Insulti ai politici sui social, processo chiuso da scuse e rimozione dei video

L’accordo tra le parti ha condotto alla remissione della querela presentata dagli assessori Caveri e Guichardaz e dall’ex presidente della Regione Lavevaz nei confronti di Alberto Ducourtil e Giada Pica. Dagli imputati anche una donazione benefica.
Caveri Lavevaz Guichardaz
Cronaca

Si è chiuso con un accordo tra le parti, che non ha reso quindi necessario il pronunciamento del giudice, il procedimento penale per diffamazione a carico di Alberto Ducourtil, 52enne di Saint-Marcel e Giada Pica, 27enne residente a Fénis. Gli imputati hanno raggiunto un’intesa con i tre esponenti dell’amministrazione regionale che erano accusati di aver diffamato su Facebook nel gennaio 2022, nel periodo delle restrizioni pandemiche: l’allora presidente della Regione Erik Lavevaz e gli assessori Luciano Caveri e Jean-Pierre Guichardaz.

Essendo stato negoziato stragiudizialmente, dell’accordo non sono noti i dettagli, ma – come aveva peraltro auspicato il dirigente dell’avvocatura regionale, Riccardo Jans, nella scorsa udienza (il 16 maggio) – la remissione della querela presentata dai tre politici è avvenuta, sostanzialmente, a seguito di scuse formali per le espressioni eccessive, della rimozione dai rispettivi profili dei contenuti al centro della “querelle” poiché individuati quali lesivi dei tre amministratori e di una donazione a favore di una causa benefica.

La querela (seguita dall’avvocatura perché le parti offese erano state coinvolte nella loro qualità di organi istituzionali) era scattata dopo la pubblicazione di un video – con Ducourtil a parlare – relativo alla campagna vaccinale e alla certificazione verde Covid-19 previsti nel periodo pandemico. Nel filmato, acquisito dai Carabinieri, i tre amministratori venivano definiti dal 52enne “terroristi, pagliacci e teste di c…”. Parole seguite dall’invito, sempre rivolto collettivamente ai politici, ad andare “a fare in c…” e dall’apprezzamento, rivolto al solo Guichardaz, di essere “un c… di sfigato”.  Pica era imputata per aver condiviso il filmato sul suo profilo.

Le indagini della Procura erano culminate, nell’ottobre 2022, in un decreto penale di condanna del Gip Giuseppe Colazingari (richiesto dal pm Manlio D’Ambrosi), che infliggeva – risultando “pienamente provata la materialità della condotta attribuita agli imputati” – una pena di 1.000 euro di multa ad entrambi. Attraverso gli avvocati Federica Gilliavod (per Ducourtil) e Federico Fornoni (per Pica), i destinatari del provvedimento si sono opposti, giungendo all’udienza dinanzi al giudice monocratico Marco Tornatore chiusasi oggi per effetto dell’accordo, con il “non doversi procedere”.

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