Discarica di Chalamy, la battaglia contro la realizzazione si sposta al Tar

Il Comitato “La Valle non è una discarica” ha depositato un ricorso per ottenere l’annullamento di diversi atti adottati dalla Regione, a partire da quello di individuazione della località ad Issogne per il trattamento e riciclaggio degli inerti.
Scavo per la discarica Chalamy a Issogne
Cronaca

La battaglia dei cittadini che dicono “no” alla discarica di Chalamy si sposta al Tribunale amministrativo regionale. Nel corso dell’estate, il comitato “La Valle non è una discarica” ha depositato un ricorso per ottenere la dichiarazione di illegittimità e l’annullamento di diversi atti dell’amministrazione regionale, a partire da quello di individuazione della località nel comune di Issogne per la realizzazione di “un sito destinato alla gestione di un impianto di trattamento e riciclaggio di rifiuti inerti”.

Il Comitato, che in prima battuta aveva promosso la raccolta di migliaia di firme contro la creazione della struttura, ha inoltre nel mirino l’autorizzazione all’esercizio e gestione della discarica per rifiuti speciali nello stesso luogo, i provvedimenti di riclassificazione adottati dalla Giunta regionale nel settembre 2006, nonché la deliberazione dell’Esecutivo dello scorso marzo, nella parte in cui consentiva la presentazione di un nuovo progetto finalizzato ad autorizzare il trattamento di inerti con una diversa caratterizzazione.

Atti che vedono, quali contro-interessate, le società “Cape s.r.l.” e “Ulisse 2007 s.r.l.”, la prima titolare della discarica in via di realizzazione in bassa Valle. La stessa ditta aveva promosso in maggio, sempre al Tar, un ricorso contro lo “stop” decretato dalla Giunta Testolin allo smaltimento, a Chalamy, di rifiuti speciali provenienti da altre regioni.

A seguito della notifica dell’impugnazione depositata dal Comitato “La Valle non è una discarica”, l’amministrazione di piazza Deffeyes ha deliberato – nella seduta della Giunta di venerdì scorso, 11 settembre – di costituirsi nel giudizio e nel contradditorio con le contro-interessate, designando alla rappresentanza l’avvocato Francesco Saverio Marini del foro di Roma e il dirigente dell’avvocatura regionale, Riccardo Jans.

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