Il patteggiamento è la scelta di un 45enne di origini ucraine, imputato per maltrattamenti in famiglia. All’uomo, il Tribunale, in composizione collegiale, ha applicato una pena di un anno e quattro mesi di reclusione, frutto dell’accordo tra la difesa dell’imputato (l’avvocato Federico Mavilla) e l’accusa (pm Manlio D’Ambrosi).
I fatti sono riferiti all’anno scorso. L’uomo è accusato di una serie di episodi di insulti e vessazioni nei confronti dell’allora consorte e della figlia maggiorenne di lei. Condotte anche umilianti, per cui -in un’occasione- erano stati chiamati i carabinieri, ma la moglie, pensando forse inizialmente di recuperare il rapporto, non lo aveva denunciato.
La situazione non si è però sollevata e, in occasione di interventi dell’Arma sempre più frequenti, la donna ha maturato la determinazione di presentare querela. Ne è derivato un divieto di avvicinamento, emesso dall’autorità giudiziaria a carico dell’uomo. Quando, in un’occasione, i militari ne hanno constatato la violazione, lui è stato portato in carcere.
Quindi il processo, iniziato diverse settimane fa e rinviato in un paio di occasioni, in cui le vittime dei maltrattamenti si sono costituite. Stamane, l’epilogo in aula, con il patteggiamento. Non avendo ottenuto la sospensione della pena, l’imputato per ora resterà in carcere. A suo carico, i giudici hanno posto anche le spese di difesa della parte civile.
