanti sindacali – non permettono di sottrarci ai doveri, anche in presenza di difficoltà. Ogni collega, sul posto di lavoro, può contare sul supporto dei compagni, dei superiori e dell’assistenza psicologica offerta da professionisti”.
Una risposta
collari elettrici… e stai calmo