Femminicidio di La Salle, in aula i testimoni che hanno incontrato Teima e Laisne

Nell’udienza di oggi, martedì 17 giugno, sono state sentite tre persone che, alla fine del marzo 2024, hanno incontrato il ragazzo e la ragazza poi trovata senza vita nella cappella dell’Equilivaz (La Salle).
Processo Teima
Cronaca

E’ il 25 marzo dell’anno scorso, verso sera, quando Sohaib Teima e Auriane Laisne arrivano a Valgrisenche. Entrano in un bar del paese e il ragazzo – oggi imputato di aver ucciso la ragazza che era con lui, occultandone poi il cadavere nella cappella dell’Equilivaz (a La Salle) – spiega che avevano prenotato un albergo, ma non erano riusciti a trovare la struttura, perché il sito utilizzato “era una truffa”.

La barista, che ha deposto oggi martedì 17 giugno, nella seconda udienza a carico del 21enne originario di Fermo, ricorda anche che i due erano intenzionati ad arrivare ai villaggi abbandonati oltre al lago di Beauregard, per fare “urbex” (l’esplorazione urbana di luoghi non più antropizzati, ndr.), ma “gli ho spiegato che non era possibile fare la visita che gli interessava, perché la strada nel periodo invernale è chiusa”.

L’ospitalità in Valgrisenche

Nei ricordi della barista, la ragazza “quasi non parlava” e ha detto “che non aveva fame”. I due, vestiti con “giacche invernali, abbastanza pesanti, di colori scuri”, a quel punto, erano però senza una sistemazione per pernottare. Verrà in loro aiuto un amico della ragazza dietro il banco, residente nel paese, offrendo loro ospitalità in casa sua. Arrivati nell’abitazione, ha ricordato il testimone, “ho offerto loro una tisana” e “abbiamo parlato”.

Anche a colui che li ospita, Teima dice “che voleva fare urbex”. “Mi indicava dei luoghi sulla mappa, a Valgrisenche, ma gli ho detto che faceva ancora freddo e non si poteva fare là”, ha continuato il giovane. “Gli ho detto che potevano andare verso valle. Gli ho indicato La Salle. So che c’è una colonia abbandonata sopra il ponte, mi sembrava adeguata per un’attività del genere”.

Sohaib Teima
Sohaib Teima lascia il palazzo di giustizia.

La conversazione si sposta poi sulla “vita quotidiana”, su “che scuole facevamo”. Entrambi “mi sembravano destabilizzati”, perché avevano raccontato di aver prenotato questo hotel che non avevano trovato: “io mi sentirei a disagio in circostanza del genere”. Il ragazzo che apre le porte di casa alla coppia scatta anche una fotografia, ma ricorda che Teima “sembrava impaurito”.

“A me faceva piacere fare questo gesto”, siccome “non mi capita spesso di avere gente a casa”, quindi lui si è messo a disposizione per fare la foto. Il mattino dopo, “li ho accompagnati in centro al Paese”, dove hanno preso il bus della linea da Valgrisenche a Villeneuve. A domanda degli avvocati di Teima, Tommaso Calabrò e Lucia Lupi, il ragazzo ricorda che “avevo chiesto i loro nomi e mi avevano dato delle generalità che non ricordo, ma quando ho poi letto le notizie sul giornale, erano nomi diversi”.

Lo spostamento a La Salle

La coppia riappare poi in un bar di La Salle. La barista ricorda che “hanno chiesto due brioches, poi lei si è seduta in fondo al locale e lui è rimasto a parlare al banco con me”. Anche in questo caso, “ha spiegato di far parte di una rete urbex e mi ha chiesto dei luoghi abbandonati e sciroccati e io gliene ho suggerito uno: Equilivaz a La Salle”.

E’ il posto dove, il 5 aprile, un ragazzo è intento a passeggiare con la madre. “Mia mamma guarda dentro la cappella – spiega ai giudici togati e popolari – ed esce spaventata. Io metto dentro la testa. E’ molto buio, ma vedo un paio di gambe e un paio di scarponi”. Quindi, “cerco di capire, dicendo qualche parola”, se la persona è sveglia, ma “non ricevendo risposta, esco”. Poi chiama i soccorsi, che arrivano e trovano il cadavere di Auriane Laisne.

Processo Teima
Il processo a Sohaib Teima.

Capacità di difesa ridotta

L’autopsia è stata effettuata dal medico legale Roberto Testi, sentito anch’egli nell’udienza di stamane. “Non ci sono stati grossi dubbi sulla causa della morte, perché presentava tre ferite da punta e taglio. – ha affermato il consulente della Procura – Una di queste ha causato un sanguinamento importante, che ha invaso le vie aeree, la cosiddetta ‘sommersione interna’”.

Sul palmo della mano destra di Auriane è stata trovata una ferita superficiale da taglio. “Il tipo di ferita che vediamo – ha spiegato Testi – quando la vittima cerca di allontanare la lama”. Sull’epoca della morte, il medico si è “espresso con grande prudenza”, riconducendola a 7-10 giorni prima del ritrovamento del cadavere, quindi tra il 26 e il 27 marzo 2024.

La difesa della ragazza nei confronti di chi l’ha ferita, però, è risultata “meno efficace”, perché nel suo sangue è stata trovata una concentrazione di benzodiazepine (usate negli ansiolitici, ndr) “che consente di dire che la ragazza era sicuramente in stato di intossicazione”.

Il monitoraggio telefonico

Tra i testimoni di oggi, citati dall’accusa (rappresentata in aula dal pm Manlio D’Ambrosi) anche un appartenente alla polizia giudiziaria francese, che ha ripercorso le attività investigative svolte oltralpe, dove Teima era stato arrestato il 10 aprile dell’anno scorso (poi estradato in novembre). Tra queste, perquisizioni al suo domicilio, in cui sono stati rinvenuti farmaci, dei quaderni, una cartolina scritta in Italiano dall’imputato e delle carte di credito.

Perquisendo poi la cella di Teima, in ottobre, gli investigatori francesi hanno trovato altre carte di credito, un manoscritto di 52 pagine in italiano e francese e vari quaderni, anch’essi con testi nelle due lingue. Il poliziotto ha poi spiegato (analogamente a quanto già ricostruito in aula dai Carabinieri) le attività di monitoraggio di tre telefoni: due intestati a Teima e uno a Laisne.

Processo Teima
Il processo a Sohaib Teima.

Il risultato è che “analizzando i tabulati si può dire che si sono probabilmente incontrati il 22 marzo a Lione”, quindi c’è lo spostamento nell’area di Grenoble ove Teima studia ed è domiciliato. Poi, la partenza per l’Italia e il superamento della frontiera (in cui i telefoni ricevono un sms di “benvenuto in Italia”). Il 27 marzo, i due cellulari dell’imputato “riappaiono” in territorio francese, mentre quello di Laisne compare nuovamente il 28 marzo, agganciando una cella corrispondente all’area del domicilio universitario dell’imputato.

Lì restano e, il 2 aprile, dal telefono di Laisne parte un sms diretto alla mamma della ragazza. “Per la polizia francese, – ha sottolineato il testimone – non c’è dubbio che Teima sia passato”, rientrando in Francia, “tra il 27 e il 28, portando con sé il telefono di Laisne. Il 28, dopo un alterco con due studenti, viene sentito dal responsabile del campus, quindi non ci sono dubbi che fosse là”. Il processo riprenderà domani, mercoledì 18 giugno, per proseguire ad ascoltare altri testimoni. Per ora, Teima non si sottoporrà ad esame, potrebbe rilasciare delle spontanee dichiarazioni nel prosieguo del processo.

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