Dal giudice del lavoro “no” all’indennità supplementare per i medici dell’eliscocorso

In diciannove avevano depositato un ricorso in cui chiedevano circa un milione e 500mila euro per il rischio nei voli degli ultimi anni. L’avvocato dell’Usl: le ore di lavoro come dipendenti sono state retribuite.
Cronaca

Sulla base delle disposizioni di una legge regionale (la numero 5 del 2000), diciannove medici anestesisti rianimatori chiedevano all’Unità Sanitaria Locale della Valle d’Aosta di riconoscere loro un’indennità supplementare per il rischio durante i servizi di elisoccorso. Il giudice Luca Fadda, al termine della causa di lavoro, ha rigettato l’istanza dei lavoratori.

Nel ricorso depositato in Tribunale era anche stata quantificata la richiesta economica: un milione e 500mila euro circa, calcolata sulla base delle ore volate negli ultimi anni. Rappresentando l’Usl nella controversia, l’avvocato Manuela Massai di Aosta ha argomentato che le ore di lavoro come dipendenti dell’azienda sanitaria erano state retribuite e che, di conseguenza, la cifra indicata nel ricorso fosse errata.

Il giudice, per fare chiarezza su tale aspetto, aveva disposto anche una consulenza tecnica d’ufficio, dalla quale la somma è uscita “ridimensionata”, portandola da un minimo di 15mila euro ad un massimo di 350mila. Tale ammontare era da intendersi per tutti i diciannove ricorrenti ed in riferimento ai soli ultimi cinque anni (quelli precedenti sono stati valutati prescritti), ma per effetto della sentenza (le motivazioni sono attese entro sessanta giorni da giovedì scorso, 9 luglio, giorno in cui è stata pronunciata) nemmeno tale quantificazione verrà riconosciuta ai ricorrenti.

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